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Il lessico amoroso di Recalcati

by Piera De Prosperis
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Parlare in televisione alle 23,15 di temi quali l’amore o come nelle puntate dello scorso anno di rapporti famigliari fa audience? Invitare gli ascoltatori ad uno sforzo di attenzione su tematiche che coinvolgono i sentimenti può avere uno share dignitoso? Sono queste le domande che si saranno posti i dirigenti nell’ organizzazione del palinsesto del lunedì di Rai3, per ben sette puntate.

Dopo il successo di Lessico famigliare dello scorso anno, è iniziato il 28 gennaio il programma Lessico amoroso, ideato e condotto da Massimo Recalcati con l’intento di affrontare gli archetipi su cui si fonda la relazione di coppia. La prima puntata ha trattato dell’incontro, di ciò che fa scattare la scintilla amorosa. La seconda tratterà invece del tema del desiderio.

Quello che caratterizza il lavoro è sostanzialmente il linguaggio adoperato da Recalcati che, senza nulla concedere alla spettacolarizzazione, utilizza il vocabolario settoriale della psicologia, aiutandosi con contributi video disseminati nel corso della puntata.

Quando ancora le luci dello studio sono spente appaiono le immagini de La Tigre e la Neve, il film di Roberto Benigni del 2005 dove un professore, sul modello del Keating dell’Attimo fuggente, spiega ai suoi alunni cosa sia l’Amore e cosa sia la Poesia. Si accendono le luci e compare Recalcati che, seduto su una sedia, senza nessun orpello professorale, meno che mai il lettino da strizzacervelli, comincia a parlare. Il linguaggio è fluido e coinvolgente, si fa seguire e ci sorprende per la naturalezza con la quale, attraverso le teorie di Freud o di Lacan, ci spiega il più comune e il più sconosciuto dei sentimenti. Quando l’attenzione sta per calare, interviene un altro video.

Questa volta è Carla Signoris che ci legge una poesia di Neruda, il poeta che più celebra l’amore in tutte le sue declinazioni<. Ci sarà poi Rosella Postorino, autrice de “Le Assaggiatrici”, premio Campiello 2018, che offre il suo personale punto di vista sull’incontro e la promessa d’amore.

Si avvolgono così i fili di una narrazione mai banale ma nello stesso tempo lineare e comprensibile. La telecamera si sofferma spesso sul volto delle spettatrici, quelle che Dagospia chiama le Recalcatine, donne adoranti, affascinate dal magnetismo del professore che è, con la sua cultura e la sua evidente disponibilità emotiva e partecipativa, particolarmente apprezzato dal pubblico femminile. E’ forse l’uomo ideale, di bell’aspetto, sensibile, di grande cultura?

Forse sì, ma è anche e soprattutto uno dei massimi psicoanalisti lacaniani contemporanei, autore di libri di successo come L’ora di lezione, Il complesso di Telemaco, Cosa resta del padre?, Le mani della madre, Il mistero delle cose, Ritratti del desiderio, Contro il sacrificio, Il segreto del figlio, A libro aperto, Una vita è i suoi libri. Ma anche di studi su Lacan, e di libri “specialistici” resi accessibili al vasto pubblico, grazie a una scrittura limpida ed evocativa.

Che dire quindi della psicoanalisi in TV, per giunta in seconda o terza serata? Che è un bell’esperimento, che dimostra che con le persone giuste può passare in video anche un discorso ostico, che l’attenzione può essere tenuta desta con accorgimenti semplici, che la contaminazione dei linguaggi è importante purché si mantenga la specificità di essi.

Parlare di psicoanalisi non significa banalizzare il discorso, fare come Lucy van Pelt con Charlie Brown, anzi l’educazione sentimentale è altrettanto importante di qualunque altro contenuto e quindi va fatto nei modi e nelle forme che tale contenuto richiede.

Non conosco i dati di ascolto ma suppongo che l’esperimento sia riuscito, visti anche i risultati dello scorso anno. Si può fare, dunque, ed è davvero piacevole sentire chi parla senza pressappochismi o addirittura strafalcioni. Magari l’esperimento si estendesse ad altri ambiti, penso addirittura ad un discorso sulla scuola fatto da chi veramente la conosce e la pratica!

“Ci vediamo lunedì prossimo” (Massimo Recalcati in chiusura trasmissione)