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515 milioni per la viabilità in Campania, a Napoli 3,8

by Redazione
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Incredibile, ma vero. Oltre 515 milioni di euro di fondi nazionali divisi tra 285 interventi, eppure la Regione ne ha destinati solo 3,8 alla città di Napoli, finanziando tre progetti sui 72 presentati dal Comune.

L’assessore al ramo, Mario Calabrese, qualche mese fa aveva parlato di un “risultato importantissimo che pone le basi per la complessiva riqualificazione di circa 50 km di strade cittadine”. Poi la doccia fredda.

Sono stati ammessi al finanziamento: la “Riqualificazione urbanistica e ambientale di via Miraglia e sottopasso esistente”, per circa 2 milioni e mezzo; la “Manutenzione straordinaria e messa in sicurezza di via Posillipo”, per 900mila euro; la “Manutenzione straordinaria e messa in sicurezza di via Girolamo Santacroce”, per altri 900mila.

Cerchiamo di capire come sia mai potuto succedere.

Nel 2016, il CIPE approva il Piano Operativo Infrastrutture 2014/2020 individuando, per quanto riguarda la viabilità, tre assi tematici: interventi stradali; messa in sicurezza del patrimonio infrastrutturale esistente; altri interventi.

La Giunta regionale, nel febbraio del 2018, individua specifici ambiti territoriali in relazione ai programmi di intervento e precisamente: servizio di tipo metropolitano nell’agro Nocerino-Sarnese; messa in sicurezza delle reti stradali provinciali e comunali; rete stradale Consorzi ASI; rete stradale di supporto alle attività turistiche (area domitiana, flegrea, salernitana, cilentana); mobilità Universiadi.

Dov’è Napoli? La si trova tra le reti comunali insieme a “tutti i Comuni della Campania” e nella mobilità Universiadi, anche lì in più che nutrita compagnia. Se pensate che una città delle dimensioni, la popolazione, l’estensione e i problemi di Napoli avrebbe dovuto costituire un ambito territoriale a sé, forse avete ragione, ma De Luca non l’ha pensata così. Nella sua programmazione c’è tanta provincia di Salerno e un po’ di litorale amico.

Eppure, il Piano del CIPE si prefigge esplicitamente di “risolvere criticità riconducibili al congestionamento in corrispondenza dei nodi urbani”, “migliorare le condizioni di circolazione” e la “mobilità nelle aree urbane”. Come si può pensare di risolvere la circolazione regionale senza investire su quella del capoluogo? Come si può sostenere la mobilità legata alle Universiadi dimenticando Napoli?

Ma noi non siamo tecnici e certamente ci saranno validi motivi, tecnici appunto e certo non di rivalità politica, per negare ai cittadini napoletani, e non solo, di usufruire di investimenti cruciali per la qualità della loro vita, finanziati con le loro tasse.

Certo, qualche sospetto può anche sorgere. La media è di 1,8 milioni a intervento e i comuni interessati sono svariate decine. Ricorda passati finanziamenti a pioggia, meccanismo ben collaudato per ottenere consenso.

Calabrese ha detto che approfondirà la questione, al suo posto lo faremmo con un avvocato.

di Redazione