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Afragola a Claudio Grillo

by Giulio Espero
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La perfetta alternanza amministrativa si è verificata nuovamente ad Afragola dove si sono svolte domenica 10 giugno le elezioni per il sindaco ed il rinnovo del consiglio comunale.

Ci pare di ricordare che, da quando è stato introdotta l’elezione diretta del sindaco, ad ogni tornata elettorale si sono sempre alternati al governo della città il centrosinistra ed il centrodestra.

Ed anche questa volta è stata confermata la regola. Infatti, l’onorevole Domenico Tuccillo, sindaco in carica negli ultimi cinque anni alla guida di una compagine a trazione Partito Democratico, è stato sconfitto da Claudio Grillo a capo di un folto raggruppamento di liste dalla indubbia connotazione di destra.

La novità sulla carta importante rispetto allo schema bipolare che si è verificato negli ultimi venti anni, era la presenza del movimento Cinque Stelle, che si presentava da solo con un proprio candidato sindaco, Michele Bencivenga, per la prima volta all’indomani dello stratosferico successo elettorale delle ultime elezioni politiche dello scorso marzo.

I risultati, ormai da ritenersi ufficiali sebbene non sia stata ancora effettuata la proclamazione, dicono:

  • Claudio Grillo eletto sindaco con 17.962 voti, pari al 54,2%;
  • Domenico Tuccillo voti 12.502 pari al 37,74%;
  • Michele Bencivenga voti 2.659 pari al 8,02%;

Una prima analisi, ci porta ad evidenziare il modesto risultato, seppure apprezzabile in termini personali per l’ing. M. Bencivenga (che ha conquistato qualche centinaio di voti in più rispetto all’unica lista che lo appoggiava), del Movimento Cinque Stelle, che senza il traino a livello nazionale di Di Maio & co. sconta inesorabilmente il mancato radicamento nel tessuto politico locale e pertanto porterà in consiglio comunale il solo candidato sindaco.

Più articolata e complessa appare invece la vicenda politica riguardante i due schieramenti che si sono storicamente contesi il governo della città.

L’onorevole Tuccillo, sebbene abbia guidato per un quinquennio la città in maniera sostanzialmente corretta (per quello che è dato di sapere), riuscendo a tenere indenne la squadra di governo da scandali veri o presunti, da piccole o grosse malversazioni, voci e dicerie, ottenendo al contempo risultati oggettivamente apprezzabili come il preliminare di Piano Urbanistico Comunale che mancava da quarant’anni da Afragola  e l’affidamento in gestione del più grosso benne confiscato alla criminalità organizzata (la Masseria Ferraioli di cui abbiamo trattato in un precedente articolo), non è riuscito a farsi riconfermare sindaco.

A nostro giudizio ha pagato in termini prettamente numerici il cosiddetto fuoco amico (non più) degli assessori, Affinito e Iavarone, a suo tempo allontanati dalla giunta per questioni di affidabilità politica, oltreché i consiglieri della maggioranza Montefusco e Concas. Tutti ripresentatisi alle elezioni con lo schieramento di centro destra e, che seppur con fortune alterne, hanno eroso una consistente fetta di voti, che nella conta finale ha avuto un peso determinante.

In più c’è da annoverare l’ormai imbarazzante dissolvimento in Campania del Partito Democratico e del centro sinistra nel suo complesso. Addirittura “Campania Libera”, formazione di una vecchia volpe della politica regionale quale Tommaso Casillo, nata in appoggio al Governatore De Luca, ha presentato la propria lista nell’alleanza di centro destra. Preso atto della mancanza dell’appoggio del governatore De Luca, Tuccillo, suscitando qualche scalpore durante la campagna elettorale, ha invitato i dirigenti dem “a non farsi vedere da queste parti”.

In questa breccia si è inserito lo schieramento avversario. Un’armata impressionante composta da dieci liste, tutte unite per cacciare lo straniero dal comune, capitanate da Claudio Grillo, imprenditore di successo nel campo del commercio, ma  neofita della politica, che si è anche giovato del fatto che Tuccillo, politico capace ed esperto, ha sempre scaldato poco i cuori a causa di una certa immagine di estraneità al contesto locale (ha da sempre abitato a Napoli e molti peones del posto  puntualmente tirano fuori questa storia) che non è stato capace di scrollarsi di dosso nonostante le tra legislature da deputato eletto nel collegio afragolese.

È cosa arcinota a tutti però, che la vera mente politica, la longa manus dell’alleanza contro Tuccillo è stata sicuramente quella dell’onorevole Vincenzo Nespoli, già importante dirigente del M.S.I. prima, di Alleanza Nazionale poi (lo ricorderete vice della Mussolini nell’elezione a sindaco di Napoli contro Bassolino), ed ora,  stabilmente nelle fila addirittura della Lega di Salvini, dopo essere stato travolto da significative vicende giudiziarie tuttora in corso e relative condanne di interdizione dai pubblici uffici per cinque anni.

Forza Italia, Lega, Fratelli D’Italia, oltre a un folto gruppo di liste civiche imbottite di cavalli di razza in termini di acchiappa voti, galoppini, capipopolo che hanno tappezzato Afragola di manifesti a tutto spiano e che hanno battuto ogni angolo di città alla conquista spasmodica dei voti, personaggi insomma in grado di superare lo scoglio delle mille preferenze personali. Tant’è che lo stesso Grillo ha preso qualche punto percentuale in meno rispetto alla sommatoria delle liste che lo appoggiavano.

La campagna elettorale, va detto, è stata assolutamente di basso livello, un’istantanea scoraggiante per chi ritiene la politica una nobile arte. Insulti, ripicche, offese personali, invocazioni di punizioni giudiziarie o divine: tutto a discapito del confronto, non solo neanche lontanamente politico, ma neppure minimamente dialettico.

Il fiorire di liste civiche che non disegnano nessuno scenario di politica del territorio e di comunità, rappresentative esclusivamente dei loro ideatori, il progressivo svuotarsi di significato ideale e senso di appartenenza dei partiti tradizionalmente contrapposti (PD e Forza Italia), hanno ingenerato una competizione che di fatto è stata esclusivamente muscolare e numerica.

Difficile compito aspetta il mite Claudio Grillo, cui vanno i nostri migliori auguri: riuscire nella sfida quasi impossibile, usando anche la sua indubbia capacità imprenditoriale, di trasformare in un progetto politico univocamente determinato una congerie di liste ultra personali unite esclusivamente dalla volontà di cacciare Tuccillo dal Comune.

di Giulio Espero