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AUGURI DI BUON ANNO

by Flavio Cioffi
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Buon anno a tutti noi. Che il 2019 ci porti tutto quello che desideriamo. La pace nel mondo, certo. L’abolizione della povertà, sicuramente. Però, magari, anche quel posto di lavoro tanto inseguito. Quel referto medico che ci tranquillizzi. Il superamento di quell’esame, la conquista di quel cuore.

Non so come sia andato il 2018 a ciascuno di voi, spero benissimo, ma a livello generale non è stato un grande anno. La pace nel mondo non sembra più vicina, anzi, occhio alle guerre commerciali, tendono a degenerare. La povertà, anche a casa nostra, si aggrava e l’occupazione non aumenta.

La tragedia di Genova, nella sua vergognosa assurdità, è stata per tutti un doloroso richiamo alla realtà. Ci ha ricordato, o fatto capire, che siamo stati governati per tanti anni senza alcuna, vera, idea di Paese. Niente programmazione, niente manutenzione, niente sviluppo, tanti tagli lineari.

Non è un caso che solo qualche mese prima gli Italiani avessero mandato a casa un’intera classe dirigente, sperando che il “nuovo” si rimboccasse le maniche e portasse risultati. E’ presto per stilare bilanci, però la confusione e l’approssimazione che regnano, sia nella maggioranza di governo che nell’opposizione, non sono buoni segnali.

A livello locale le cose non vanno nello stesso modo ovunque. Inevitabilmente, il divario Nord-Sud si è aggravato e mentre su fanno massa critica e riscrivono le regole a loro vantaggio, quaggiù si va in ordine sparso con la mano tesa a chiedere l’elemosina. Quando la Padania si accorgerà che senza il Mezzogiorno non può andare da nessuna parte e le Regioni meridionali siederanno a un tavolo comune di concertazione programmatica, sarà sempre tardi.

Noialtri cosa possiamo fare? Forse, renderci conto che i risultati non dipendono solo dalla benevolenza del destino, ma anche dai nostri comportamenti quotidiani. Un abate benedettino che ho voluto incontrare affinché mi offrisse un angolo visuale diverso dal mio, maledettamente pragmatico, mi ha parlato del grave disorientamento della gente. Del frastuono che oggi determina la paura del silenzio. Quel silenzio che aiuta ad entrare in sé stessi. Dobbiamo tornare ai valori umani della solidarietà, della fraternità, dell’amicizia, dell’onestà dai quali ci siamo allontanati. La parola del 2019 è “ritornare”.

Detto laicamente, fermarsi a pensare per cercare di capire e scegliere di conseguenza. Aprendosi al confronto e alla collaborazione col prossimo per raggiungere obiettivi comuni.

Salute, benessere e felicità a tutti. Buon 2019.

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AUGURI DI BUON ANNO - Gente e Territorio - Newsupday - Italia 31 Dicembre 2018 - 10:31

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