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Il generale Lisi alla guida della vigilanza del consorzio ReseArch

by Flavio Cioffi
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Il generale Fabrizio Lisi è un ufficiale della Guardia di Finanza, oggi in pensione, in possesso di cinque lauree, libri e pubblicazioni, docenze universitarie, dottore commercialista e revisore ufficiale dei conti. Ha ricoperto nel corso della sua carriera incarichi di assoluto prestigio in Italia e all’estero. ReseArch è uno dei consorzi stabili, operanti nel settore dei lavori pubblici, più grandi del panorama nazionale, in grado di essere un general contractor completo.

I due si sono incontrati avviando una collaborazione professionale volta a garantire l’efficienza e il rigore della gestione consortile, tanto più necessari alla luce del ruolo sempre più importante che i consorzi stabili vanno assumendo. Il generale Lisi è infatti diventato Presidente dell’organo di vigilanza del consorzio ReseArch.

Generale, qual è stato il suo ultimo incarico?

Ufficiale di collegamento della Guardia di Finanza con il Ministero della difesa. In particolare, mi sono occupato dell’emergenza dei migranti dalla Libia. In realtà mi ero già occupato di immigrazione, dall’Albania, nel 1997, nel periodo della seconda rivoluzione che aveva colpito il Paese delle Aquile.

Quali differenze ha riscontrato tra il fenomeno albanese di allora e quello libico dei nostri giorni?

In Albania si partì con un accordo tra il Governo italiano e quello albanese per favorire le condizioni di una nuova stabilità. Questa è la differenza principale, la volontà delle massime cariche dei due paesi (con tutte le ovvie difficoltà di realizzarle, ma ci siamo riusciti). Con la Libia l’intesa intergovernativa è molto più difficile. Poi bisogna considerare che il fenomeno attuale è molto più complesso, in quanto non riguarda solo la Libia ma molti paesi dell’Africa subsahariana, la Siria ed altri ancora. Si tratta di un’emigrazione mista fra migranti economici e migranti che fuggono dalle guerre. Quindi è molto complessa, molto più di quanto immaginiamo, anche per le variabili sottese al fenomeno con la presenza di organizzazioni criminali che sfruttano il traffico e l’incombenza del terrorismo.

Come mai oggi è passato ad occuparsi di lavori pubblici?

Non è la prima volta che me ne occupo. Il mio è un background specifico di vigilanza e controlli, in materia tributaria, valutaria, antiriciclaggio. Esperienze che mi piace mettere a disposizione del Consorzio e delle aziende consorziate, la cui serietà nei rapporti con i privati e con la Pubblica Amministrazione è sotto gli occhi di tutti e va sottolineata e valorizzata.

Una scommessa importante.

Non c’è dubbio. Ma sono abituato a lavorare con determinazione, entusiasmo e soprattutto spirito di sacrificio. Farò altrettanto con lo staff dei professionisti del Consorzio, sicuro che sia questo l’approccio migliore.

Alla luce della sua esperienza, quali sono gli elementi di maggiore criticità del settore?

Probabilmente il rapporto fra privato e pubblico, che deve migliorare. Anche nella fiducia reciproca. E poi esiste il problema della celerità e della snellezza delle procedure. Nei posti “chiave” della P.A. ci devono essere persone preparate, che sappiano redigere capitolati ben fatti che non si prestino a situazioni equivoche o ad illeciti, predisposti tenendo conto dei suggerimenti delle Associazioni di categoria. Le gare al massimo ribasso secondo me andrebbero abolite. Poi la Pubblicità Amministrazione deve essere veramente trasparente, aspetto importantissimo in materia di anticorruzione. Quando si interloquisce con gli Enti pubblici è necessario sapere esattamente con chi e con che cosa si ha a che fare. La Giustizia amministrativa deve essere rapidissima, magari con Sezioni dedicate ai ricorsi sugli appalti pubblici (semmai per i più rilevanti), e il giudizio non può sospendere lo svolgimento della gara. Sono le stesse cose che dissi al dottor Cantone appena assunse l’incarico all’ANAC. Fui il primo con cui si confrontò e, devo dire, ho riconosciuto con piacere alcuni temi di quella prima chiacchierata in suoi successivi interventi e nelle sue azioni.

Come giudica la scelta di Cantone di dimettersi anzitempo dall’ANAC?

Sono sicuro che abbia svolto il suo ruolo con grande professionalità, portando in un’Autorità indipendente quella che era la sua esperienza di magistrato, dalla quale ha comunque mantenuto sempre una certa distanza. Probabilmente in quel momento storico ha ritenuto che il suo compito fosse esaurito. Ora forse il sistema degli appalti necessita di una maggiore “apertura” a regole più snelle, senza che ciò comporti meno rigore, per evitare gare infinite o aggiudicazioni “facili” il cui danno principale cade sempre sulle spalle delle aziende serie e, in ultima sostanza, di noi cittadini. Cantone rappresenta una grande risorsa per il Paese e certamente andrà a ricoprire altri incarichi. Merita rispetto, gratitudine e molti auguri.

Anche lei ha bisogno di auguri per il suo nuovo impegno professionale.

Graditissimi e, se posso permettermi, ancora di più perché mi vengono da… un “collega”. Da Capo Ufficio Stampa della GdF sono stato direttore del “Finanziere”, della “Rivista della Guardia di Finanza” e della “Gazzetta Tributaria”. Sono ancora giornalista pubblicista e mi fa piacere iniziare il mio nuovo percorso ricambiando l’intervista con un caloroso “buon lavoro”.