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Il Sannazaro tra assemblee, ricorsi e dissociazioni

by Noemi Vorro
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Torniamo sulla nota questione del liceo Sannazaro che non ha abbastanza aule per tutti gli alunni iscritti che sono stati quindi mandati al mare o in piscina.

L’altro ieri mattina, oltre un migliaio di studenti si sono presentati fuori scuola e, invece di entrare, si sono riuniti in una sorta di assemblea autogestita a piazza Fuga. I loro rappresentanti hanno esposto il piano che intendevano proporre, di lì a poco, al Consiglio d’istituto e cioè rotazione su 6 giorni, anche se la scuola è organizzata su 5. Altri hanno proposto soluzioni diverse, ma la maggioranza ha preferito la rotazione. A un certo punto qualcuno ha diffuso la voce dell’arrivo di una volante della polizia e allora i ragazzi, temendo chissà cosa, si sono trasferiti sugli scaloni che danno su via Sanfelice. Ci sono voluti degli avvocati (spuntati da dove?) per tranquillizzarli e farli tornare in piazza. Alla fine, rotazione è stata. Si torna a scuola di sabato.

Questo il resoconto sommario del ’68 degli studenti del Sannazaro.

Ma non si è sentita solo la loro voce. Negli ultimi giorni la stampa e persino la TV nazionale si sono ampiamente occupati della cosa, è addirittura intervenuto il vicepremier Di Maio. Ci dev’essere qualche famiglia con buoni rapporti.

Anche se non tutti concordano. Pare, infatti, sia nato un comitato di genitori che ha incaricato un legale di impugnare il provvedimento. Avrebbero scelto il Sannazaro anche per avere il sabato libero, non si possono cambiare così le carte in tavola. Vogliono pure i danni e potrebbero anche ottenerli.

Forse anche in previsione di eventuali responsabilità di questo genere, trenta professori del Sannazaro hanno pubblicato una dichiarazione con la quale si sono dissociati dalle scelte della loro preside, definite irrituali, bizzarre e stravaganti, hanno chiarito che il collegio docenti non ne sapeva niente, si sono detti delusi e amareggiati dell’ “ultimo atto di un lungo processo che ha portato ad un black-out di comunicazione nella scuola di cui non ci sentiamo responsabili”, hanno nientemeno scomodato la Costituzione repubblicana.

Perdindirindina, questa si che è vis burocratica.