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LA FORMA DELL’ACQUA

by Carla Lauro
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Regia di Guillermo Del Toro. Con Sally Hawkins, Octavia Spencer, Richard Jenkins, Michael Shannon

A Baltimora, in piena Guerra Fredda, Elisa Esposito, una giovane fanciulla muta dalla nascita, è addetta alle pulizie all’interno di un laboratorio governativo di ricerca scientifica.

Le giornate della timida e solitaria ragazza sono scandite da piccoli gesti quotidiani che rendono la sua esistenza piatta e priva di colore.

Ciononostante Elisa è una ragazza positiva, ama guardare le grandi dive della tv che danzano in abiti luccicanti e sogna l’amore.  Il suo lavoro è tutt’altro che gratificante ma l’amica e collega afroamericana Zelda riempie ogni attimo della sua giornata e, in modo premuroso, si prende cura di lei con affetto.

Elisa, specchiandosi negli sguardi superficiali degli altri, si sente profondamente incompleta ed intrappolata in un mondo al quale sente di appartenere poco.

La sua vita procede come sempre, senza grosse aspettative, fino a che non scopre che all’interno del laboratorio è stata portata una misteriosa creatura anfibia.

Giorno dopo giorno la ragazza, incuriosita ed affascinata dallo strano essere che vive fra acqua ed aria, scopre che questo risponde ai suoi timidi stimoli con intelligenza ed è dotato di una gran sensibilità, oltre che di una spiccata ricettività.

Elisa è decisa a voler salvare questo uomo- anfibio nei confronti del quale inizia a provare dei sentimenti e, con l’indispensabile aiuto del suo amico Giles e dell’insostituibile Zelda, riuscirà a liberarlo dalle torture del colonello Strickland, che ha l’ordine di ucciderlo e vivisezionarlo.

Vincitore di 4 premi Oscar, tra cui miglior film e miglior regista e Leone d’Oro alla 74esima Mostra d’arte cinematografica di Venezia, ‘La forma dell’acqua’ è un film che non può passare inosservato.

Si tratta di una storia d’amore, una favola romantica, un’ode al cinema classico.

Ha dentro di sé luci ed ombre che lo rendono in parte assimilabile ad un musical e a tratti più vicino ad un thriller.

La colonna sonora, per la quale il film ha ricevuto uno dei numerosi Oscar, è sublime e sognante, sopperisce alla mancanza di comunicazione verbale ed accompagna le scene mute fatte di soli sguardi e gesti, facendo scorrere le scene con estrema fluidità. Tutto è coerente e decisamente armonioso tanto che il regista riesce a farci percepire non solo la forma dell’acqua, ma anche il suo suono e i suoi colori in un’esplosione di stimoli evocativi per la vista e per l’udito.

Dietro una maniacale accuratezza delle scene ed immagini dal forte impatto visivo, tanto da considerare il film come il capolavoro estetico del regista messicano, si cela una semplice storia d’amore forse prevedibile ed un po’ scontata ma decisamente emozionante nella sua estrema purezza. Ciò che traspare è il sentimento tenero fra due creature così differenti eppure accomunate dalla loro diversità rispetto al mondo ed unite in un fronte comune contro lo stesso nemico.

In sostanza del Toro costruisce una fiaba dal risvolto morale potente: l’amore vince sulla paura della diversità.

di Carla Lauro