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Emergenza Ischia. Parla il commissario Grimaldi

by Flavio Cioffi
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“Spero che il Governo provveda al più presto ad emanare la legge sulla ricostruzione dei territori colpiti dal sisma di Ischia perché sarebbe un grande segnale alla popolazione e metterebbe anche in condizione le amministrazioni e la Regione Campania di velocizzare il tutto. E parliamo di una legge che non deve concentrarsi solo su abbattimento o ricostruzione ma dovrebbe trovare anche soluzioni strutturali per ovviare al rischio idrogeologico così da utilizzare quelle aree una volta messe in sicurezza”. A parlare è Pippo Grimaldi, architetto funzionario della Regione Campania e Commissario per l’Emergenza di Ischia dopo il recente terremoto.

Architetto quali sono i suoi compiti?

Devo predisporre un piano di interventi per l’assistenza e il soccorso alla popolazione colpita, quelli di somma urgenza attivati dalle Amministrazioni interessate ed eventuali altri urgenti; oltre alle valutazioni sul contributo di autonoma sistemazione per le famiglie sfollate e l’eventuale assistenza per le famiglie alloggiate in strutture diverse. Inoltre il presidio delle due  zone rosse individuate, prima del mio insediamento, a Casamicciola e Lacco Ameno e infine la predisposizione del fabbisogno complessivo per i danni.

 

Ha incontrato difficoltà nella collaborazione istituzionale?

Non credo sia una questione di collaborazione o aiuto. Il punto è che nessuno è preparato all’emergenza e questo crea delle criticità. Ed è evidente che i problemi che derivano da un sisma rendono qualsiasi rapporto più complesso, soprattutto quando, come nel nostro caso, le amministrazioni locali soffrono di carenza di personale.

 

Quale situazione ha trovato sul campo quando si è insediato e cosa è cambiato?

Quando mi sono insediato sull’isola c’erano 740 persone tra Vigili del fuoco, Finanza, Carabinieri, Forze Armate, Regione Campania, Protezione Civile nazionale, oggi che stiamo cercando di rientrare nell’ordinario, stiamo lavorando con le Amministrazioni interessate per redigere il piano degli interventi e soprattutto per relazionare sul fabbisogno complessivo per i danni. Allo stato sono state presentate istanze per circa 2400 verifiche di agibilità e sono stati esperiti praticamente tutti i sopralluoghi a meno di una settantina forse da ripetere per questioni burocratiche. Da queste verifiche risultano circa 400 abitazioni agibili e 1200 inagibili. Di queste parte necessitano di piccoli interventi, in altri casi c’è un’inagibilità totale.

Cosa resta da fare?

Dopo aver proposto il piano degli interventi al Capo del Dipartimento della protezione civile, alla cui approvazione è soggetto, entro novembre stabiliremo il fabbisogno dei danni. Tenga conto che risultano circa 1600 sfollati di cui 850 alloggiati in strutture alberghiere mentre il resto ha trovato soluzioni alternative. Saranno controllate tutte le domande per i contributi di autonoma sistemazione e verificate tutte le persone alloggiate negli alberghi. Saranno verifiche e controlli capillari. La popolazione, che si è mostrata molto collaborativa, deve aver pazienza perché non si tratta di situazioni che si risolvono in un paio di mesi. Capisco il disagio che i cittadini stanno avendo e avranno ancora, ma il mio invito è a stare tranquilli perché non saranno abbandonati. La legge sulla ricostruzione sarà fatta determinando i relativi parametri. E’ solo un problema di tempi, ma i tempi si sa in Italia come vanno.

 

Dall’idea che si è fatto, anche grazie alla sua esperienza, il patrimonio edilizio danneggiato presentava vizi d’origine?

Queste sono valutazioni che non stiamo facendo perché non sono utili né per la redazione del piano né per la determinazione del fabbisogno. La legge fisserà i criteri per ricostruire: rispetto alla tipologia, al tanto vituperato condono edilizio, alle tematiche urbanistiche ed edilizie.

 

Quali risorse economiche le sono state messe a disposizione?

Complessivamente 9 milioni e mezzo di euro di cui 7 dal Governo e il resto dalla Regione Campania.

 

Li ha materialmente avuti?

Ancora no. Ma arriveranno sulla contabilità speciale quanto prima.

 

Quale ruolo ha svolto, aldilà della sua funzione, la Regione?

Ha dispiegato mezzi e uomini ed ha immediatamente chiesto la sospensione dei tributi al Governo. Altrettanto rapida è stata la Protezione Civile.

 

Quando pensa che finirà lo stato di emergenza e poi le amministrazioni locali saranno in grado di gestire le fasi successive?

Spero quanto prima. Non sono un amante delle emergenze e sono convinto che prima si rientrerà nell’ordinario prima si potrà iniziare a programmare la ricostruzione. Certo si tratta di una problematica troppo ampia per essere gestita dai Comuni se non in collaborazione con un ente sovracomunale, ne sono certo, perché riguarda l’urbanistica, l’edilizia, l’individuazione di aree idonee, lo smaltimento delle macerie, la ricostruzione fuori sito, il rischio idrogeologico.