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Mercoledì convegno sullo stato di attuazione del Servizio Idrico Integrato

by Salvatore Villani
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Di Salvatore Villani

Presidente della Sezione Campania dell’Associazione Idrotecnica Italiana

Il 15 novembre prossimo si terrà a Napoli, presso l’Aula Magna della Scuola Politecnica e delle Scienze di Base – Piazzale V. Tecchio 80, il Convegno sullo stato di attuazione del Servizio Idrico Integrato, occasione di discussione sul tema fra esponenti delle istituzioni, dei gestori, degli imprenditori e degli accademici provenienti dalle diverse regioni italiane.

È noto che la legge nazionale di riassetto del Servizio Idrico Integrato e le leggi regionali sono approvate da tempo. Con l’affidamento all’Autorità dell’Energia Elettrica e del Gas anche della regolazione del SII, il quadro normativo risulta definito. Ma le realtà sul territorio risultano ancora diverse e, in molti casi, lontane dalla piena applicazione delle disposizioni normative.

È naturale porsi quindi una serie di domande alle quali si tenterà di fornire una risposta nel corso del Convegno che, a titolo di esempio, si propongono di seguito:

  • I gestori dispongono di una risorsa idrica sufficiente al fabbisogno del territorio di competenza e sono affidatari del Servizio Idrico Integrato o solamente di parte di esso?
  • Considerando che gli ATO hanno competenza territoriale all’interno dei confini amministrativi di Regioni e Province, gli schemi acquedottistici, i sistemi fognari, gli impianti di depurazione coprono il fabbisogno della popolazione residente o è necessario ricorrere a scambi con ATO contigui?
  • È possibile tracciare un bilancio fra l’acqua immessa e quella fatturata sulla scorta di misure e le portate delle acque luride e depurate sono note o ci si affida a stime? È possibile, pertanto, tracciare un bilancio attendibile fra la dotazione idrica giornaliera e le acque collettate e depurate?
  • La normativa tiene conto della gestione del SII nell’ordinarietà ma, è un tema di attualità, nel caso di crisi idrica dovuta a siccità o altre calamità, esistono e sono approvati piani d’emergenza e, se si, esistono sistemi di controllo accurati sui maggiori quantitativi emunti dalle falde profonde o derivati da risorse superficiali a causa di una probabile maggiore concentrazione di sostanze inquinanti?
  • Il sistema premiante e sanzionatorio varato dall’Autorità è in grado di innalzare l’efficienza media delle gestioni o rischia di premiare i gestori già virtuosi e penalizzare quelli meno virtuosi sottraendo dalla tariffa quel margine che permetterebbe di eseguire investimenti per equilibrare la gestione del SII?

L’efficienza delle gestioni è, quindi, centrale perché da essa deriva il costo del Servizio Idrico per i cittadini, che vogliono disporre di una risorsa idrica abbondante, di buona qualità ed a basso prezzo; essendo di norma poco interessante per gli utenti la complessità dei sistemi acquedottistici, di quelli di raccolta e smaltimento dei reflui, degli impianti di depurazione ed i conseguenti problemi dei gestori che devono provvedere all’esercizio e manutenzione delle opere.

In definitiva le disposizioni normative sono uguali su tutto il territorio nazionale, ma diverse sono le condizioni di gestione del Servizio Idrico. Proseguendo da nord verso sud, man mano che le risorse idriche si allontanano dai centri di consumo a causa del clima generalmente più asciutto e per le precipitazioni maggiormente variabili nelle diverse stagioni, aumenta la complessità degli impianti acquedottistici, che spesso trasferiscono risorse senza tener conto del naturale corso delle acque, superando i confini amministrativi provinciali ed in alcuni casi anche quelli regionali. Necessariamente, gli impianti per lo smaltimento dei reflui e la depurazione sono realizzati all’interno di bacini imbriferi, ne consegue che non sempre c’è coincidenza fra la popolazione servita dagli acquedotti e quella servita dallo smaltimento e depurazione, generando diseconomie e partite di dare ed avere fra ATO contigui ed interregionali.

Gli argomenti ai quali si è accennato sono sufficienti per suggerire l’organizzazione di un Convegno nel quale dare spazio di discussione a chi opera quotidianamente nel campo delle risorse idriche. Tale suggerimento è stato accolto dalla Sezione Campania dell’Associazione Idrotecnica Italiana che ha organizzato l’evento in argomento.

L’Associazione Idrotecnica Italiana è una associazione senza scopo di lucro fondata nel 1923 ed ha lo scopo di promuovere ed agevolare lo studio dei problemi concernenti l’utilizzazione e la gestione delle risorse idriche, la salvaguardia dei corpi idrici e la difesa dell’ambiente in rapporto all’azione delle acque. A tal fine si è proposta di promuovere ed incoraggiare studi e ricerche in campo idrotecnico favorendo la diffusione dei risultati fra i soci, creare ed intensificare rapporti di cooperazione con organizzazioni od enti, italiani e stranieri, nonché con le competenti amministrazioni pubbliche, organizzare congressi, convegni, riunioni, commissioni di studio, nonché farsi rappresentare presso enti, comitati, commissioni nazionali ed internazionali. Inoltre, di fornire ai soci che ne facciano richiesta informazioni tecnico-giuridiche per studi, ricerche, progetti o pratiche amministrative, concernenti questioni idrotecniche e, infine, di provvedere alla raccolta sistematica del materiale bibliografico, dei dati e delle notizie in genere utili al conseguimento degli scopi sociali.

Per conseguire tali finalità anche a livello locale, l’Associazione è presente su tutto il territorio della Repubblica attraverso le sue dodici Sezioni. In particolare la Sezione Campania, la cui Sede è presso il Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile ed Ambientale dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, è attiva nella nostra Regione dai primi anni ’80 distinguendosi con una continua attività, spesso di rilevanza nazionale, di convegni, seminari, giornate di studio su specifici argomenti riguardanti il campo dell’idrotecnica: dagli acquedotti alle fognature ed impianti di depurazione, dalla produzione di energia alle bonifiche ed alla salvaguardia del territorio.

L’Associazione si avvia a compiere i cento anni di attività vissuti ricercando la soluzione di problemi concernenti l’idrotecnica sin da quando era necessario accompagnare la trasformazione dell’economia italiana da agricola ad industriale, realizzare la ricostruzione postbellica e, negli anni più recenti, affrontare i problemi connessi con le maggiori dotazioni idriche ai cittadini ed i conseguenti problemi di smaltimento e depurazione dei reflui.

La sfida per il futuro sarà la difesa del territorio dai cambiamenti climatici, che hanno determinato la maggiore frequenza degli eventi estremi, e dal consumo del suolo che determina la sua impermeabilizzazione con conseguenti problemi di smaltimento di maggiori quantità di acque meteoriche e di impoverimento delle falde.