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Universiadi. La cultura in campo

by Piera De Prosperis
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I grandi eventi rappresentano per ogni città che li ospita un momento di crescita, ma anche, soprattutto, di difficoltà legate alla sostenibilità ambientale ed economica dei progetti messi in campo.

Stiamo parlando delle Universiadi che sono in programma dal 3 al 14 luglio 2019 a Napoli e in tutta la Campania.

Sappiamo quanto fragile e delicato sia il nostro territorio e il suo patrimonio infrastrutturale. Aver accettato questa sfida fa tremar le vene e i polsi degli amministratori, che, però, sembrano voler mostrare i muscoli. Ma saremo pronti? Sulla città si abbatterà un vero tornado in termini di traffico, sostenibilità ambientale, afflusso turistico e non solo.

“Per le Universiadi di Napoli vogliamo un boom di presenze e ritorni economici come l’Expo di Milano. Questo evento è una straordinaria occasione per cancellare l’immagine negativa della città nel mondo. Per la Regione Campania è un investimento che ha richiesto coraggio e un po’ di incoscienza”.

Queste le parole del presidente De Luca al momento della presentazione dell’evento al CONI, anche se a Milano l’allora commissario per l’Expo, il sindaco Sala, è indagato per abuso d’ufficio e i numeri dell’evento non sembra siano stati poi così positivi.

Che Napoli debba reggere la forza d’urto è indubbio, che gli investimenti potrebbero, se correttamente gestiti, consentire il recupero di strutture dequalificate è altrettanto vero, ma cerchiamo per lo meno di scegliere, quando è necessario, soluzioni logiche e soprattutto sostenibili.

E’ degli ultimi giorni la polemica relativa alla dislocazione abitativa degli atleti: dove li mettiamo? Sulle navi? Nell’ex villaggio Nato di Bagnoli? Ed ecco il coniglio dal cilindro: la Mostra d’Oltremare.

Il progetto prevede la realizzazione di 2500 casette prefabbricate per 7200 atleti. Entro quindici giorni dovrebbe arrivare l’ok definitivo. Le casette, capaci ognuna di ospitare tre atleti, resterebbero poi a disposizione della protezione civile.

Ma le autorità sanno che la Mostra è un giardino storico, un ecosistema con un equilibrio delicato? Con tante aree dismesse se ne va a scegliere proprio una di pregio?

De Luca ha già preso le distanze, non è d’accordo, e ha scaricato la responsabilità sul prefetto Latella, nominata per velocizzare le procedure (!?), non per fare scelte all’ultimo minuto, magari per accordare troppi interessi.

Se questa manifestazione è un vero e proprio festival internazionale dello sport e della cultura, bisognerebbe mettere l’accento sul secondo termine dell’endiadi.

Amministratori, atleti, spettatori, popolo dovrebbero scegliere in maniera consapevole comportamenti corretti, acquisire una sensibilità e coscienza collettiva di fronte a problematiche che coinvolgono l’intera regione, contrapporre il bene comune alla schiavitù della necessità.

Solo così la manifestazione avrà raggiunto il suo scopo, perché vorrà dire che tutte le scelte messe in campo sapranno proteggere il nostro patrimonio.

LA CULTURA È L’ANTITOSSINA DELL’UOMO (Armin Bernhard)

di Piera De Prosperis