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“1917” viaggio apocalittico

by Vincenzo Pepe
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Miglior film, migliore regia, migliore sceneggiatura originale, migliore colonna sonora, migliore fotografia, migliori effetti speciali visivi, miglior trucco ed acconciature, migliore scenografia, miglior sonoro e miglior montaggio sonoro. Con queste candidature, ben dieci, il tanto osannato film sulla Prima Guerra Mondiale, ‘1917’ di Sam Mendes, si presenta alla prossima 92esima edizione degli Oscar datata 9 Febbraio 2020. Sopra di esso solamente ‘Joker’ con una nomination in più.

Già ancora prima dell’uscita nelle sale cinematografiche, ‘1917’ ha stupito tutti nell’ultima edizione dei Golden Globes, aggiudicandosi ben tre premi: miglior film drammatico, migliore regia e migliore colonna sonora originale. Di certo se fosse uscito giusto tre anni fa, proprio per il centenario del penultimo anno della Grande Guerra, l’effetto ‘anniversario’ avrebbe di sicuro sortito maggiori risultati positivi creando, comunque, notevoli aspettative non solo tra il pubblico ma anche tra gli addetti ai lavori.

La sceneggiatura del film, sviluppata sempre dallo stesso regista in coppia con Krysty Wilson-Cairns, è ispirata dai racconti che Sam Mendes ascoltava da suo nonno. Il risultato: non un film banale, non un videogame bellico nonostante gli effetti speciali, bensì un mero viaggio apocalittico fra trincee lastricate di morti e campi deserti ricolmi di trappole.

La fotografia ed il montaggio proiettano lo spettatore in tutto e per tutto in quella follia durata quattro lunghi anni e qualche mese. I piano-sequenza, intesa come tecnica cinematografica di riprendere diverse scene mediante la fruizione di un’unica inquadratura, lasciano senza fiato. Gli effetti speciali sono usati non per oscurare la trama ma per completarla.

Nonostante ciò l’incredibile successo che sta travolgendo questo film, però, riguarda solo ed essenzialmente l’aspetto puramente tecnico, ovvero per come è stato realizzato. La trama, invece, è stata accostata, in maniera un po’ impropria ed azzardata, all’iconico film di Steven Spielberg ‘Salvate il soldato Ryan’ del 1998. All’epoca la storia del soldato da salvare commosse il mondo, ottenendo ben 11 nomination agli Oscar. Conquistandone solamente cinque.

Per molti ‘1917’ potrebbe non solo ripetere quel risultato, in parte quasi raggiunto con le nomination, ma di migliorarlo in fatto di statuette conquistate. C’è da dire comunque che l’aspetto tecnico non sempre aiuta ad ottenere una completa consacrazione alle cerimonie di premiazione. Se su quasi tutte le candidature è pacifico che il film venga, in realtà, contemplato; ce né una in particolare che non convince in pieno. Quella relativa a ‘miglior film’. Ovviamente è solamente un’ipotesi che verrà smentita la notte del 9 febbraio prossimo. Ma la sensazione che in questo colossale lavoro, in questa mastodontica ricostruzione di quel brutale periodo storico, è che forse il regista abbia dimenticato l’aspetto ancor più fondamentale per rendere un’opera, nella sua essenza, completa: quello umano.

Se come detto Spielberg commosse spiazzando tutto il mondo nel 1998 con il suo lungometraggio, Sam Mendes di sicuro ha conquistato tutti ma solo dal punto di vista visivo e non delle emozioni. Non si discute, comunque, l’ottima prova del giovane attore britannico George MacKay, già visto nella serie televisiva tratta dal romanzo di Stephen King ’22.11.63’, dimostrando già una notevole maturità in alcuni ruoli non facilmente approcciabili all’inizio, e degli altri attori presenti nel cast. Ma serviva più attenzione da parte dello stesso Mendes nel coinvolgere ancor di più lo spettatore, sprecando anche un’ottima colonna sonora in alcuni momenti del film.

In conclusione, ‘1917’ non è un’occasione mancata, anzi; è buon film da vedere e rivedere per ammirare la ricostruzione storica del periodo bellico e per apprezzare il grandissimo lavoro sugli effetti speciali, la scenografia e la fotografia. Ma pecca, purtroppo, di esser troppo asettico per lasciare il segno in chi vede il film. Alcuni lo hanno paragonato, addirittura, al videogioco ‘Call of Duty’; per altri invece, comunque, non ha superato Steven Spielberg e forse non lo supererà mai. Ma bisogna attendere ancora dieci giorni. La notte degli Oscar è ormai vicina.