Home Cultura LE CITAZIONI: Zolo. Il coraggio del pessimismo

LE CITAZIONI: Zolo. Il coraggio del pessimismo

Danilo Zolo

by Redazione
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“Danilo Zolo nasce nel 1936 a Rijeka, oggi in Croazia, allora parte del Regno d’Italia. Si trasferisce poi con la famiglia a Tri­poli – il padre era un ufficiale dell’esercito – e successivamen­te in Friuli. È difficile non ipotizzare un qualche legame fra i luoghi e le esperienze dell’infanzia e l’impegno per la pace che ha segnato tutta la sua vita”: così Luca Baccelli introduce la figura del giurista e filosofo del diritto scomparso nel 2018. La citazione riproduce le conclusioni di “Granelli di sabbia”, una raccolta di scritti, il cui sottotitolo, “Il coraggio del pessimismo”, esprime preoccupazione sulla tenuta dei fondamenti della civiltà del diritto europea e occidentale.

 

«Nel contesto dei processi di globalizzazione la logica della guerra sta nettamente prevalendo sulle aspettative della pace. Una potenza egemone è diventata l’alfiere della guerra e oggi minaccia apertamente persino il ricorso al suo potentissimo arsenale nucleare. Nel frattempo il diritto internazionale sta attraversando una crisi molto grave, che è nello stesso tempo causa e conseguenza della paralisi delle Nazioni Unite. Dalla fine del bipolarismo a oggi gli Stati Uniti e i loro alleati occiden­tali non solo hanno usato la forza militare in sistematica vio­lazione del diritto internazionale, ma ne hanno esplicitamente contestato le funzioni in nome di un loro incondizionato jus ad bellum (diritto alla guerra, ndr). In queste circostanze il riferimento interpretativo a un modello premoderno di ordine mondiale – universalistico, monoteistico, imperiale – non sembra fuori luogo.

Se è così, siamo in presenza di una regressione che ci ri­porta, nel migliore dei casi, agli inizi del secolo scorso, alla situazione precedente lo scoppio delle due guerre mondiali, con il connesso pericolo di un sempre più diffuso ricorso all’uso della forza da parte delle potenze che dominano il mondo. Sta probabilmente per aprirsi un lungo ciclo di nuo­ve guerre – di guerre globali – che né il diritto, né le istituzio­ni internazionali, nella situazione di crisi in cui oggi versano, potranno fermare o limitare nei loro effetti più distruttivi.

Sembra evidente che un sistema giuridico internazionale può esercitare effetti di ritualizzazione dell’uso della forza – sottomettendola a procedure predeterminate e a regole generali – solo a condizione che nessun soggetto dell’or­dinamento possa, grazie alla sua potenza soverchiante, considerarsi ed essere considerato legibus solutus (assoluto, non soggetto alle leggi, ndr). Dunque, il primo compito dei pacifisti sembra oggi quello di com­battere per un mondo multipolare e per un dialogo fra le civiltà del pianeta che consideri le differenze culturali e la complessità del mondo come una preziosa risorsa evolutiva e non come un ostacolo allo sviluppo e alla pace. La ‘lotta per il diritto’, e cioè l’impegno per un mondo meno vio­lento e meno spietatamente diviso fra paesi ricchi e paesi poveri, si profila oggi anzitutto come una battaglia per il politeismo delle fedi, delle culture e delle civiltà.»

Danilo Zolo, Granelli di sabbia.

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