Solo ieri, 19 maggio, tre nuovi morti sul lavoro: in Toscana, Campania e Sicilia. E non so se l’incidente stradale nel comasco, nel quale è rimasta tragicamente coinvolta un’insegnante in gita scolastica, sia tecnicamente un incidente sul lavoro. Certo lei stava lavorando.
Una strage che va avanti da sempre, che è connaturata con il nostro sistema produttivo. Non c’è legge che possa fermarla completamente e definitivamente. Sarebbe come abolire per decreto lo sfruttamento o la guerra o la fame nel mondo. Però può ridurne la portata, l’impatto, l’entità. E se anche si riuscisse a salvare una sola persona, sarebbe comunque benedetta.
I referendum del prossimo giugno si propongono di andare in questa direzione. I quesiti sono, inevitabilmente, un guazzabuglio burocratese leguleico e non è neanche così scontato che siano quelli giusti. Ma, paradossalmente, non importa. Conta la presa di posizione, il coinvolgimento. Conta quanta gente andrà a votare dicendo si, è anche un mio problema. Si, voglio risolverlo. Si, sono dalla parte dei lavoratori.