Il nuovo PALAZZETTO POLIFUNZIONALE DELLO SPORT, in corso di costruzione, finalmente verrà a sanare una gravissima carenza che – incredibilmente per una cittadina nota nel mondo – si è perpetuata da ormai quasi un secolo, considerato il fatto che, nell’ormai imminente anno 2028, la Città di Pompei festeggerà il proprio centenario, dalla “fondazione” amministrativa della Città nuova – quella dei vivi e della società civile – avvenuta nell’anno 1928.
Da quell’anno – circa cent’anni fa – intere generazioni di giovani pompeiani si sono avvicendate e letteralmente “arrangiate” con lo spelacchiato pima Campo sportivo comunale, poi Campo Sportivo Vittorio Bellucci, intitolato nel dopoguerra a un carabiniere originario di Pompei, che – da eroe di guerra, premiato con la Medaglia d’Argento al Valor militare – si sacrificò per la liberazione dell’Italia e dell’Europa dalle forze nazi-fasciste durante la Seconda Guerra Mondiale.
Altri pochi campetti in terra battuta – quando non addirittura in cemento (!) – furono poi teatro di manifestazioni sportive e ginniche, spesso coordinate e dirette dal personale dell’Istituto Bartolo Longo, allora dei “Figli dei carcerati”.
Per il resto: poco o nient’altro.
Negli anni Ottanta del Novecento, a partire dal 1986, fu messo in cantiere un Centro Sportivo in Contrada Fossa di Valle, a Nord del Centro Città, seguito da alcuni Piani di Insediamenti Produttivi/ P.I.P. in cui si prevedevano, tra il tanto altro, anche speciali vasche per gli allenamenti degli allora famosissimi fratelloni canottieri di Pompei, i Campioni Olimpici Abagnale con il loro Allenatore La Mura.
Ma tutto finì nel tritacarne di Tangentopoli, non quella milanese, bensì quella nostrana e casareccia, costellata di “pampuglie” di conio gaviano.
Conforta ora la nostra memoria, ormai agée, un breve stralcio tratto dal libro, recentemente riedito per i tipi di Flavius, nel 2024, dal titolo “Un Prelato Pontificio Partigiano combattente a Pompei nel Dopoguerra”.
In esso l’autore del libro e di questo articolo sinteticamente scrive: “Era l’epoca in cui a Castellammare come a Torre Annunziata e a Pompei – in un sabba frenetico di arresti, dimissioni, confessioni e latitanze – si disfacevano gli epigoni di periferia del malcostume della Prima Repubblica tra gli ululati di sirene delle gazzelle e dei cellulari, che allora erano soltanto cosa ben diversa dai telefonini oggi imperanti”. In quella vicenda della Tangentopoli pompeiana il cantiere del Complesso sportivo di Fossa di Valle fu sequestrato ed è rimasto ignominiosamente abbandonato nel quarantennio trascorso dagli anni Ottanta del ‘900 a oggi.
Il Tempo trascorso ha avuto modo di trasformare un’opera sportiva in costruzione in una cloaca massima di rifiuti rugginosi e abbandono.
A questo punto, però, bisogna dare atto al Sindaco Lo Sapio di avere piazzato un doppio colpo risolutivo.
Per il Complesso sportivo di Fossa di Valle ha previsto il recupero, con il completamento dei Lavori nonché, in particolare, un accesso carrabile capace di accogliere, ma anche di smaltire il traffico veicolare, urbano e interurbano, che sicuramente si svilupperà copioso, anche grazie ai successi sportivi che la Squadra di Calcio del F.C. Pompei ha colto nella Serie D del Campionato nazionale, in questa stagione sportiva 2024-2025.
Inoltre, Lo Sapio ha proceduto recentemente alla inaugurazione del cantiere dei lavori del Palazzetto dello Sport in Via S. Abbondio, a sud del Centro città.
Volendo raccontare qualcosa in più al lettore circa il Palazzetto dello Sport, chi scrive ha incontrato personalmente l’ingegnere Annamaria Somma del VI Settore Lavori Pubblici del Comune di Pompei, Responsabile Unico del Procedimento.
Possiamo precisare quindi ora che il nuovo edificio avrà una Pianta Rettangolare di oltre 40 x 40 metri, per una area coperta di circa Millesettecento metri quadrati, con 4 spogliatori atleti e due spogliatoi arbitri e istruttori. Sono previsti inoltre due WC per il Pubblico, un locale primo soccorso e un’Infermeria, oltre che un Bar e la Biglietteria e altri locali vari.
La zona/campo gioco centrale misura circa 35 x 45 metri; su di essa si affacciano gli spalti del pubblico.
Insomma, si tratta d un’opera attesa e utile. Potrei dire: pregevole.