Home Napoli In ricordo dei professori Andrea Amatucci, Paolo Tesauro e Michele Scudiero

In ricordo dei professori Andrea Amatucci, Paolo Tesauro e Michele Scudiero

Protagonisti assoluti della comunità scientifica e professionale della Campania

by Stefano Sorvino
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Nell’arco di poche settimane, tra agosto ed inizio settembre, per uno strano segno della sorte, sono scomparsi tre illustri giuspubblicisti della prestigiosa scuola napoletana di diritto, i professori Andrea Amatucci giustributarista, Paolo Tesauro e Michele Scudiero costituzionalisti. Peraltro quasi coetanei, professionisti e studiosi notissimi nel mondo del diritto che, per decenni docenti della facoltà di Giurisprudenza dell’Università partenopea, hanno formato generazioni di studenti oggi operatori delle professioni giuridiche e dell’amministrazione.

 

 

ANDREA AMATUCCI, classe 1938, espressione di una illustre famiglia di giuristi e politici dell’Irpinia – che tanto ha dato alla cultura ed alla classe dirigente italiana – docente nelle Università di Cagliari, Bari e poi Napoli, professore ordinario di Scienza delle finanze e diritto finanziario nelle facoltà di Economia, Scienze politiche e poi Giurisprudenza, già Preside di facoltà, Direttore di istituto e Prorettore, da ultimo professore emerito dell’Università Federico II. Autore di oltre cento pubblicazioni scientifiche, anche con scritti ed esperienze di rilievo internazionale, nel solco della tradizione metodologica della scuola giuridico-finanziaria napoletana, è stato avvocato tributarista ed autorevole riferimento dottrinario del mondo accademico e professionale di settore. A lungo consigliere di amministrazione dell’Isveimer e poi del Banco di Napoli, intellettuale attivamente impegnato negli studi meridionalistici all’insegna del pensiero del conterraneo Guido Dorso, nel corso della sua lunga carriera scientifica è stato destinatario di molteplici e prestigiosi riconoscimenti.

Lo ricordo personalmente come brillante conferenziere sui temi della finanza locale in una stagione di riforme altalenanti tra una più spinta autonomia tributaria degli enti territoriali e ricorrenti tendenze centralizzatrici all’insegna del contenimento della spesa e del principio del coordinamento unitario della finanza pubblica.

 

 

PAOLO TESAURO, classe 1935, è stato per molti anni professore di Diritto costituzionale presso l’Università di Napoli, proveniente da una famiglia di giuristi di rango, docente dai modi burberi e severi ma di rigorosa dottrina, partecipe della vita culturale e sociale napoletana, avvocato di qualità, voce autorevole nel circuito dei giuspubblicisti italiani.

Sotto la guida del prof. Tesauro ho svolto la tesi di laurea su un tema all’epoca abbastanza originale ed innovativo, “Il difensore civico nell’ordinamento giuridico italiano”, che esplorava in via sperimentale le origini mutuate da ordinamenti nordici (il progenitore è l’Ombudsman svedese), le originali caratteristiche e la natura giuridica, le prospettive e potenzialità di un istituto emergente che, negli anni ’80, iniziava a diffondersi in modo interessante su base regolamentare, soprattutto nell’esperienza degli Enti territoriali (Regioni e Comuni) all’insegna di un’istanza partecipativa e garantista. Successivamente l’innovazione del difensore civico si è rivelata nella prassi di scarsa efficacia e modesta operatività fino a sostanzialmente arenarsi, pur contribuendo in modo positivo all’evoluzione dell’ordinamento, all’inizio degli anni ’90, verso nuovi istituti di accesso e trasparenza, controllo sociale e partecipazione procedimentale, con forme sempre più avanzate di apertura e democratizzazione dell’azione amministrativa, in particolare con l’approvazione e la progressiva applicazione delle due leggi fondamentali di sistema del 1990, la n. 142 sulla riforma delle autonomie locali e la 241, normativa generale sul procedimento e sul diritto di accesso, tra loro fortemente intrecciate.

Da giovane consigliere comunale promossi l’istituzione, con regolamento approvato dal Consiglio comunale, poi recepito nello statuto, del Difensore civico presso il Comune di Avellino ma rimasto lettera morta, nonostante qualche breve ed anche positiva esperienza, di fatto assorbito dall’ingresso e dal progressivo consolidamento dei nuovi istituti di accesso e partecipazione dei cittadini alla vita amministrativa.

L’attività di ricerca e di costruzione dell’elaborato, la raccolta della bibliografia e dei materiali giuridici, la consultazione di svariate fonti e monografie, la riflessione anche di diritto comparato con altri ordinamenti – soprattutto anglosassoni di “common law” – la valutazione dei connotati ordinamentali e dei margini di azione del nascente istituto ma anche l’individuazione dei suoi limiti, derivanti dall’assenza di poteri vincolanti e cogenti – alla stregua di un “magistrato di persuasione” – stimolò serrati confronti dialettici con il relatore Paolo Tesauro, fonte inesauribile di spunti critici che richiedevano sempre più puntuali ricerche, affinamenti concettuali ed approfondimenti dottrinari fino alla prolungata discussione finale in Aula magna.

 

 

MICHELE SCUDIERO, classe 1936, decano dei costituzionalisti napoletani, è stato per decenni titolare della prima cattedra di Diritto costituzionale dell’Università partenopea, preside della facoltà di Giurisprudenza, autore di una copiosa e rilevante produzione scientifica, avvocato e consulente di livello, impegnato in rilevanti incarichi pubblici, tra cui quello di consigliere di amministrazione della Rai. Il prof. Scudiero, originario di Agropoli, figura integerrima di elegante signorilità ed equilibrio, intellettuale rigoroso e finissimo, è stato un costituzionalista insigne, punto riferimento nell’accademia e per generazioni di discenti ed operatori delle professionalità giuridiche, anche sui temi del diritto regionale e delle autonomie locali in avanzamento negli anni ’70 ed ‘80.

Michele Scudiero è stato, tra l’altro, sensibile alle problematiche emergenti di progressiva costruzione del diritto pubblico dell’ambiente, di formazione relativamente recente ma con un copioso sviluppo nell’attualità contemporanea. Agli inizi del Duemila e poi nel 2006/7, da Segretario generale delle Autorità di bacino regionali, gli proposi alcune riflessioni di esperienza vissuta sui temi del governo territoriale e della difesa del suolo, da cui scaturirono due mie monografie (“Territori a norma”, 2003, e “Difesa del suolo, Autorità e pianificazione di bacino”, 2007), che egli presentò autorevolmente scrivendo la prefazione della seconda, sottolineando con lucidità e compiutezza il corposo rilievo assunto sul piano amministrativo e costituzionale della disciplina giuridica dell’ambiente, ormai pienamente attestata nell’ordinamento nazionale ed europeo , con le sue impegnative dinamiche applicative e giurisprudenziali.

Scudiero sottolineava nel 2007 che “nel quadro dell’ordinamento, l’interesse ambientale costituisce ormai un valore costituzionale primario, fondante, al pari degli altri valori che costituiscono la trama essenziale del patto di convivenza (dignità della persona, sovranità popolare, cooperazione internazionale, divisione dei poteri, pluralismo istituzionale, garanzia giurisdizionale della Costituzione rigida, e così via). Per altro verso, il rilievo assunto dall’ambiente nella vita delle comunità organizzate, in termini talvolta di vera emergenza ambientale, si coglie negli interventi delle istituzioni comunitarie (così, la direttiva 2000/60/CE sulle acque), segno che ormai le esigenze di tutela hanno superato la dimensione nazionale”.

In definitiva i professori Andrea Amatucci, Michele Scudiero e Paolo Tesauro, con le loro diverse caratteristiche e peculiarità, hanno rappresentato per decenni fari luminosi della comunità scientifica e professionale della Campania, alimentando ed animando con il loro magistero di studi e dottrina la alta scuola e tradizione della cultura giuridica napoletana e più in generale dell’intellettualità meridionale.