L’emigrazione dell’uomo oltre il globo terrestre sarà certo il tema dei prossimi anni di questo secolo. Siamo, infatti e purtroppo, in un tempo di devastazione dei territori e dei suoi assetti naturali. Il tumultuoso cambiamento climatico. E’ ancora attuale il ricordo della devastazione nel 2019 di una larga parte delle foreste naturali nel Nord Italia dovuta a fortissime e ripetute raffiche di vento. Un evento quindi naturale. E l’opera nefasta dell’uomo sta distruggendo le residue risorse naturali del pianeta, riducendo a brandelli le immense foreste amazzoniche e i luoghi naturalistici che offrono al mondo ossigeno, aria pulita, ambienti sani e preziosi per la sopravvivenza.
La promozione di aree protette e di parchi conservativi della natura non è più sufficiente, non bastano più a sovrastare i danni delle devastazioni. Queste ultime sono in parte opera dell’uomo, che masochisticamente distrugge se stesso, e in parte dovute all’incontrollabile cambiamento climatico che porta con sé la distruzione di ambienti naturali. E imbelli sembrano gli organismi internazionali incapaci di fermare la mano violenta dell’uomo, con il risultato che la terra diventa più povera di risorse naturali e capacità di soddisfare le molteplici esigenze dell’attività umana.
Già a metà anno solare, ci vene detto, si sono consumate le risorse dell’intero anno. Veloce e irrecuperabile è il “consumo” della terra. Il mondo è quindi destinato all’autodistruzione e l’uomo è sulla via della ricerca di nuove locazioni per insediarvi i “pionieri dello spazio”, ossia colonie umane sugli altri pianeti e le relative lune. La ricerca spaziale affina sempre più la sua esperienza e non passerà ancora molto tempo per avere il ritorno dell’uomo sulla luna, primo luogo di nuovi insediamenti umani e poi su altri corpi celesti. Sembra inverosimile, ma i nostri nipoti probabilmente saranno nelle condizioni di emigrare non tra i continenti della terra ma nello spazio dei pianeti e delle stelle. Spinge oltre i confini della terra il forte spirito di sopravvivenza, come è avvenuto nei secoli scorsi allorché l’uomo si è guardato intorno e ha voluto scoprire il mondo terrestre che lo circondava. Spirito di avventura e semplice curiosità che hanno alimentato il sapere e stimolato il gusto per nuove conoscenze.
Di questa sfera fluttuante negli spazi infiniti della Via Lattea, la nostra galassia, ormai è stato carpito ogni segreto, o quasi, e questo sta consentendo agli scienziati di immaginare e già produrre ipotesi di costruzione di villaggi terrestri sulla luna, sulla quale si concentra l’interesse della Cina in particolare. Oltre che della Nasa e ora anche del Giappone. Insomma, è in piena attività la ricerca spaziale volta a rendere possibili insediamenti umani sulla nostra Luna, anche in tempi non molto lunghi. E nel contempo si scopre che su Marte è stata in passato possibile la vita microbica e quindi esiste un ambiente adattabile ai primi elementi di vita. L’uomo quindi non ferma, anzi accelera la ricerca spaziale volta ad accertare se oltre la terra è possibile trovare condizioni che consentono possibilità insediative di colonie terrestri.
Intanto una semplice considerazione sul comportamento umano. La scoperta, la possibilità di nuovi insediamenti sono cose buone e giuste, ma poi inevitabilmente lo stesso uomo tende a distruggere il frutto delle sue scoperte per l’eccessivo sfruttamento che ne fa. Gioie e dolori di un comportamento umano contraddittorio e spesso incomprensibile, ma… l’uomo è l’uomo, in bilico tra la divinità, la santificazione e la semplice umanità, spesso deleteria.