Lo scorso 17 settembre si è tenuto un vertice presso la Prefettura di Caserta per fare il punto della situazione a seguito dell’entrata in vigore del nuovo decreto, di luglio 2025, “Terra dei Fuochi”. Vi hanno partecipato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, i ministri Matteo Piantedosi e Orazio Schillaci, il viceministro Vannia Gava, i commissari straordinari Fabio Ciciliano e Giuseppe Vadalà, i Procuratori della Repubblica competenti, i prefetti di Napoli e Caserta, il capo della Polizia Vittorio Pisani, il dirigente delegato dalla Regione Campania Angelo Ferraro.
Per l’ARPA Campania è intervenuto il Direttore Generale, Stefano Sorvino.
Avvocato Sorvino, quali sono stati i temi affrontati?
La riunione ha avuto come oggetto l’entrata in vigore del decreto-legge 8 agosto 2025, n. 116 su Terra dei Fuochi, recante tra l’altro l’affinamento ed inasprimento del sistema sanzionatorio per gli illeciti ambientali. Tuttavia le recenti modifiche alla normativa sugli eco-reati, se rendono potenzialmente ancora più incisiva la risposta punitiva penale nei confronti dei trasgressori, richiedono per essere attuate più consistenti ed incisivi strumenti di supporto tecnico-scientifico alle investigazioni ambientali delle Autorità giudiziarie e delle Forze di Polizia delegate. E in questo viene in sempre maggiore evidenza l’essenzialità del ruolo del sistema delle Agenzie ambientali – di cui ISPRA, presieduta dal Prefetto Stefano La Porta, è il qualificato capofila – e quindi di Arpac in Campania e su Terra dei Fuochi.
Ce ne parli.
I fronti di impegno sono molteplici e in stretta collaborazione, nell’ambito degli indirizzi regionali, con gli organi straordinari, gli enti territoriali, le Autorità giudiziarie, le forze di polizia operanti nel settore ambientale. È in fase di intensificazione, in collaborazione soprattutto con i Carabinieri Forestali, l’attività tecnica avviata diversi anni fa di censimento e classificazione dei suoli agricoli potenzialmente interessati da inquinamento per verificare l’eventuale contaminazione del ciclo alimentare, con l’emanazione dei conseguenti decreti interministeriali di interdizione (parziale o totale) della coltivazione. Queste indagini tecniche sui terreni agricoli di Terra dei Fuochi costituiscono l’azione più importante finora sviluppata in concreto, ed Arpac costituisce la Componente tecnica più operativa del gruppo di lavoro interforze. È da sottolineare che la previsione della legge statale 6/2014 costituisce l’unico caso della legislazione italiana in cui una norma dello Stato assegna direttamente e specificamente compiti ad una Arpa regionale.
Attualmente, si stanno completando le indagini sui terreni agricoli delle aree vaste di Maruzzella e Lo Uttaro e gli ultimi decreti interministeriali del 6 maggio rendono pubblici i dati delle indagini svolte, con cui vengono interdette alla coltivazione nelle due aree ulteriori 46.4 ettari in maniera totale e 47.8 in maniera parziale. L’esame complessivo dei dati relativi ai terreni oggi classificati nelle due aree vaste evidenzia che a Marruzzella i terreni idonei alle produzioni agroalimentari (classe A/A1) costituiscono il 79.2%. È doveroso evidenziare che, in relazione ai metalli, i valori di biodisponibilità sono risultati sempre molto bassi e tutti i prodotti agricoli analizzati conformi ai limiti normativi. I dati ambientali disponibili vengono costantemente pubblicati ed aggiornati sul sito di Arpac.
Un supporto e una collaborazione sulla quale tutti i soggetti interessati fanno affidamento e che vorrebbero intensificare.
Sia il Commissario di governo Vadalà che il Procuratore Generale ed il Procuratore di Torre Annunziata hanno evidenziato l’estrema utilità della collaborazione e del supporto di Arpac ravvisando però, questi ultimi, l’esigenza di potenziarne la struttura e l’organico tecnico, fortemente sottodotati, per intensificare ed incrementare le attività sia di campionamento e prelievo che di analisi di laboratorio e consulenza tecnica.
In ogni caso finora Arpac, nei limiti delle risorse disponibili, ha offerto costante e sistematico supporto alle varie Autorità e polizie giudiziarie del territorio, soprattutto per le attività di verifica dei vari aspetti della gestione dei rifiuti connessa ad attività produttive: accertamento in merito alle varie tipologie di rifiuti presenti, caratterizzazione analitica a seguito di prelievi di campioni, sopralluoghi presso gli impianti di trattamento dei rifiuti e di depurazione, asseverazione tecnica delle prescrizioni impartite dalla PG operante, ed altro ancora. Oltre allo speciale impegno nell’accertamento e contrasto delle violazioni ambientali e degli scarichi abusivi nel bacino idrografico del fiume Sarno, dove la massiccia attività repressiva coordinata dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata ha finora conseguito notevoli risultati.
Specificamente per la provincia di Caserta, il Dipartimento Arpac sta collaborando attivamente con la Regione Campania e con il Commissario Unico generale Vadalà nei procedimenti di bonifica di alcuni importanti siti (Pozzi Ginori in Calvi Risorta, Villa Literno, Lo Uttaro di Caserta, Cava Monti-Maddaloni) per campionamenti, analisi e valutazione dei siti oggetto di bonifica. Sta inoltre svolgendo una serie di controlli ed ispezioni ambientali su impianti di gestione rifiuti in base a specifiche convenzioni, in fase avanzata, con la Provincia di Caserta e con la Città metropolitana di Napoli.
Quest’estate ci sono anche stati numerosi incendi.
Un’estate caratterizzata da temperature molto elevate e scarsissima pioggia ed è risultata sconcertante la concentrazione e molteplicità di incendi, verificatisi in poche settimane tra la fine di luglio ed agosto, che fa ritenere probabile la loro matrice dolosa. Arpac svolge attività straordinarie di monitoraggio ambientale per gli incendi più significativi, con particolare riferimento alla qualità dell’aria ed agli inquinanti più pericolosi, come diossine e furani, che possono sprigionarsi quando ad esempio bruciano le plastiche clorurate.
Particolarmente virulento ed ambientalmente dannoso è risultato l’incendio del 16 agosto, richiamato anche nel vertice alla Prefettura di Caserta, di un grosso impianto di gestione rifiuti ubicato nel comune di Teano. La particolarità negativa risiede nella anomala circostanza che il monitoraggio delle diossine aerodisperse (che, di solito, si esaurisce in pochi giorni dopo lo spegnimento) è continuato per quasi un mese per la difficoltà di domare completamente, dopo l’abbattimento delle fiamme, la combustione dei rifiuti a causa della prolungata presenza di braci e fumarole, anche per la notevole quantità di materiale stoccato nell’ampia area dell’impianto. In questo mese i campionatori Arpac hanno registrato ben 15 superamenti dei valori di riferimento per le diossine, con punte elevatissime di concentrazioni durate per quasi una settimana, con evidente danno ambientale.
Cospicua la collaborazione finora resa alle iniziative del Funzionario delegato del Ministero dell’Interno per il contrasto dei roghi, V. Prefetto Ciro Silvestro, con la partecipazione di Arpac alle “action day” interforze per azioni di controllo preventivo su determinate attività ed esercizi ed alla relativa cabina di regia.
In sintesi, cosa è emerso dal vertice di Caserta?
La indiscutibile centralità, nell’ambito delle politiche di tutela dell’ambiente, delle attività di controllo, sia preventivo che repressivo. Oltre alle misure normative ed agli interventi di bonifica e risanamento ambientale promossi dallo Stato e dalla Regione per le aree territoriali con maggiori criticità. E naturalmente da ciò scaturisce anche l’esigenza strategica di maggiori dotazioni per mantenere ed accrescere la piena funzionalità degli organismi tecnico-operativi preposti a compiti di controllo e monitoraggio indipendente, come le Agenzie ambientali.