Home In evidenza Il Sud può crescere con la fantasia e il metodo

Il Sud può crescere con la fantasia e il metodo

c’è bisogno di politiche determinate centralmente

by Giovanni Squame
0 comments

 

La classifica del sole 24 ore sulla qualità della vita nelle città italiane, con le città del Nord tutte ai primi posti e le città del Sud in coda, dimostra che la ‘questione meridionale’ non è affatto superata.

Negli ultimi tempi una certa dinamicità dell’economia meridionale aveva suggerito cori di entusiasmo sul fatto che il Sud ormai era entrato a pieno titolo nell’economia nazionale ed europea e di fatto era superata la dicotomia Nord-Sud con un Nord locomotiva del paese ed un Sud a rimorchio. La realtà è purtroppo ben diversa e si conferma una distanza atavica tra il Mezzogiorno d’Italia e il resto del paese. Qualche settimana indietro, il Sud aveva in realtà manifestato una dinamicità superiore al Nord, ma era un fatto contingente dovuto al rallentamento del mercato tedesco al quale è agganciata l’economia del Nord del paese.

Il Sud si conferma purtroppo più indietro e qualche coro, avventato, che si era levato sul fatto che le politiche economiche dell’attuale governo avevano scosso e dinamicizzato l’economia del Sud è stato smentito dalla realtà. Il Sud non ha ancora assorbito la riduzione dell’economia agricola e il mancato pieno sviluppo di un’economia manifatturiero-industriale.

Si dibatte, per la verità, nel dilemma di una piena immersione nell’economia del turismo, gran parte del suo territorio essendo lambito dal mare, e di un’economia mista. Per sviluppare turismo c’è bisogno di investimenti nazionali e di un disegno politico chiaro, non confuso, come anche di un rapporto Stato Centrale e Regioni all’insegna della collaborazione e di una politica coerente e definita al tavolo della Conferenza Stato Regioni, tradotta in atti normativi nazionali e locali.

In Italia si manifesta scarsa chiarezza di intenti, confusione, e poca determinazione. C’è un lassismo centrale che vorrebbe spingere le Regioni a maggiore impegno e a politiche del turismo più efficaci. E invece, ma non solo sul turismo, c’è bisogno di politiche determinate centralmente e confrontate al tavolo con le realtà locali. Non solo nel rapporto tra Stato e Regioni, ma con il pieno coinvolgimento dei Comuni, l’istituzione più vicina al territorio, di cui conosce problemi, virtù e potenzialità.

Il Sud non può essere ancora, come per il passato, la riserva del Nord di mano d’opera a basso costo. La contrattualistica e la maturità del movimento operaio hanno mandato in soffitta questo comune sentire del Nord industriale. Il paese ha bisogno di governi in grado di non piegarsi a sirene ‘partigiane’.

Il Sud si presta molto ad un turismo marino ma anche colto. Città, tra cui in particolare Napoli, ricche di storie e di una monumentalità che la racconta nei secoli, sono percorse da frotte di turisti che, come ho già scritto, mostrano felicità e soddisfazione per il solo fatto di percorrere strade ricche di fascino e di mistero. Occorre concentrare attenzione e risorse per una efficiente qualità dei servizi come avviene al Nord. Al Sud c’è più fantasia e questa fantasia occorre irregimentarla per offrire ai visitatori e ai residenti servizi di qualità e molto efficienti.

La fantasia del Sud può riuscirci, con più metodo e meno confusione. Si può fare.

 

Leave a Comment