Si è conclusa con successo la terza edizione di inHUB – insieme per crescere 2025, l’evento del Consorzio HUB Engineering che ha riunito a Milano oltre 250 partecipanti tra tecnici, accademici e imprenditori. Due giornate dense di contenuti, dedicate all’ingegneria e all’innovazione, animate da incontri e tavole rotonde con al centro del confronto il legame sempre più strategico tra progetto e produzione.
Le due giornate di convegno sono state guidate dal professor Aldo Norsa, già ordinario di Tecnologia dell’Architettura allo Iuav di Venezia e che ha insegnato, tra le altre, al Politecnico di Milano, all’Université de Montréal e a Princeton.
Nella seconda giornata si sono svolte tre tavole rotonde strutturate su altrettanti assi tematici cruciali per il presente e il futuro delle società di ingegneria.
La prima era incentrata su La Regia del Progetto: Project Management per il Successo. Ha aperto i lavori un approfondimento sul ruolo del project management come presidio fondamentale per garantire qualità, controllo dei tempi e sostenibilità economica dei progetti. La “regia” del progetto è stata presentata come un vantaggio competitivo: una funzione capace di orchestrare risorse, processi e competenze in un mercato che richiede precisione, affidabilità e visione.
La seconda ha riguardato Il Valore del Controllo: Cost Management nei Progetti Complessi. Questo confronto ha posto l’attenzione sui sistemi di controllo economico, sempre più essenziali in contesti tecnici articolati. Strumenti digitali, tecniche avanzate di monitoraggio e approcci predittivi sono stati al centro di una discussione che ha messo in luce la necessità di integrare la cultura del dato con la pratica progettuale quotidiana.
La terza tavola rotonda, Progettare con l’AI: Innovazione, Automazione, Creatività, ha puntato i riflettori sull’intelligenza artificiale, approfondendo impatti e potenzialità all’interno del mondo della progettazione. Automazione documentale, supporto alle scelte progettuali, analisi predittive e creatività amplificata: l’IA non come sostituzione del professionista, ma come estensione delle capacità umane. Un tema trasversale che ha animato anche altri interventi della due giorni.
Tre prospettive diverse e complementari che hanno ribadito l’importanza di una cultura dell’ingegneria capace di coniugare efficienza, sostenibilità e creatività, mettendo l’innovazione tecnologica al servizio della qualità progettuale.
Una parte rilevante del confronto ha riguardato proprio l’intelligenza artificiale e il suo ingresso -ancora parziale ma carico di aspettative – nel mondo dell’ingegneria, dell’architettura e delle costruzioni. Diversi interventi hanno sottolineato che, nonostante quasi tutti i professionisti utilizzino già l’IA per aumentare la propria produttività, la sostituzione o l’automazione strutturata dei processi aziendali è ancora agli inizi. La fotografia emersa da un’indagine condotta tra i consorziati HUB Engineering conferma questo scenario:
- Il 50% utilizza l’IA “poco”,
- Il 34% non la utilizza affatto,
- e solo una minoranza sta già sperimentando applicazioni più avanzate.
Tuttavia, l’ottimismo è forte: la grande maggioranza delle aziende prevede di integrare sistemi di IA entro i prossimi due anni, soprattutto in due ambiti:
- supporto alla progettazione,
- automazione documentale e amministrativa.
Tra gli ostacoli più sentiti emergono la mancanza di competenze interne, la scarsità di specialisti formati e una significativa resistenza al cambiamento.
Nel corso delle presentazioni, è stato più volte ribadito che il successo dell’intelligenza artificiale non dipende soltanto dagli strumenti, ma dalla cultura del dato organizzato. Senza dati strutturati, coerenti e affidabili, ogni algoritmo rischia di restituire risultati distorti o inutili.
Parallelamente, è stato ricordato che nessuna innovazione potrà sostituire, almeno nel prossimo futuro, l’intelligenza emotiva, relazionale e sociale dei professionisti. L’IA potrà supportare e potenziare, ma non rimpiazzare la capacità umana di interpretare il contesto, prendere decisioni, creare relazioni e immaginare soluzioni.
Un messaggio che si è trasformato anche in un auspicio: contribuire alla nascita di nuovi “ingegneri leonardeschi”, professionisti capaci di unire scienza, tecnica, visione e creatività, proprio come Leonardo da Vinci. L’augurio conclusivo agli ingegneri, architetti e progettisti presenti: diventare figure multidisciplinari, complete, supportate e, non sostituite, dall’intelligenza artificiale.
inHUB 2025 ha confermato la sua natura di piattaforma di confronto ad alto livello, capace di mettere in relazione esperienze, esigenze e prospettive del settore. Le discussioni, le analisi e le testimonianze raccolte indicano una direzione chiara: il futuro dell’ingegneria italiana passa da una integrazione matura tra competenze tecniche, gestione strutturata, uso evoluto del dato e innovazione digitale.
Una sfida che il Consorzio HUB Engineering intende continuare a sostenere, promuovendo collaborazione, crescita e visione condivisa tra le realtà del network. Arrivederci alla prossima edizione.
