9 luglio. Le acque del Golfo di Napoli si colorano in maniera anomala, fenomeno già verificatosi nelle scorse estati in eguali condizioni meteo-marine, come evidenziato anche dalle immagini satellitari (fonte: Copernicus Sentinel-2 L2A).
“Le cause dell’intorbidamento e dell’intensa colorazione verde – fa sapere il giorno dopo l’Arpac – sono presumibilmente riconducibili alla stabilizzazione di un regime di alta pressione di origine africana (bolla africana) che ha ritardato la formazione dell’anticiclone delle Azzorre. Tali condizioni hanno rallentato il normale ricambio delle acque del Golfo impedendone il rinnovamento. Di conseguenza, la scarsa circolazione dell’acqua in un’area caratterizzata da elevati apporti di nutrienti, unitamente all’elevato riscaldamento dello strato superficiale del mare, hanno determinato probabilmente un’abbondante proliferazione del fitoplancton responsabile della colorazione anomala”.
Arpac attiva subito controlli straordinari ad hoc, in aggiunta a quelli di routine, e predispone ulteriori indagini “al fine di verificare le caratteristiche chimico-fisiche della colonna d’acqua (temperatura, salinità, clorofilla, ossigeno, torbidità, ph) per meglio inquadrare le condizioni ambientali alla base dell’anomala colorazione”. Con la stabilizzazione dell’anticiclone delle Azzorre si prevede che comunque, come usualmente accade nei mesi estivi, il fenomeno dovrebbe rientrare.
11 luglio. Le analisi di laboratorio svolte dall’Arpac evidenziano “una fioritura fitoplanctonica di una microalga non tossica, appartenente al phylum Chlorophyta, classe Prasinophyceae. La colorazione verde dell’acqua di mare, nei siti dei prelievi, appare riconducibile a tale fioritura”. I sopralluoghi comunque proseguono. I dati direttamente rilevati a mare, con l’ausilio di sonda multiparametrica, evidenziano in modo uniforme nell’intera area indagata valori particolarmente elevati dei parametri temperatura dell’acqua (superiore a 28 °C) e clorofilla (con concentrazioni di diversi milligrammi metro cubo) nei primi strati superficiali delle acque marine”. Il che conferma, insieme alla fioritura di fitoplancton, che la causa dell’intorbidimento e dell’intensa colorazione sta nella “presenza anomala di clorofilla, legata all’incremento della temperatura dell’aria e all’intensità della radiazione solare, effetto del regime di alta pressione di origine africana che ostacola il normale idrodinamismo e ricambio delle acque del Golfo impedendone il rimescolamento”.
12 luglio. Vengono diffusi anche i valori dei parametri microbiologici, Escherichia coli ed Enterococchi intestinali. Sono tutti inferiori ai limiti di legge. Quindi, a “Posillipo”, “Donn’Anna”, “Lungomare Caracciolo”, “Via Partenope” e “Piazza Nazario Sauro” niente contaminazione fecale. Ulteriore indicazione per ricondurre il fenomeno a una fioritura microalgale.
Nel corso dei sopralluoghi svolti il giorno prima, l’acqua di mare si presentava “nettamente stratificata con in particolare i primi 5/7 metri caratterizzati da colorazione verde, da alte temperature (28.5 – 29.58°C), da una salinità di circa 36 grammi/litro, anomala per la stagione che di norma registra sempre salinità di 38 grammi/litro, da alta torbidità e da una concentrazione di clorofilla ‘a’ tra 2 e 3.5 microgrammi/litro, che induce ad una sovrasaturazione di ossigeno”. Ulteriore conferma che il fenomeno è dovuto alle particolari condizioni meteo-marine in atto.