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Adda passà ‘a nuttata

by Flavio Cioffi
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Ieri il premier Conte ha tenuto la sua conferenza stampa di fine anno. Circa tre ore, i giornalisti alla fine erano stremati, senza dire granché. Niente comunque che possa rassicurare gli Italiani sul loro prossimo futuro. Vediamo infatti, pragmaticamente, quali punti ha toccato.

Nel suo lungo intervento di apertura ha difeso la finanziaria approvata. Ha parlato di snellimento della macchina burocratica, digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, velocizzazione dei processi, riorganizzazione del sistema fiscale combattendo l’evasione. Ha auspicato la realizzazione di nuove infrastrutture e la manutenzione di quelle esistenti. Ha sottolineato la necessità di colmare il divario Nord/Sud e di perseguire l’autonomia regionale in ottica perequativa. Infine, ha citato il modello Genova e il modello Ilva come esempi di riscatto nazionale.

Avremmo potuto dire le stesse cose anche noi. Le abbiamo sentite tante di quelle volte. Magari avremmo aggiunto qualche parola sulla politica del lavoro e sulla lotta alla criminalità organizzata. Forse avremmo evitato di citare il crollo del ponte Morandi e la crisi dell’Ilva come degli esempi, anzi avremmo chiesto scusa al Paese. Ma tant’è.

Poi ha annunciato lo spacchettamento del MIUR e la nascita dei Ministeri della scuola e dell’università e ricerca, dando i nomi dei ministri: Azzolina e Manfredi. Ha giustificato questa novità sostenendo che scuola e università sarebbero mondi diversi che richiedono diversi approcci. Non perché, come pensate voialtri maligni, serviva un ministro in più per garantire gli equilibri interni alla maggioranza.

La scelta del Rettore della Federico II di Napoli, Gaetano Manfredi, merita qualche considerazione. A detta dello stesso Conte, il suo nome sarebbe stato avanzato dalla Conferenza dei Rettori. Ma è’ giusto che la lobby dei professori universitari indichi il ministro dell’università? Con questo criterio, i costruttori potrebbero scegliere il ministro delle infrastrutture e i medici il ministro della salute. L’Associazione magistrati potrebbe nominare il ministro della giustizia e il sindacato dei Prefetti quello degli interni. A ben pensarci il ministro degli interni è già un Prefetto. Quello dell’ambiente, poi, è un carabiniere forestale. Non sarebbe preferibile un Governo formato da gente eletta, scelta dal territorio sul territorio? Persone che diano conto del loro operato sottoponendosi al giudizio degli elettori. Che non diano adito neanche al più vago sospetto di eventuali conflitti d’interesse. Non sarebbe meglio tornare a votare?

Dal confronto con i giornalisti non sono emersi particolari spunti. Abbiamo, però, appreso che il Capo del Governo non sa se sia stato effettivamente coinvolto nella vicenda della nave Gregoretti. “Sto completando le verifiche”, ha dichiarato. Forse aspetta di capire se i 5Stelle voteranno a favore o contro l’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini. Nel primo caso, non sarà stato coinvolto. Nel secondo, si.

Stranezze di una politica apparentemente nuova ma in realtà vecchia, dietro la quale si agitano interessi e personaggi ancora più vecchi. Adda passà ‘a nuttata, diceva Eduardo.