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Chiuso il Leoncavallo. Milano sempre più da bere

Le prossime comunali milanesi si fanno sentire

by Flavio Cioffi
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Leoncavallo chiuso. Un pezzo della storia di Milano, e non solo, finisce. O forse era in realtà già finito da tempo. Ma cosa è stato il “Leonka”?

1975. ‘Comitati di caseggiato’, collettivi antifascisti, un po’ di Autonomia Operaia e Lotta Continua ed altri occupano uno stabile a via Mancinelli. Periferia nord-est di Milano, grande realtà operaia. Controinformazione, teatro, Casa delle donne, Scuola Popolare, Radio Specchio Rosso. Scusate se è poco.

1978. ‘Ronde antispaccio’. Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci del Leoncavallo vengono uccisi a causa delle loro indagini. In centomila ai funerali. Nascono le ‘mamme del Leoncavallo’.

Anni ’80. La periferia da operaia diventa residenziale, il centro da operaio diventa studentesco. Presunte commistioni con la lotta armata. Nasce l’Helterskelter, che organizza concerti ed altro a livello internazionale. Musica indipendente. Paolo Pillitteri (ve lo ricordate, vero?) decide lo sgombero per farci uffici e negozi. Pesantissimi scontri con la polizia. Arresti e denunce. I giovani si aggregano e nasce il movimento dei centri sociali in Italia. L’area viene rioccupata.

1994. Il centro sociale viene trasferito manu militari a via Salomone, periferia sud-est di Milano. Scontri. Il nuovo sgombero è voluto da Marco Formentini (vi ricorderete certo anche di lui). ‘Tute Bianche, ‘Ya basta’. Ancora uno sgombero e nuovi duri scontri. Iniziano le trasmissioni di Radio Onda d’urto. Viene occupato il grande spazio di via Watteau (proprietari sostanzialmente consenzienti, pare).

1998. ‘Carta di Milano’: No “Conflitto – Repressione – Lotta alla repressione”, Si “Conflitto – Progetti – Allargamento della sfera dei diritti”. Quindi, dialogo con i partiti e rottura col mondo anarchico e dell’Autonomia.

Anni 2000. Diventa “Leoncavallo Spazio Pubblico Autogestito”. Reddito di cittadinanza, antiproibizionismo, politica pro-migranti ecc. Intesa con Rifondazione Comunista. Vittorio Sgarbi inserisce i famosi graffiti del Leoncavallo al centro della “Giornata del Contemporaneo”.

E allora che bisogno c’era dello sgombero dell’altro giorno? Ma in prospettiva prossime elezioni comunali. Col sindaco Sala che casca dalle nuvole, troppo preso dal ‘salva Milano’ e affini. Milano globale da bere, Milano gentrificata, Milano dei centri direzionali e delle squadre di calcio, Milano svuotata dei cittadini.

C’erano una volta gli anni ’70. E non erano solo di piombo.

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