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Consumo di suolo, pubblicato il rapporto 2025.

dinamiche territoriali e servizi ecosistemici

by Claudio Marro, Gianluca Ragone
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Claudio Marro – Direttore Tecnico ARPAC, Gianluca Ragone – Referente ARPAC per il consumo di suolo in ambito SNPA.

 

Il 24 ottobre 2025, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri a Roma, è stato presentato il nuovo Report “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2025”, documento che continua a misurare lo stato di salute della matrice suolo nel Belpaese.

 

 

Il monitoraggio del consumo di suolo in Italia è definito dalla L.132/2016 come un compito istituzionale dell’ISPRA e del Sistema Nazionale a rete per la protezione dell’ambiente (SNPA) e permette di avere un quadro aggiornato annualmente sull’evoluzione del consumo di suolo, delle dinamiche di trasformazione del territorio e della crescita urbana attraverso la produzione della cartografia ufficiale di riferimento e l’elaborazione di indicatori ambientali e territoriali.

 

 

Il dato significativo riguarda il fatto che, nell’ultimo anno, le nuove coperture artificiali a livello nazionale, hanno riguardato altri 83,7 km2, ovvero una impermeabilizzazione media di circa 22,9 ettari al giorno. Una crescita delle superfici artificiali solo in piccola parte compensata dal ripristino di aree naturali, pari a poco più di 5 km2, dovuti al passaggio da suolo consumato a suolo non consumato. In realtà nella maggior parte dei casi il recupero riguarda aree di cantiere o di superfici che erano state già classificate come consumo di suolo reversibile e, solo in piccolissima parte, per azioni di vera impermeabilizzazione.

 

 

La Campania, con un consumo di suolo pari al 10,65% dell’intero territorio regionale, è ancora una volta fra le Regioni con maggiore perdita di questa risorsa, dietro solo a Lombardia (12,22%) e Veneto (11,86%). Ciononostante, è da sottolineare come nel periodo di riferimento 2023-2024 nella nostra regione è stata registrata una lieve inversione di tendenza. A fronte di un consumo pari a 578,71 ha nel 2020-2021, 606,32 ha nel 2021-2022 e 614,95 nel 2022-2023, per il periodo 2023-2024 è stato rilevato un nuovo consumo di suolo di “soli” 453,69 ha. Si tratta di una contrazione paragonabile a quella registrata nel periodo 2019-2020 condizionata dalla pandemia da Covid. Un rallentamento sicuramente significativo ma che continua a determinare la perdita costante di estese porzioni di terreni soprattutto nelle aree periurbane in prossimità dei capoluoghi di provincia o comunque in aree di pianura, e lungo aree di cantieri di opere finanziate dal PNRR. Tale stato di fatto è bene evidente nella cartografia di Figura 1 dove le aree in rosso, che rappresentano la perdita di suolo nel periodo 2023-2024, sono concentrate soprattutto fra Napoli e Caserta, nella Piana Nocerino-Sarnese, nella Piana del Sele, e lungo l’asse Napoli-Benevento.

 

 

La classificazione avviene attraverso la distinzione di 3 macro categorie: 1) consumo di suolo permanente, quando la copertura è irreversibile e causa impermeabilizzazione (es. edifici, strade e piazzali asfaltate, ecc.); 2) consumo di suolo reversibile, quando la copertura può essere rimossa, pur causando la distruzione o la perdita di funzionalità del suolo (es. cantieri, impianti fotovoltaici a terra, aree estrattive); 3) Altre forme di coperture non incluse nel consumo di suolo (es. serre non pavimentate, infrastrutture come ponti e viadotti, ecc.). La classificazione dettagliata di quanto utilizzato viene riportata in Tabella 1.

Complessivamente, nel periodo di riferimento 2023-2024, in Campania sono stati consumati 453,69 ha di suolo. Caserta è la provincia che ha consumato più suolo (105,88 ha) seguita da Benevento (94 ha), Napoli (91 ha), Salerno (87 ha) ed Avellino (74 ha).

Nel periodo di riferimento il comune che ha consumato più suolo è quello di Ariano Irpino (22,67 ettari), interessato dalla costruzione della linea ferroviaria dell’Alta velocità Napoli-Bari e sede di una nuova stazione ferroviaria (Foto 1). Seguono i comuni di Battipaglia, Benevento, Napoli ed Acerra.

Ciò che concretamente ha determinato il consumo di suolo permanente nel periodo di riferimento è sintetizzato nelle due successive tabelle. In pratica la costruzione di nuove abitazioni (pur in un contesto di calo demografico) e di strutture non residenziali (attività commerciali e parcheggi) costituiscono le principali fonti di consumo di suolo in Campania.

 

 

Il ruolo di Arpa Campania, nell’ambito delle attività coordinate dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), rimane centrale per la conoscenza e il monitoraggio delle dinamiche di consumo di suolo, per orientare e supportare il decisore politico nella pianificazione territoriale a scala regionale e locale. L’Agenzia ha effettuato il monitoraggio del consumo di suolo, producendo la cartografia ufficiale e gli indicatori di riferimento. A tal fine, è stato istituito un apposito gruppo di lavoro composto da circa 12 tecnici specializzati, provenienti da varie strutture1 della Direzione Tecnica di ARPAC, che hanno eseguito un lavoro di fotointerpretazione, classificazione, produzione di cartografia per l’intero territorio regionale, coprendo una superficie di oltre 3.800 ettari.

Ricordando che a livello europeo è previsto l’obiettivo della neutralità nel consumo di suolo entro il 2050, in Campania, con la LR 5/2024, si inizia ad avvertire una prima pianificazione territoriale e urbanistica con caratteri di maggiore sostenibilità. In particolare, l’art. 2 ter della Legge prevede che il contrasto al consumo venga perseguito mediante la limitazione degli usi trasformativi dei suoli agricoli nell’ambito del territorio rurale e mediante interventi di de-impermeabilizzazione e rinaturalizzazione di suoli urbanizzati. Si tratta di un primo importante segnale, che necessita però di una norma sovraregionale (europea e statale) che risulti più stringente ed incisiva e che porti, finalmente a un cambio culturale con l’abbandono dell’equazione <<creazione nuove strutture = sviluppo economico>>, ciò anche al fine di non creare disomogenee applicazioni territoriali che favoriscono la ricerca di aree più attrattive per il consumo di suolo a discapito di quei comprensori più sensibili da un punto di vista ambientale.

 

Foto: Consumo di suolo con passaggio dal codice 2 al codice 111. Codice EAGLE 1 (Edificio residenziale).

 

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