Sarà anche un demagogo, ma certo è dotato di forte personalità e, come è noto, non le manda a dire. È diretto, spontaneo, usa il suo colorito linguaggio per dire molte cose che si possono condividere e che corrispondono alla realtà dei fatti.
Ora che non può esercitare il terzo mandato come Presidente della Regione Campania il suo sguardo è rivolto al Partito Democratico a cui non ha mai risparmiato strali, sarcasmi, dileggi e critiche anche con un linguaggio piuttosto colorito, come è suo solito.
Ha bisogno di comandare, di essere al centro delle attività e delle iniziative politiche e non ha alternative alla conquista della direzione politica del PD campano, un partito per la verità sostanzialmente inesistente, bloccato dai capibastone interni che lo utilizzano esclusivamente per le loro manovre elettorali e clientelari. Si può immaginare che il partito in mano a De Luca troverà una sua visibilità e presenza in città e in Campania. Si può anche provare ad immaginare cosa potrà essere questo partito nelle sue mani. Sono riflessioni che sfuggono dalle valutazioni degli esperti interni allo stesso partito che, conoscendo bene uomini e donne e le dinamiche che muovono i gruppi aggregati intorno a persone più autorevoli, possono anche risultare meno appropriate e lontane dalla realtà effettuale del partito di oggi: da a inesistente a particolarmente attivo, almeno nelle dichiarazioni pubbliche e sferzanti nei confronti dei livelli istituzionali.
Il Partito Democratico ha bisogno di nuovo di radicarsi nei territori, nei quartieri e nelle città e marcare una forte presenza dentro il tessuto politico istituzionale della Regione. Decisamente avrebbe bisogno di una riorganizzazione territoriale nei quartieri di Napoli recuperando vecchie sedi abbandonate e chiuse e rivitalizzando luoghi storici della propria storia napoletana, come per esempio la casa del popolo di Ponticelli nella quale aveva sede una storica, sì storica, sezione (e poi circolo) del PCI e delle successive sigle che ha assunto quel partito.
La mano di De Luca sul partito, che sarà probabilmente utilizzato per i suoi obiettivi politici, sarà principalmente avvertita in tutta la regione Campania ma non sappiamo se sarà in grado di rivitalizzarlo in città.
Nessuna battaglia contro per evitare di occupare il PD, perché sicuramente con lui questo partito uscirà dall’anonimato e dall’inesistenza e potrà ripresentarsi sui territori con un minimo di credibilità, di consistenza e di forte personalità.
Avremo un partito a trazione deluchiana e, dopo la lunga fase di inerzia, un bagno nel potere di De Luca è proprio opportuno in attesa del lungo lavoro che lo attende per fare avvertire la propria presenza sul territorio della città. Seguiremo gli sviluppi del dopo De Luca versione istituzionale per capire le sue performance come uomo di partito, impregnato tra l’altro di buona cultura istituzionale. E siamo fiduciosi che anche il partito sfrutti la sua vivacità culturale e politica per avere peso come collettivo prima che come distinte entità correntizie interne.