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Economia circolare nel decommissioning nucleare

by Redazione
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Si è tenuto lo scorso giugno il primo workshop internazionale sul tema dell’economia circolare nel decommissioning nucleare, organizzato dall’International Atomic Energy Agency (IAEA) e ospitato dalla Sogin.

La Sogin è la società del Ministero dell’economia, controllata in sede tecnica dal Ministero dell’ambiente, che si occupa appunto del decommissioning delle nostre centrali nucleari. Il che significa: mantenimento in sicurezza dell’impianto; allontanamento del combustibile nucleare esaurito; decontaminazione e smantellamento delle installazioni nucleari; gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi in attesa del loro trasferimento al Deposito Nazionale; caratterizzazione radiologica finale.

Il titolo del seminario è stato “Application of Sustainability Principles and Circular economy to Nuclear Decommissioning”. Si sono confrontati esperti e operatori del settore provenienti da Francia, Germania, Giappone, Slovacchia, Spagna, Svezia, Regno Unito e, ovviamente, Italia. Si è parlato di best practices e innovazione in tema di economia circolare. Sogin, in particolare, ha presentato il documento di analisi sulla sua strategia specifica.

Alla sessione plenaria tenutasi a Roma, sono intervenuti, fra gli altri: il Direttore della Divisione Nuclear Fuel Cycle and Waste Technology, Christophe Xerri; il Presidente dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, Stefano Laporta; il Direttore dell’Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione, Maurizio Pernice; il Presidente e l’Amministratore Delegato della Sogin, Marco Ricotti e Luca Desiata.

Nelle varie sessioni tecniche è stato approfondito il quadro normativo europeo e nazionale e sono state analizzate le diverse modalità di gestione dei materiali riciclabili provenienti dalle attività di disattivazione degli impianti nucleari.

In particolare, come detto, la Sogin ha illustrato la propria strategia di economia circolare per minimizzare i rifiuti prodotti e massimizzare il volume dei materiali da inviare a recupero. Tale strategia si sviluppa su tre driver principali: il riciclo dei materiali smantellati; il riutilizzo di strutture, sistemi e componenti durante i lavori di dismissione; la riduzione dell’impatto ambientale in ogni fase dei lavori.

E’ stata anche presentata la Sogin Academy, il nuovo polo dedicato alla formazione, all’innovazione e allo sviluppo, fondato su otto pilastri: la Radwaste Management School, l’erogazione di training a livello internazionale, l’economia circolare, la formazione e lo sviluppo dei talenti interni, la collaborazione con le università, la tecnologia blockchain per migliorare la tracciabilità dei rifiuti radioattivi, gli strumenti e le metodologie innovative di project management.