E’ allarme della Bce nel suo rapporto per la stabilità finanziaria novembre 2025 a firma del vicegovernatore De Guindes. E l’allarme è globale perché oggi più che mai il mondo resta ancora globale. Di che si tratta? Intanto del debito USA che assomma a 38mila miliardi quello federale, e 18 mila quello delle famiglie per 13 mila in mutui. Bene, in un anno e mezzo i prezzi in borsa USA sono aumentati del 32 per cento mentre il pnl è salito del 4. E l’80 per cento del capitale è fatto di emissioni in titoli. Voi capite che significa questo divario tra base materiale e leva finanziaria? Con questo debito pubblico e privato – 56 Mila miliardi! – e tale dislivello produttivo? Si aggiunga che uno dei punti chiave è la grande esposizione di Nvidia, che cresce in borsa, si autofinanzia e vende alle big tech ma non espande le sue infrastrutture capillarmente, e dunque la bolla Ai esiste e può esplodere. Questa massa critica genera nella Bce preoccupazione anche per le tensioni geo politiche. Ecco perché essa avvisa la UE sui rischi di confiscare asset russi, che si ritorcono in debito a garanzia di cause, e in risarcimenti oltre che in turbative finanziarie.
Insomma è l’anarchia del capitale endemica e difficile da regolare. E il corto circuito è più che mai in agguato, laddove gli investitori spaventati chiedano di rientrare, i mutuatari non paghino, i dati produttivi divergano dalla massa finanziaria. Si chiama correzione dei prezzi di borsa sui mercati, che preme sulle banche e le stressa. Ecco perché la Fed non solo non abbassa i tassi, ma si prepara a incamerare titoli spazzatura per immettere liquidità. Ed ecco perché Lagarde frena sulla riduzione di 0,25 dei tassi, già annunciata entro fine anno. In altri termini la crisi di realizzo diluita e surrogata dal debito può esplodere in modo ancor più forte del 2008, con effetto domino.
In ogni caso tutto questo si chiama da un lato anarchia del mercato, con dentro centinaia di milioni di risparmiatori, e dall’ altro classico imperialismo fase suprema del capitalismo. Che deve provvedere a far quadrare i conti in casa. E questo capitalismo è sempre stato sovranista con base USA, al contrario di quel che hanno teorizzato i teorici cosmopoliti post ideologici. Prima sovranista globale il capitalismo lo fu con Clinton Obama e Biden. Nonché con Bush Jr. Ora lo è con Trump continuatore ruvido di Biden con altri mezzi. Trattativa e minacce.
Perciò dopo le pazze spese ora l’America capitalizza l’export energetico e in armi imposto da Biden e lo impone alla Ue. E poi patteggia col vecchio nemico russo, per poi affrontare il nuovo temibile nemico nel Pacifico. La Cina. Vedremo come. Ma alla base per gli USA c’è il punto chiave: quadrare i conti, allineare finanza e produzione, e non con dislivello 4% pnl e 32% di prezzi in borsa! E soprattutto attrarre capitali per poi rifare la manifattura ad hoc. E per ottenerlo ci vuole strategia di forza e negoziato, bastone e carota. Non più quindi esportazione della democrazia come con i liberal, bensì tavoli con dollari e pistola.
Domanda: ma gli altri non sono imperialisti? Lo sono in altro modo. Sono dispotici ed espansivi mercantilisti e vogliono sfera di influenza. Ma non hanno supremazia di complesso militare industriale che traina investimenti, esporta armi e tecnologie dual use, né hanno propensione a egemonia mondiale come gli USA, né capacità di controllo geo spaziale ubiquitario e simultaneo. Quanto all’Europa al momento è totalmente divisa, disordinata e senza asse strategico. Essa ha investito sulla espansione UE ed Euro NATO e con copiosi investimenti nelle gigantesche privatizzazioni in Ucraina. Ed ha scommesso su una possibile vittoria Euro NATO. Oggi la Ue viene abbandonata e bypassata dagli USA, che patteggiano col nemico: tecnologia in cambio di terre rare di cui la Russia – incapace di estrarle – è il massimo detentore. Come per l’oro. Ciò comporterà, come ha spiegato più volte Trump, la presa in carico europea della deterrenza ad est e lo sgravio di molte spese USA. Senza che ciò comporti la fine delle sanzioni sulla energia russa, fine che varrà solo per gli USA. Con conseguenze molto gravi su inflazione, debito, welfare, e capacità di competere. Certo una dose di auto difesa comune è necessaria ma essa non va enfatizzata né giocata per intralciare la pace a Kiev, ma semmai attuata per dare consistenza ad una diversa geo politica tra i due imperi, inserendosi tra di essi e reclamando un ruolo mediatore. Capace di non subire la pax economica tra giganti. Ma contrapponendosi ad essi senza oltranze. Con garanzie e ombrello esterno a difesa della Ucraina che resterà, e contrasto a dazi e imposizioni USA. Una Europa alla Willy Brandt, insomma, né antiamericana né antirussa. Fattore di coesistenza pacifica allargata a tutto il mondo e baluardo morale dei diritti civili e sociali nei confronti di tutti.
