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È delle scorse settimane la notizia che l’Italia è stata sottoposta a una procedura di infrazione europea per le eccessive concentrazioni di biossido di azoto (NO2) nell’aria delle città di Napoli e Palermo. Sul sito della Commissione europea (https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/inf_25_2745) apprendiamo che “gli agglomerati di Napoli e Palermo hanno superato da diversi anni i valori limite per l’NO2 e i piani per la qualità dell’aria adottati non sono adeguati per conseguire la conformità in un breve lasso di tempo”.
Non si tratta certo di un caso isolato: in realtà, la lista delle procedure di infrazione avviate nei confronti dell’Italia in materia ambientale è corposa (https://eurinfra.politichecomunitarie.it/ElencoAreaLibera.aspx). Se ne contano quattro soltanto per le violazioni della direttiva europea 2008/50/CE sulla qualità dell’aria (la direttiva più recente, la 2024/2881, non è ancora stata recepita dal nostro Paese). Napoli e Palermo del resto non sono le uniche città italiane a essere finite sotto esame, da parte di Bruxelles, per i superamenti di NO2: l’Italia, a seguito dell’avvio di una procedura di infrazione da parte della Commissione europea, è stata già condannata nel 2022 dalla Corte di giustizia dell’Unione europea per i superamenti di biossido di azoto in contesti urbani tra cui quelli di Torino, Milano, Bergamo, Brescia, Genova, Firenze, Roma, Catania (causa 573/19 scaturita dalla procedura di infrazione 2015_2043, testo sentenza: https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX:62019CJ0573 ).
I capoluoghi di Campania e Sicilia sono insomma in buona compagnia, se si considera la lista delle aree urbane italiane sotto esame di Bruxelles per le concentrazioni eccessive di NO2. La lettera di costituzione in mora che ha fatto notizia nelle scorse settimane è solo il primo step della procedura di infrazione prevista dai trattati dell’Unione europea; l’iter che conduce a un’eventuale multa può durare anche molti anni.
Se la prospettiva di sanzioni non è dunque immediata, tuttavia il quadro della situazione dell’NO2 nella città di Napoli è comunque molto chiaro da anni e di certo non può essere considerato positivo. La fonte principale di dati, a tal proposito, è costituita dalla rete di monitoraggio dell’Arpa Campania.
Nella tabella a seguire ci si concentra soltanto su sei annualità, dal 2019 al 2024, ma i superamenti del limite annuale erano frequenti anche in precedenza. La tabella riporta le concentrazioni medie annue in μg/m3 (microgrammi al metro cubo), del biossido di azoto (NO2) nelle stazioni napoletane che hanno registrato dei superamenti (indicati in rosso) rispetto al limite sul valore medio annuale pari a 40 μg/m3 fissato dal decreto legislativo 155/2010 a tutela della salute umana.
Come si può notare, il superamento è molto frequente e ha luogo anche nel 2020 contraddistinto dai lockdown per la pandemia da Covid, quando la stazione di Napoli NA06 Museo Nazionale (presso il Museo Archeologico) ha sfiorato il limite (39 μg/m3) mentre quella di Napoli NA07 Ente Ferrovie (presso la Stazione Centrale di Napoli) lo ha invece superato, seppure con valori nettamente inferiori agli altri anni.
| Stazione | 2019 | 2020 | 2021 | 2022 | 2023 | 2024 |
| Napoli NA02 OSPEDALE SANTOBONO | 40 | 35 | 35 | 38 | 39 | 42 |
| Napoli NA06 MUSEO NAZIONALE | 50 | 39 | 43 | 42 | 41 | 43 |
| Napoli NA07 ENTE FERROVIE | 57 | 42 | 49 | 54 | 53 | 53 |
| Napoli NA08 OSP. NUOVO PELLEGRINI | 38 | 35 | 41 | 42 | 40 | 39 |
| Napoli NA09 I.T.I.S. ARGINE | – | 35 | 39 | 41 | 37 | 36 |
| Concentrazioni medie annue di NO2 (in microgrammi al metro cubo) | ||||||
Per inquadrare bene questi superamenti è utile fare il confronto con i dati registrati dalla stazione di Napoli NA01 Osservatorio Astronomico (non in tabella in quanto non fa registrare superamenti), che per il suo particolare posizionamento non risente direttamente di specifiche fonti di emissione presenti nelle vicinanze (traffico, industrie, eccetera) e fornisce quindi una rappresentazione di quello che è il background cittadino per questo tipo di inquinamento.
Ebbene, la concentrazione media annuale registrata in questa stazione si aggira intorno a 21 μg/m3 (in dettaglio, nel periodo 2019-2024 le concentrazioni medie annuali dell’NO2 in questa stazione sono state rispettivamente pari a 27 μg/m3, 17 μg/m3, 20 μg/m3, 22 μg/m3, 21 μg/m3 e 20 μg/m3). Si può quindi concludere che, rispetto a questo fondo cittadino, è sufficiente un ulteriore contributo medio annuale di 20 μg/m3 per avere un superamento, come può essere quello proveniente dal traffico e dai riscaldamenti.
Le stazioni che presentano il quadro peggiore, quanto a persistenza dei superamenti, sono quelle di NA06 Museo Nazionale e Napoli NA07 Ente Ferrovie. Si tratta di stazioni che si trovano nella parte bassa della città, fortemente urbanizzata, dove nei periodi di elevata stabilità atmosferica si registra frequentemente l’accumulo degli inquinanti emessi, nonché densamente popolata e quindi con diffusa presenza di riscaldamenti domestici e con traffico veicolare pressoché continuo.
Inoltre, sono stazioni che risentono, soprattutto nelle giornate caratterizzate da una circolazione a regime di brezza, come accade spesso d’estate, anche della presenza del vicino Porto di Napoli, dove diverse campagne di monitoraggio nel corso degli anni hanno evidenziato valori elevati della concentrazione media dell’NO2 relativamente al periodo monitorato, come documentato nel dettaglio anche dai report pubblicati sul sito Arpac. I report (consultabili a questo indirizzo: https://www.arpacampania.it/web/guest/relazioni-e-report) evidenziano una sostanziale continuità fra la città e il porto di Napoli per quanto riguarda questo inquinante.
Inoltre, la stazione Napoli NA06 Nuovo Ospedale Pellegrini (presso il presidio ospedaliero San Giovanni Bosco) si trova in posizione più elevata e i superamenti che vi si sono avuti vanno almeno in parte ricondotti alla presenza della vicina tangenziale dove non sono rari gli ingorghi, nonché allo stesso Ospedale. La stazione di Napoli NA02 Ospedale Santobono, infine, in passato ha avuto valori di concentrazione media annua molto prossimi a 40 μg/m3 e il superamento registrato nel 2024 è di fatto una conferma delle criticità presenti e riconducibile in larga misura all’ospedale stesso. Analoga considerazione può essere fatta per Napoli NA09 Via Argine, dove solo nel 2022 si è registrato un superamento ma negli altri anni la concentrazione media annua dell’NO2 è stata comunque pari o superiore a 35 μg/m3.
A fronte di questi superamenti il Comune di Napoli ha emesso un’ordinanza (n. 2079/2025) per il periodo fino al 31 marzo 2026, introducendo limitazioni al traffico per i veicoli più inquinanti (Euro 0, 1, fino a Euro 2 per i ciclomotori e fino a Euro 5 per i diesel) dal lunedì al venerdì, dalle 8:30 alle 18:30, in linea con il Piano regionale di tutela della qualità dell’aria della Regione Campania.
Se da una parte l’ordinanza va a limitare le emissioni di ossidi di azoto legate al traffico veicolare, la sua durata fino al marzo 2026 va ad incidere sul periodo in cui è presente l’altra importante sorgente di questo tipo di inquinamento, ovvero i riscaldamenti domestici, riducendo così il rischio che il sommarsi, nello stesso periodo, di questi due contributi possa dar luogo a nuovi superamenti dei limiti di legge.
Si tratta di un provvedimento sulla cui efficacia i dati dei prossimi mesi potranno offrire utili indicazioni. Tuttavia, in questo ambito l’incisività dell’azione degli enti locali si gioca su un complesso di politiche che vanno oltre i soli provvedimenti di limitazione del traffico veicolare. Per una visione più ampia, occorre far riferimento al Piano urbano della mobilità sostenibile (Pums), la cui versione aggiornata è stata adottata dalla Giunta comunale a inizio 2025 (https://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/28525), modificando la precedente versione del 2021 anche con la finalità di allineare il documento al Pums approvato nel 2023 per la Città metropolitana. Inoltre, si è dovuto tenere conto degli interventi che in anni recenti hanno ottenuto finanziamenti Pnrr.
Uno degli assi portanti del Pums è il potenziamento del trasporto pubblico locale, in particolare delle linee di metropolitana e delle linee ferroviarie locali. Nel 2024 è entrata in esercizio la linea 6 della metropolitana e nel 2025 è stata aperta la stazione del Centro direzionale lungo la linea 1, linea che del resto è stata rafforzata con l’acquisto di nuovi convogli. Di recente poi Eav, la holding regionale dei trasporti, ha aggiudicato la gara per la realizzazione della linea 10 di collegamento dell’area di piazza Garibaldi, dell’area metropolitana a nord-est di Napoli e della stazione Tav di Afragola, un progetto avviato in sinergia con Comune di Napoli e con la stessa Regione, con finanziamenti del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Tre le priorità del Pums, c’è il completamento dell’anello della linea 1 (la prospettiva indicata è di ultimarlo per il 2030) che avrà un impatto positivo soprattutto sulla sostenibilità dei flussi turistici grazie al collegamento di aeroporto, porto e stazione centrale mediante un’unica linea di metropolitana. Inoltre, nell’ambito del Pums sono previsti interventi più mirati, ma comunque con l’aspettativa di rilevanti effetti positivi sulla congestione da traffico. Tra questi, l’attivazione di un servizio di bus rapidi dal centro verso l’Ospedale del Mare, gli interventi di raddoppio della Cumana e della Circumflegrea, la realizzazione o l’ampliamento di parcheggi di interscambio a tariffa agevolata per i residenti dei comuni della Città metropolitana (alcuni interventi sono previsti entro il 2030). Si prevede inoltre il potenziamento del servizio tranviario lungo l’asse est-ovest, in particolare con il ripristino del tram fino a Mergellina (intervento quest’ultimo previsto entro il 2035).
È inoltre in corso di redazione il Puls, il Piano urbano per la logistica sostenibile, con conseguenze significative sul traffico urbano da mezzi pesanti. Sul fronte delle misure per disciplinare il traffico, si prospetta la creazione di 26 zone con limite di velocità a 30 chilometri orari (“zone 30”), nei quartieri centrali così come in periferia, oltre alla conferma delle attuali Ztl. Un aspetto non trascurabile è costituito dall’ammodernamento del trasporto pubblico su gomma: è stato già acquistato un contingente di autobus elettrici, già in esercizio, e ulteriori sforzi sono previsti per adeguare il parco veicoli in servizio.
