La napoletana Protom, da tempo un’eccellenza della nostra realtà imprenditoriale, ha di recente acquisito la brasiliana Ambra Solutions, con sede a Sao José dos Campos, che opera nel campo dell’Aerospace e dell’Automotive, attività perfettamente sinergiche con il know-how e le competenze di Protom. Un’operazione di alto profilo che abbiamo voluto approfondire con il presidente del Gruppo, l’ingegnere Fabio De Felice.
Come è strutturato il Gruppo Protom?
Le diverse aziende, che ora sono raccolte in un’unica sigla, si articolano in tre divisioni fondamentali: la prima legata all’aerospazio e all’ingegneria dei trasporti, quindi tutto quello che riguarda il miglioramento dei veicoli; la seconda dedicata all’Information Technology, che mira a migliorare la fruibilità dei beni essenziali; l’ultima, il Knwoledge Lab, che attraversa le prime due ed è diretta all’incremento delle competenze sia degli addetti ai lavori interni sia per il recruiting esterno. Il Gruppo ha un fatturato di 14 milioni e mezzo di euro all’anno, legati al valore aggiunto portato dalle persone, allo human intensive.
Perché la scelta del Brasile?
In generale, per la mia curiosità di indagare i mercati emergenti, nello specifico, perché il Brasile ha le caratteristiche tipiche di questi mercati – ad esempio l’aumento del benessere degli abitanti – e possiede enormi risorse. Ha vissuto un lungo periodo di crisi, ma ne sta uscendo. L’obiettivo è quello di insediarsi sul territorio prima della ripresa vera e propria. Protom ha, quindi, voluto posizionare un’avanguardia a San José dos Campos nel sito di Embraer, quarto produttore mondiale di aeroplani.
Abbiamo dedicato un paio di anni all’individuazione della location adatta, partendo da Rio, per poi scegliere Ambra. Abbiamo ricevuto un’ottima accoglienza e siamo già all’interno del sistema dei grandi player del mercato brasiliano.
Una sede a Milano, una in Francia e ora una in Brasile. Ma la Protom resta un’azienda napoletana?
Si, ma deve continuamente allargare i suoi orizzonti. Competenze e storia sono partenopee, su queste basi cerca di aprirsi al mondo, a quello che accade nelle tecnologie e nei mercati internazionali. Questo consentirà potenziamento della forza lavoro e sviluppo, con l’ampliamento del laboratorio di Ponticelli. Quindi, internazionalizzazione anche per lo sviluppo aziendale sul territorio.
Ci parli della piattaforma “Elite”?
Si tratta di un percorso di avvicinamento a metodologie finanziarie e di management che ci avvicina anche alla quotazione in borsa, ma è un aspetto secondario. Per me “Elite” è principalmente un percorso formativo che può condurci all’apertura ai capitali internazionali e alla crescita della struttura e dell’organico complessivo dell’azienda. Stiamo già facendo scouting su altri mercati.
Come giudica il sistema territoriale locale di riferimento?
Per quanto riguarda le competenze, sia per la presenza di università che di centri di ricerca, è un contesto assolutamente fertile. Per altri versi, non sempre si guarda ai mercati, quindi dobbiamo basarci sulla nostra capacità di gestire la complessità. È una grandissima palestra e ci rendiamo conto di essere spanne più avanti rispetto ad analoghe realtà di altre regioni o anche estere.
Confindustria Napoli.
Lì nascono tutte le idee e lì possono maturare e svilupparsi le ambizioni imprenditoriali. La ritengo un catalizzatore per la crescita e i miglioramenti di processo e di mercato. In particolare, condivido il programma del nuovo presidente, Vito Grassi, e lo sposo in pieno. Sono convinto che sarà un importante volano di crescita.
Cosa chiede alla politica?
Semplificazione e sburocratizzazione. Non vogliamo incentivi o agevolazioni, ma è fondamentale comprendere che il tempo è un elemento fondamentale, come anche il presidente Boccia ha sempre sostenuto. Tutto ciò che lega e ingessa il lavoro va eliminato.
di Lucia Cioffi