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La qualità delle acque fluviali

Il Rapporto sullo Stato dell’ambiente in Campania

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Di Claudio Marro – Direttore Tecnico di ARPAC e Cristiano Gramegna – Titolare di incarico di funzione della UO Monitoraggio Acque Interne di ARPAC.

 

Questo focus sullo stato di qualità ambientale in Campania riguarda la risorsa acqua, da preservare e tutelare, atteso il ruolo fondamentale che essa riveste per l’uomo e per l’intero pianeta.

L’acqua, infatti, costituisce una risorsa rinnovabile per lo sviluppo delle attività umane, indispensabili per l’uso potabile, l’irrigazione, le attività produttive e attività ricreative, ma essa, attraverso complessi sistemi di interscambio tra aria, suolo, fiumi, laghi, mare etc., consente la vita di organismi viventi animali e vegetali.

Compito di ARPAC è monitorare e controllare lo stato di salute (ambientale) dell’acqua nelle sue diverse componenti ambientali per proteggerla dalle contaminazioni e dagli inquinamenti e per fornire informazioni e dati a chi governando il territorio, deve adottare decisioni mirate.

Il focus di questo articolo è relativo alle acque superficiali (fiumi essenzialmente) per tutelare le quali, ARPAC effettua un monitoraggio, da oltre 20 anni, che interessa annualmente circa 85 corsi d’acqua divisi in 140 corpi idrici (ossia tratti di fiumi). A questi si aggiungono anche le indagini ambientali e sanitarie che riguardano 11 corpi idrici rappresentati dagli invasi regionali monitorati per la destinazione funzionale ad uso idropotabile e 15 tratti fluviali monitorati per la valutazione dell’idoneità alla vita dei pesci. Il monitoraggio dei corsi d’acqua viene, inoltre, condotto dall’Agenzia nell’ambito dell’applicazione della Direttiva 91/676/CEE cd. Nitrati su una sottorete di circa 100 punti di campionamento per la valutazione dell’inquinamento da Nitrati di Origine Agricola, per la definizione delle Zone Vulnerabili (ZVNOA) e per la valutazione dello stato di eutrofizzazione delle acque superficiali della Campania.

I tecnici delle 5 aree territoriali di ARPAC prelevano annualmente quasi 1.500 campioni di acque indagati annualmente con oltre 40.000 parametri chimici analizzati in due laboratori agenziali specializzati (ubicati presso i Dipartimenti Provinciali di Avellino e Benevento). I parametri biologici, invece, vengono investigati con il supporto della Direzione Tecnica da tecnici agenziali altamente qualificati distribuiti in tutte e 5 i Dipartimenti provinciali.

Lo scopo del monitoraggio è di attribuire, ad ogni corpo idrico, una classe di qualità ambientale, che ai sensi del Testo Unico Ambientale (D. Lgs n° 152/06 e ss.mm.ii.) prevede due indici sintetici: lo stato chimico e lo stato ecologico.

La classificazione dello Stato Chimico dei corpi idrici fluviali esprime lo stato di qualità della matrice acqua di un corpo idrico sotto l’aspetto esclusivamente chimico ed è ottenuto attraverso il monitoraggio di alcune sostanze ritenute prioritarie in quanto pericolose per l’uomo e per l’ambiente. Esse costituiscono un elenco di sostanze chimiche riportate nella tabella 1/A del D.lgs. 172/2015 ed appartengono a diverse famiglie di composti quali idrocarburi, metalli pesanti, pesticidi etc., tutte sostanze ritenute inquinanti per l’ambiente e pericolose per la vita degli organismi e dell’uomo. Esse derivano da diverse fonti quali l’industria e l’agricoltura e vengono ricercate in funzione delle pressioni antropiche individuate nel bacino idrografico.

La classificazione che ne deriva prevede due soli stati:

  • quello BUONO, ottenuto quando nessuna sostanza supera la concentrazione soglia definita dalla norma;
  • quello NON BUONO nel quale la concentrazione anche di una sola delle sostanze monitorate supera il valore soglia stabilito dalla norma.

Lo Stato Ecologico, valutato in cinque classi (elevato, buono, sufficiente, scarso, cattivo), invece, fa riferimento alla qualità della struttura e del funzionamento dell’ecosistema acquatico.

La Direttiva Comunità Europea 2000/60/CE, nota come “Direttiva Quadro sulle Acque” stabilisce, per entrambi gli indici (chimico ed ecologico), il raggiungimento di uno stato di qualità buono, per tutti gli stati membri, per tutte le acque superficiali, entro il 2027 e mantenere lo stato elevato per i corpi idrici a cui è già attribuito.

La classificazione dei fiumi viene effettuata sulla base di indagini cicliche ed i risultati del monitoraggio ambientale dei corpi idrici fluviali in Campania relativamente al periodo 2015 – 2020 restituiscono un quadro molto diversificato

Mentre per lo stato chimico, l’obiettivo “buono” viene raggiunto dall’87% dei corpi idrici indagati, per lo stato ecologico, l’obiettivo di qualità ambientale “buono” viene raggiunto solo per il 36% dei corpi idrici (elevato = 0,9% + buono = 35,1%).

Nel triennio 2021 – 2023, se da una parte si registra un aumento sostanziale della percentuale di corpi idrici con stato ecologico elevato, dall’altra si rileva una diminuzione dei corpi idrici con stato chimico buono.

Il “buono” stato chimico dei corpi idrici è riconducibile ad un ridotto inquinamento da sostanze provenienti dalle attività industriali, mentre il mancato raggiungimento dell’obiettivo relativo allo stato ecologico è riconducibile ad una condizione di inquinamento diffuso conseguente allo scarico di reflui non depurati provenienti dal comparto civile, agricolo e zootecnico.

Altro aspetto problematico riportato nella tabella di sintesi è legato al forte aumento del numero di tratti fluviali caratterizzati da assenza d’acqua in alveo per più di quattro mesi all’anno con un valore quasi quadruplicato in circa 10 anni. La carenza o scomparsa di acqua è certamente legata ai cambiamenti climatici che alterano il bilancio idrico sommandosi ai forti prelievi per uso agricolo. Nel 2023, infatti, in Italia l’agricoltura ha continuato ad essere il settore con il maggior consumo idrico, con circa il 41% delle risorse totali prelevate nel paese destinate a quest’attività, corrispondenti a circa 16 miliardi di metri cubi annui, confermando il trend degli anni precedenti. Le precipitazioni del 2023, sebbene aumentate rispetto al 2022, non sono state sufficienti a ricaricare gli acquiferi in modo ottimale, evidenziando una complessiva diminuzione della disponibilità idrica rispetto alla media storica (rapporto ISTAT statistiche sull’acqua anni 2020-2023).

In sintesi, mentre in alcuni casi la situazione ambientale appare in netto miglioramento rispetto al passato con obiettivi di qualità sostanzialmente raggiunti, in altri casi, invece, permangono criticità legate prevalentemente all’immissione di reflui civili non depurati, alle pressioni agricole-zootecniche diffuse e, secondariamente, alle pressioni di matrice industriale.

Nelle tabelle sottostanti sono riportati i dati del sessennio 2015 – 2020 e quelli parziali del triennio 2021-2023. Si rimanda all’indirizzo  https://rsa.arpacampania.it/fiumi del sito web dell’Agenzia (www.arpacampania.it) per ulteriori approfondimenti.

Tabella 1: Stato ecologico dei corsi d’acqua in Campania. Andamento dal 2013. Dati ARPAC

 

Tabella 2: Stato chimico dei corsi d’acqua in Campania. Andamento dal 2013. Dati ARPAC

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