Se guardiamo alla Costituzione sostanziale, al nucleo dei nostri diritti fondamentali, il diritto al lavoro e la piena occupazione, l’uguaglianza, il diritto alla salute e a un’esistenza dignitosa, ma anche la tutela del risparmio e, perché no, il diritto all’abitazione, nessuno di essi ha ancora trovato piena e concreta attuazione.
«Sappiamo bene – basta leggere i giornali o consultare il notiziario – che quella che un tempo si chiamava “sinistra” e oggi propugna i diritti civili come principale battaglia è composta da benestanti. Persone che sostengono alcuni importanti diritti relativi alla sfera privata delle persone, ma ne trascurano altri perché ritenuti ormai assodati oppure perché semplicemente non ne sentono il bisogno.
L’idea un po’ machiavellica che si punti sugli uni per occultare gli altri mi pare però eccessiva. Certamente singoli esponenti politici avranno anche questa devianza mentale, ma non la ritengo una strategia pianificata. Il grande Concetto Marchesi, parafrasando una frase di Catilina in modo un po’ attualizzante, diceva che alla testa degli oppressi non ci può essere che un oppresso. Il testo originale latino non parla di oppressi ma di miseri, cioè di chi è in difficoltà. Soltanto chi è miser può capeggiare, guidare altri miseri. È una diagnosi molto semplice – per altro germogliata nella testa di un nobile romano come appunto Catilina, in procinto di essere sconfitto e ucciso – ma che si adatta al mutamento sociologico degli attuali vertici politici, che ha determinato il cambio di lessico e di accento su quali diritti propugnare.
I timidi vagiti sul salario minimo stanno a significare che qualcuno si è accorto che la strada intrapresa era perdente e molto pericolosa. Se mai si avrà una correzione di rotta, sarà certamente per gli umilianti risultati elettorali, e soprattutto grazie all’affiorare di persone che abbiano un minimo di cultura diversa da quella acquiescente. E una provenienza sociale differente, cosa che un tempo era ovvia e oggi lo è molto meno. Basti guardare alla composizione dei vari gruppi parlamentari. Nella scorsa legislatura, se non ricordo male, l’unico deputato di origine operaia era della Lega. Per il resto avvocati, professori e benestanti di ogni genere. Un dato estremamente istruttivo.»
Luciano Canfora, Dizionario politico minimo.