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LE CITAZIONI: Pedemonte. La fattoria degli umani

Enrico Pedemonte

by Ernesto Scelza
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Sono queste le conclusioni dello studio di Enrico Pedemonte, fisico, giornalista e scrittore, che ha un sottotitolo allarmante: “Come le piattaforme digitali stanno riprogettando la nostra vita”. E ancora più allarmante è l’evocazione, nel titolo, della ‘Fattoria degli animali’ di George Orwell. Pedemonte parte da alcune considerazioni suggerite dall’attualità: “Perché, dopo il 2005, il numero di democrazie nel mondo si assottiglia, cresce la sfiducia nei governi, mentre crollano le vendite dei giornali e aumentano i disturbi mentali tra gli adolescenti? E perché si moltiplicano le proteste e i conflitti in tutto il pianeta? Che ruolo ha avuto Internet – la cui diffusione in quegli anni esplode ovunque grazie ai social e agli smartphone – in questa ondata di instabilità?”.

 

«Nel Cinquecento… l’avvento della stampa e la riforma protestante che ne derivò misero in discussione le gerarchie culturali e il ruolo delle Scritture nella ricerca della conoscenza. Allora il trionfo della ragione umana – celebrato dall’Illuminismo – ruppe il monopolio dell’informazione che era stato fino a quel momento nelle mani della Chiesa. Oggi l’intelligenza artificiale potrebbe cambiare non solo il nostro rapporto con le macchine, ma il modo stesso di concepire il pensiero umano e ci pone davanti a una sfida filosofica mai sperimentata dall’Epoca dei Lumi. C’è dunque un problema culturale che dobbiamo porci. Stiamo vivendo la crisi di un paradigma filosofico che vedeva l’intelligenza dell’uomo al centro del mondo. Ma c’è soprattutto un problema politico che ha a che fare con la nostra identità, la qualità delle nostre relazioni sociali, gli stessi principi che innervano la cultura liberal-democratica.

Queste tecnologie hanno un impatto socio-culturale incredibilmente potente, declinato con modalità radicalmente diverse sotto differenti regimi. Sia in Occidente sia in Cina la raccolta di immense quantità di dati viene utilizzata per sorvegliare i cittadini, controllarli, condizionare il loro futuro. Nel primo caso tutto ciò è funzionale all’indebolimento del potere dello Stato democratico, in Cina (e in altri paesi autocratici) al rafforzamento dello Stato autoritario.

Le grandi aziende high tech rendono disponibili prodotti che registrano, memorizzano e analizzano ogni istante della nostra vita (…). L’obiettivo principale di queste aziende è economico, ma il loro progetto è antropologico perché cambia in modo radicale la nostra relazione con gli altri e il modo stesso in cui concepiamo la nostra posizione nel mondo. Un pugno di aziende sta reinventando la nostra vita (…).

Nel corso della storia è accaduto altre volte che condottieri venuti dal nulla, dopo avere rapidamente accumulato uno straordinario potere, abbiano perso il senso della realtà, ossessionati dal desiderio di plasmare il mondo sulla base del proprio immaginario.

(…) Osservando questa trasformazione torna alla memoria la trama indimenticabile della Fattoria degli animali di George Orwell. Ricordate? All’inizio del racconto gli animali di una fattoria si ribellano al padrone, il crudele Signor Jones, lo cacciano e instaurano quella che all’inizio appare come una democrazia perfetta, basata sui ‘Sette Comandamenti dell’animalismo’, ideati dai maiali, i più intelligenti della fattoria. Il primo recita: “Tutto ciò che va su due gambe è nemico”; il settimo: “Tutti gli animali sono eguali”. Ma rapidamente, quando i maiali consolidano il loro potere, il settimo comandamento diventa: “Tutti gli animali sono uguali ma alcuni sono più uguali degli altri”. E i maiali imparano a camminare su due zampe.»

Enrico Pedemonte, La fattoria degli umani.

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