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Napoli è bellissima, ma non la sua grigia periferia

Che dovrebbe essere una priorità per la Pubblica Amministrazione

by Giovanni Squame
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Foto by Comune di Napoli

 

Napoli è bellissima, turisticamente accogliente, città di mare i suoi abitanti hanno tradizioni di tolleranza ed ospitalità. Napoli è mille culure come recita una bella canzone di Pino Daniele. Osservata dai tradizionali punti panoramici, in una bella giornata di sole non afoso, è ancora più splendida. I flussi turistici ormai si sono stabilizzati ed hanno portato benefici economici che hanno modificato anche l’apparato commerciale e merceologico del centro città. Alla tradizionale bellezza naturale negli ultimi decenni si è affiancata la riscoperta della storia millenaria con i suoi luoghi simbolo e i suoi siti archeologici. E di recente la bellezza di alcuni dei servizi pubblici di trasporto. Curati da architetti di fama nazionale ed internazionale. Città che conserva un pizzico di disordine in linea con la sua storia senza perdere la sua anima. Napoli non potrà mai essere come una città del nord, una città ‘tedesca’. Una città però che aiuti i suoi abitanti a vivere meglio con meno stress più servizi meglio organizzati, questo sì, lo può essere e lo deve essere.

Di tutto questo, fatta eccezione per la già ricordata generosità degli abitanti dovunque essi risiedano, non c’è traccia nella grigia periferia della città. È per questo che nei pensieri e nei programmi amministrativi dei pubblici uffici il tema delle periferie dovrebbe essere una priorità, ma non lo è. Le periferie di Napoli, alcune in particolare, esprimono vivacità sociale in un panorama brullo e anonimo grazie ad un associazionismo ricco di altruismo e di fiducia nel domani. Ma poco vi contribuisce la pubblica amministrazione.

Priorità è l’area est, vocata alla produzione di beni e servizi e alla manifattura, il tutto ecocompatibile e tecnologicamente avanzato. Priorità è l’area nord che, con preesistenze naturali, può fornire importanti integrazioni alla città del turismo e del tempo libero e tratti di eccellenti produzioni agricole. Priorità è l’area occidentale che dalla lontana scelta obbligata di dismettere la produzione di acciaio è caduta in un vespaio di promesse non ancora realizzate. Priorità è il centro storico che sembra aver trovato una sua stabile dimensione, ma di cui va evitato lo svuotamento abitativo.

Insomma una città bella, complessa, che va curata con l’amore che merita superando le contrapposizioni politiche a vantaggio di un generoso patto pluriennale finalizzato a realizzare opere, interventi, trasformazioni urbanistiche, riqualificazione ambientale, edilizia sociale; che soprattutto avvicini l’ampia periferia alla bellezza panoramica. Puntando decisamente su una nuova e diffusa qualità dei servizi pubblici e privati, sulla loro equa ripartizione territoriale, su una qualità edilizia meno grigia e più piacevole nel confort e nei colori. Insomma, una città bella confortevole attraente per i suoi abitanti specie quelli più emarginati.

Un sogno? I sogni sono spesso la molla per fare presto e bene. Pragmatismo e valori, ordinario e prospettiva possono essere buoni ingredienti per fare ciò che può sembrare impossibile.

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