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Pompeii e Stabiae

Un Ager x due = un Comprensorio?

by Federico L.I. FEDERICO
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Chi consulta la Enciclopedia Treccani – come ho fatto io che scrivo questo articolo – legge che la parola latina AGER è tradotta e illustrata così: Nella Età romana, il terreno coltivabile, inteso come singolo appezzamento, ma anche come l’intero territorio di una regione di una comunità o di uno stato. (…) In seguito si impose una nuova concezione, di derivazione orientale, secondo cui la proprietà del territorio coincideva con la sovranità.

Noi contemporanei, in verità, non abbiamo certezze oggettive su estensione esatta e confini degli “Agri” antichi, a causa dei, sovente, notevolissimi cambiamenti geomorfologici e anche storico-politici. Ci avviciniamo però al vero grazie anche agli studi degli archeologi – che io amo definire “territorialisti” – che non amano spegnere nell’angustia seducente dello scavo di ricerca archeologica e preferiscono alzare lo sguardo verso l’orizzonte, anche lontano, al di fuori e al di sopra dello scavo per capire o anche scoprire, appunto, il territorio antico, dialogando con gli architetti.

L’Amedeo Maiuri delle “Passeggiate” campane e magnogreche, fu uno di questi archeologi territorialisti nel Novecento. Egli fu notissimo al pubblico dei non “addetti ai lavori” per la sua penna leggera e dotta nello stesso tempo, dedicata senza risparmio alle scoperte Pompeiane.

Sappiamo che presto giovani studiosi pubblicheranno atti da cui emergeranno con chiarezza la estensione e i confini dell’Ager Nolanus, di quello Pompeianus e, necessitatamente, di quello Stabianus, che faceva da pendant a Pompei rispetto alla laguna che le separava entrambe.

E, a questo punto, non posso non ricordare ai lettori la Dichiarazione di intenti sottoscritta il 14 maggio alla Reggia di Quisisana fra Amministrazioni ed Enti pubblici per lo sviluppo sostenibile e la crescita del territorio dell’ager stabianus. Auspice e regista silente di questa importante iniziativa è stato il Direttore Generale del Parco Archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel, affiancato nella occasione dal Direttore Generale della Unità Grande Pompei Giovanni Capasso.

Gli altri Organismi pubblici sottoscriventi la Intesa sono stati la Soprintendenza ABAP per l’Area metropolitana di Napoli, l’Ente Parco Regionale dei Monti Lattari, e gli otto Comuni afferenti culturalmente all’antico territorio stabiano, ovvero Castellammare di Stabia, Gragnano, Santa Maria La Carità, Sant’Antonio Abate, Casola, Pimonte, Lettere e Agerola.

Obiettivo primario è lo sviluppo sostenibile e la crescita del territorio dell’Ager Stabianus, in coerenza e sinergia con l’Ager Pompeianus, come rappresentato dai Comuni e dagli Organismi pubblici che lo rappresentano.

Essi presto dovranno essere “riconfinati” in un nuovo e più vasto Piano di Gestione Unesco il quale, superando qualche anomalia del perimetro attuale, dovrà essere coerentemente esteso anche ai Comuni salernitani, Scafati in primis, i quali possono essere ricondotti, totalmente o parzialmente, all’Ager Pompeianus.

Soltanto così si potrà davvero dichiarare superata la visione schizoide che prevedeva la farneticante individuazione di veri e propri “schizzi” (absit iniuria verbis) di territorio – come nel caso di Villa Sora a Torre del Greco, il Castello di Lettere, la Cava Ranieri a Terzigno, gli stessi Siti Archeologici di Villa Regina a Boscoreale e di Longola a Poggiomarino e i siti monumentali di Quisisana a Castellammare e dell’Ex Polverificio Borbonico di Scafati – connessi in una rete di astratta gestione di potere ma avulsi dai contesti territoriali a scala adeguata. In questa ottica da teatro dell’assurdo – e non a caso – Ercolano è stata espulsa dal bisecolare binomio Ercolano-Pompei.

Altro che Amedeo Maiuri!

Non scopro, comunque, l’acqua calda se ricordo al lettore che tra i fondamenti del Piano di Gestione Unesco si individua il Sub sistema dei servizi di accessibilità., che comprende l’offerta di servizi di trasporto, sia a scala extraterritoriale che territoriale.

E il nascente Comprensorio Vesuviano-Lattaro, esteso dal Vesuvio ai Monti Lattari, certamente dotato di risorse territoriali, umane e sociali straordinarie, non gode invece di una decente offerta di servizi di Trasporto comprensoriali.

La tragedia della funivia di Monte Faito è solo la punta di un Iceberg di disservizi e/o di assenza di servizi. Il fenomeno sfianca sia i residenti che i turisti, perennemente afflitti e sconfitti dai problemi delle indecenti reti regionali e locali su ferro e su gomma, le quali dovrebbero garantire la mobilità urbana ed extraurbana nel Comprensorio.

E un Comprensorio per qualificarsi come tale deve assicurare la mobilità.

Prima di chiudere questo Articolo, però, doverosamente, riporto le bellissime parole rivolte in un suo articolo da Gabriel Zuchtriegel ai “Ragazzi che Sognano” teatro e archeologia, mobilitati dall’intero comprensorio vesuviano per “Sogno di Volare” dallo straordinario attivismo della Preside Filomena Zamboli del Liceo Ernesto Pascal di Pompei, che con Zuchtriegel ha costituito un binomio assolutamente vincente.

Ecco le parole dell’incipit dell’articolo a firma Zuchtriegel: Dimenticate le scoperte di Pompei. Altri Scavi sono molto più importanti. No, non quelli di Ercolano anche se non altrettanto affascinanti, né quelli di Ostia o Paestum. Lo scavo più importante, che tutti dobbiamo affrontare, è dentro la nostra anima.

 

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