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POMPEII THRENODY, la mostra d’arte di Cerith Wyn Evans

Antiquarium di Villa Regina a Boscoreale

by Federico L.I. Federico
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Parco Archeologico di Pompei – Antiquarium di Villa Regina a Boscoreale – Anno 1989: Prog. Arch. Federico L.I. Federico

 

Nella mattinata di un diciotto di luglio assolato e caldo, ma ventilato dalla brezza del golfo napoletano – in antico detto Sinus Pompeianus in quel tratto di costa ad Occidente dell’insediamento urbano della Pompeii romana – si è tenuta l’inaugurazione della mostra Pompeii Threnody, con la presenza dell’artista gallese Cerith Wyn Evans, tra i più raffinati e poetici artisti del panorama internazionale.

La mostra è stata voluta dal Direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, ed è stata curata da Andrea Viliani, che ha avuto al proprio fianco nell’impegno Stella Bottai, Laura Mariano, Caterina Avataneo. L’esposizione resterà aperta al pubblico dei visitatori da sabato 19 luglio 2025 a domenica 11 gennaio 2026.

E’ la prima Mostra “site-specific” del programma Pompeii Commitment. Materie archeologiche, in quanto è stata appositamente pensata per l’Antiquarium di Boscoreale a Villa Regina.

Nel suo intervento di apertura, il Direttore Gabriel Zuchtriegel ha sottolineato il fatto che la Mostra è stata l’occasione per i curatori di offrire una nuova lettura dei luoghi – da lui amati particolarmente, come egli stesso ha ribadito in questa e altre occasioni, lodandone l’architettura essenziale – attraverso il linguaggio della contemporaneità, in una felice sintesi tra Archeologia e Modernità.

Il Direttore Zuchtriegel, inoltre, nel proprio esaustivo intervento di presentazione dell’evento ha sottolineato anche il fatto che gli spazi espositivi dell’Antiquarium di Boscoreale sono il risultato felice di una intensa opera di “sottrazione” delle superfetazioni e del superfluo accumulatisi nei decenni dentro e fuori di esso. E ha ribadito che tale attività, esercitata con passione dallo staff della Soprintendenza, ha riportato così i luoghi alla loro originaria ed essenziale concezione formale, risalente al periodo della ricostruzione postsismica del Terremoto del 1980.

Oggi, dunque, gli spazi antiquariali risultano particolarmente adatti ad ospitare i reperti archeologici dell’area vesuviana, i quali – per la loro intrinseca straordinaria valenza, non solo formale – si impongono all’attenzione del visitatore in questi luogo dell’anima, senza altra mediazione terza.

In particolare, dalla esposizione delle opere di Pompeii Threnody emerge la “poetica” dell’artista gallese, che ha come elementi centrali la esplorazione della memoria, del tempo e della trasformazione.

 

Photo credits Amedeo Benestante. Courtesy Cerith Wyn Evans e Parco Archeologico di Pompei

 

Dodici le opere in mostra, di cui dieci appositamente realizzate per l’occasione, in un dialogo suggestivo tra materia archeologica e immaginario contemporaneo.

Tra queste:

  • nove fotoincisioni dedicate ai cipressi della piana del Sarno, che evocano la dimensione geologica e memoriale del paesaggio vesuviano;
  • un’installazione luminosa ispirata al carro cerimoniale rinvenuto a Civita Giuliana, con il celebre palindromo latino IN GIRUM IMUS NOCTE ET CONSUMIMUR IGNI, “Andiamo in tondo nella notte e siamo consumati dal fuoco”;
  • due lampade-scultura in forma di palme dorate, poste nel patio dell’Antiquarium.

Il percorso di visita della Mostra – che inizia dall’ingresso inferiore, il cosiddetto piano terra – è introdotto dalla statua bronzea di un Efebo lampadoforo, proveniente dalla Casa dell’Efebo di Pompei, precedentemente nota come Casa di Publio Cornelio Tegeste.

Questa raffinata statua bronzea, che raffigura un giovane che reca una lampada, con le sue labbra ha fornito all’artista il colore con cui il visitatore è introdotto alla visita che si sviluppa su due livelli. Sule labbra dell’efebo, infatti, il visitatore attento potrà cogliere le tracce dell’antica lamina dorata – applicata dopo la fusione – che le ricopriva. Lo stesso colore dorato e caldo, infatti, accompagna il visitatore lungo il percorso espositivo, con una traccia riportata sui muri.

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