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Presentato a Napoli il Progetto Eminc. La mancanza del padre

by Pietro Spirito
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Stamattina, nella sala della Giunta del Comune di Napoli, è stato presentato il progetto europeo EMINC, finalizzato ed analizzare il ruolo della figura del padre nella crescita dei bambini. A presentare l’iniziativa è stato Paolo Siani, pediatra ed ex senatore, che ha sottolineato la centralità della paternità nella crescita dei figli, contrariamente ad una cultura genitoriale che sinora ha affidato la cura dei bambini alle mamme.

Il progetto – che durerà tre anni – coinvolge tre grandi città europee (Barcellona, Lisbona e Napoli) per mettere a confronto le differenti esperienze e per consolidare le buone pratiche. Esistono già sensibili differenze normative: ad esempio il congedo parentale maschile in Italia vale 10 giorni lavorativi, mentre in Spagna sono sedici settimane, di cui sei obbligatorie. Già questa è una differenza rilevante, acuita ancor di più dal fatto che in Italia l’utilizzo effettivo del congedo parentale maschile è abbastanza marginale.

Annina Lubbock, componente del coordinamento del progetto europeo Parent e del Centro Salute del bambino, ha messo in evidenza che il ruolo del padre è significativo sin dalla fase della gravidanza ed almeno per i primi 1000 giorni di vita del bambino riveste un aspetto essenziale per la futura crescita, dal punto di vista dei valori e della stabilità della persona.

Ma sono molteplici le ripercussioni delle modalità con le quali viene vissuta la genitorialità: basti pensare che l’Italia è penultima in graduatoria in Europa dal punto di vista dell’occupazione femminile, seguita solo dalla Grecia, anche perché alle donne è affidato in esclusiva il lavoro di cura, in assenza di adeguati servizi sociali per il supporto.

Giorgio Tamburini, anche lui componente del coordinamento del progetto europeo Parent e del Centro Salute del bambino, ha messo in evidenza che esiste oggi una cultura della famiglia che va fatta evolvere in direzione di una maggiore parità di compiti tra padre e madre, non solo per la solidità della famiglia ma anche per una migliore coesione sociale complessiva. Tutti gli studi dimostrano che una crescita equilibrata del bambino genera risultati positivi sotto tutti i profili, dalla stabilità nelle relazioni ai comportamenti scolastici.

Maura Striano, assessore alla istruzione ed alla famiglia del Comune di Napoli, ha sottolineato che- attraverso la rete dei nodi per l’infanzia – il Comune sta promuovendo comportamenti maggiormente responsabili della paternità, e si è mostrata quindi, anche per questa ragione, molto interessata a partecipare a tale esperienza.

Luca Trapanese, assessore al Welfare del Comune di Napoli, ha fatto riferimento alla sua personale esperienza di padre single, perché in questo modo ha toccato con mano quanto sia ancora distante la parità nella pratica genitoriale; dal ricovero accanto alla figlia in un reparto in cui c’erano solo mamme, sino alla esperienza della chat scolastica per sole mamme si sperimenta un nodo di eredità culturale che deve essere ancora superato. Progetti come questo vanno nella giusta direzione, anche perché mettono a confronto realtà vaste, ma con una matrice culturale sostanzialmente omogenea.

Gemma Tuccillo, che è stata giudice dei minori, ha sottolineato che questo necessario processo di trasformazione culturale riguarda anche le donne ed ha ricordato che, quando suo figlio pronunciò come prima parola “papà”, ebbe inizialmente un moto di stizza, seguito dalla giusta riflessione sulla necessaria parità nei diritti e nei doveri dei genitori.