Tra i 180 dipartimenti di eccellenza selezionati dall’Anvur, e premiati ciascuno con un ammontare di fondi che va dal milione al milione e mezzo, c’è anche il Dipartimento Asia Africa e Mediterraneo (Daam) dell’Orientale, diretto da Michele Bernardini. Il finanziamento riguarda i cinque anni dal 2018 al 2022 e viene assegnato anche in base a un progetto elaborato dal singolo Dipartimento. Quello del Daam è riassumibile in alcune linee guida.
«Sono tre le direttrici fondamentali: sviluppo a livello internazionale come centro di ricerca d’eccellenza caratterizzato da competenze di alto profilo e da una forte interattività con le istituzioni specializzate nella ricerca orientalistica e antichistica; impatto culturale e utilità socio-economica delle ricerche e interazione con la società civile; perfezionamento della didattica per la formazione di figure altamente qualificate a livello internazionale, capaci di competere sia nel campo della ricerca che sul mercato del lavoro».
«La costituzione di una serie di centri di studio» aggiunge Bernardini «che affianchino quelli già esistenti, è elemento determinante per la riuscita del progetto: già programmata in diverse riunioni questa scelta sarà oggetto di un grande lavoro di rifinitura e attuazione nei prossimi mesi».
Eccoli i centri.
Un centro sull’Africa che ne valorizzi il patrimonio culturale materiale e immateriale con l’obiettivo di una crescita delle competenze linguistiche e storico-culturali del DAAM. Un centro sull’Oriente cristiano per rivitalizzare degli studi già coltivati presso l’Orientale e che potrebbero ora catalizzare scelte innovative nel panorama accademico nazionale. Un centro su interazioni e scambi economici e culturali nel Mondo Antico e Tardo-antico (Asia, Africa e Mediterraneo). Un centro sull’Islam, che armonizzerebbe e darebbe una cornice unitaria a molte attività di ricerca del DAAM, favorendo l’interazione tra le competenze aumenterebbe la capacità di analisi dei fenomeni sia del passato che dell’età contemporanea. Un centro sull’Asia centrale e il Tibet. Obiettivo principale di questo centro sarà lo studio della vasta area che va dal limitare della Cina al Medio-Oriente, strategica per raccordare gli studi su Mediterraneo, Vicino e Medio Oriente con quelli su India, Asia Sud-Orientale e Orientale. Un centro sull’Asia meridionale, alla luce della crescente centralità geo-politica del sub-continente indiano. Un centro sull’Asia Orientale, che catalizzi la ricerca sulle culture moderne e pre-moderne dell’Asia Orientale.
«Accanto all’istituzione di questi nuovi centri promuoveremo lo sviluppo di quelli preesistenti» dichiara Bernardini. «L’obbiettivo è quello di diventare un’istituzione internazionale paragonabile ai principali centri europei, con forti centri di specializzazione. I potenziali ci sono tutti, ora si tratta di lavorare alla realizzazione dei progetti».