Ieri, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Potenza ha operato il sequestro preventivo di alcune strutture dell’impianto nucleare Itrec di Rotondella (Matera). Si tratta di tre vasche di raccolta delle acque, della condotta di scarico a mare e di un serbatoio interrato con relativa condotta.
Sarebbe in atto, infatti, un grave inquinamento ambientale da cromo esavalente e tricloroetilene (sostanze usate per il trattamento delle barre di uranio/torio) la cui presenza è stata rilevata nella falda sottostante il sito nucleare attualmente in fase di smantellamento da parte della Sogin, la società pubblica creata appositamente nel 2000 per il decommissioning delle centrali nucleari in Italia.
Secondo la Procura vi sarebbe stata una grave ed illecita attività di scarico a mare dell’acqua contaminata che non veniva in alcun modo trattata. L’ipotesi di reato è inquinamento ambientale, falsità ideologica, smaltimento illecito di rifiuti e traffico illecito di rifiuti.
La Sogin precisa che:
- non si è verificata alcuna anomalia legata alla radioattività;
- gli scarichi delle acque sono effettuati in conformità con la formula di scarico;
- non vi è alcun pericolo per i lavoratori, la popolazione e l’ambiente.
Informa, inoltre, che l’Analisi di Rischio approvata il 10 aprile scorso ha individuato come probabile fonte primaria di contaminazione una sorgente esterna al perimetro di attività di Sogin.
Quindi il problema c’è e già nel 2015 era stato accertato il superamento delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione per alcuni parametri chimici non radiologici.
Sarebbe forse opportuno che la Sogin spiegasse meglio perché ritiene che non vi sia alcun pericolo. Le vogliamo credere, ma la parola radioattività ci mette ansia.