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Speciale Cura Italia. Le misure a sostegno del lavoro

by Luca Rampazzo
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Il cosiddetto Decreto Cura Italia, ossia il Decreto-Legge 17 marzo 2020, n. 18, pubblicato lo stesso giorno sulla Gazzetta Ufficiale, prevede alcune importanti misure a sostegno del lavoro. Il Titolo II, in particolare, è dedicato a lavoratori dipendenti ed autonomi in difficoltà in questo periodo emergenziale. Le misure sono concentrate in un periodo temporale molto limitato, scadono tutte al massimo entro il 31 maggio, il che fa pensare che, probabilmente, ne verranno adottate altre. Vediamo più nel dettaglio.

Il lavoro dipendente.

Le norme valgono per tutto il territorio nazionale e riguardano, sostanzialmente: ammortizzatori sociali, disoccupazione e licenziamenti. La disciplina, nei casi di cassa integrazione, prevede un aumento della tutela per tutti. Chi è in Cassa straordinaria, passa a quella ordinaria. I limiti temporali si estendono. Cadono le cause ostative e si migliorano le iscrizioni ai fondi speciali. Tutto questo, in ogni caso, è secondario rispetto alla grande novità: Cassa integrazione per i dipendenti delle aziende sotto i cinque dipendenti. È la prima volta. Vale per tutti, tranne che per i lavoratori domestici. Questa misura si protrarrà al massimo per nove settimane. Saranno tutelati anche i dipendenti prima esclusi.

Il secondo aspetto estremamente rilevante è che, per due mesi, saranno vietati i licenziamenti per giustificato motivo. Come, ad esempio, la crisi economica indotta dal Coronavirus. Questo crea un quadro normativo estremamente favorevole al dipendente, che il datore di lavoro dovrà mettere in cassa integrazione. L’assistenza sindacale sarà obbligatoria (si prevede un discreto incremento dei tesseramenti).

E’ prevista la possibilità di prendere una babysitter, durante il periodo di chiusura delle scuole e per i figli fino a 12 anni (se disabili non c’è limite d’età), usufruendo di un voucher di 600 euro. 1.000 per i lavoratori in ambito sanitario.

E’ confermato il bonus di 100 euro per chi, nel mese di marzo, si sia recato comunque a lavorare.

I periodi di quarantena saranno considerati assenze per malattia, retribuite.

Le partite Iva.

Qui la disciplina sembra avere una diversa impostazione. Intanto, tutte le cifre stanziate sono predeterminate. 203 milioni di euro per le P.I. ed i co.co.co. 2,1 miliardi per i commercianti. 108 milioni per i lavoratori del turismo e 396 per i lavoratori agricoli. Secondariamente, la cifra prevista è un forfait. Tutti gli aventi diritto riceveranno la medesima cifra. Questa non contribuirà alla base imponibile, verrà corrisposta, direttamente o indirettamente, dall’INPS e verrà versata solo a richiesta del diretto interessato.

Inoltre, tutte le cifre, smentendo le indiscrezioni stampa di ieri, saranno una tantum per il solo mese di marzo. Vi potranno accedere solo gli iscritti alla gestione separata INPS (autonomi e co.co.co.), gli iscritti AGO (artigiani e commercianti) e altre categorie individuate espressamente (agricoltori, mondo dello spettacolo, terme e turismo). Ai professionisti iscritti alle Casse obbligatorie dovranno pensare queste ultime.

È previsto un rimborso, sotto forma di credito di impresa, pari al 60% del canone di affitto, per le spese di locazioni di tutti gli immobili accatastati C/1, negozi e botteghe. Sono esclusi gli uffici dei professionisti.

Altre norme.

Ai percettori di reddito di cittadinanza viene sospeso l’obbligo di condizionalità, come anche nel caso di NASPI e DISCOLL, per due mesi. Ricordiamo che l’obbligo di condizionalità consiste nel doversi mettere a disposizione della comunità per eseguire determinati lavori a sfondo sociale. Oltre che essere disponibili, a chiamata, a presentarsi a colloqui di lavoro trovati dai navigator. Con il presente decreto, invece, nulla di tutto questo sarà più dovuto per due mesi. L’unico dovere cui dovranno sottostare sarà quello determinato dalle norme previste per evitare il contagio.

Viene istituito un Fondo di ultima istanza per l’integrazione del reddito di lavoratori ed autonomi colpiti dalla crisi. Di questo fondo si sa poco. Avrà a disposizione 300 milioni. Le condizioni per accedervi saranno determinate in seguito da apposito decreto interministeriale.

La gestione degli anziani e dei disabili sarà meno complessa. Con l’estensione dei benefici della legge 104 fino a dodici giorni mensili per il mese di marzo e le disposizioni premiali per i disabili in grado di lavorare, che saranno ammessi prioritariamente allo smart working, se possibile. È previsto, per consentire lo sgombero delle Residenze Sanitarie per Anziani nei casi di emergenza, anche un diritto aggiuntivo per i lavoratori. Chiunque sarà costretto, per il motivo summenzionato, a restare a casa dal lavoro, prendendo quindi un permesso, non potrà essere licenziato. Purché sia avvisato il datore di lavoro per tempo.