Foto by Ministero dell’Interno
Dopo il precedente vertice del Governo il 17 settembre scorso nella Prefettura di Caserta, alla presenza dei ministri Piantedosi e Schillaci, si è svolto il 2 dicembre un nuovo summit nazionale presso l’episcopio di Aversa, ospitato dal Vescovo Spiniello, per un punto di situazione aggiornato sulle iniziative per Terra dei Fuochi, soprattutto a seguito della sentenza CEDU del 30 gennaio 2025 e dell’omonimo decreto-legge n. 116/2025, convertito in legge il 1ottobre scorso che ha introdotto misure urgenti per contrastare i reati ambientali e potenziare i procedimenti di bonifica.
Alla riunione, presieduta dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Mantovano affiancato dalla Viceministro dell’Ambiente Gava, hanno partecipato i commissari Vadalà e Ciciliano, i magistrati della Procura generale e di quelle territoriali, i prefetti e questori di Napoli e Caserta, i vertici regionali e provinciali delle Forze dell’Ordine (Carabinieri, Guardia di Finanza, Esercito, Vigili del Fuoco, Polizia stradale) ed il Direttore Generale di Arpa Campania.
Il governo dichiara di assumere come priorità nazionale gli interventi di risanamento ed ambientalizzazione di Terra dei Fuochi con provvedimenti normativi e risorse straordinarie, da verificare periodicamente negli stati di avanzamento, attraverso un mix di misure che si articolano dalla progressiva rimozione dei rifiuti accumulati alle bonifiche vere e proprie, dal contrasto ai roghi in superfice ed agli illeciti ambientali al potenziamento della prevenzione sanitaria.
Per la parte ambientale è stato sottolineato in diversi interventi, in particolare quelli dei Commissari Vadalà e Ciciliano e dei magistrati delle Procure, che a base delle principali azioni di rimozione dei rifiuti ed avvio delle bonifiche – oltre che per il contrasto degli illeciti in materia – vi è sempre la necessità di adeguate attività di caratterizzazione e supporto tecnico-specialistico da affidare preferibilmente ad enti ed organismi pubblici attrezzati, in grado di offrire adeguate garanzie di qualificazione ed affidabilità.
Naturalmente il riferimento obbligato va ad enti come ISPRA, Arpac, Istituto Superiore di Sanità (ISS), che già svolgono prestazioni di supporto nei relativi ambiti ma che devono essere potenziate in modo corrispondente all’incremento dei fabbisogni. Il sottosegretario Mantovano ha preso atto di questa esigenza più volte rappresentata dal tavolo, riferendola ad ISPRA, istituto statale per la protezione e ricerca ambientale, che tuttavia – attraverso il Sistema nazionale di protezione dell’ambiente (SNPA), di cui è capofila – si avvale necessariamente, in ambito regionale, delle Agenzie ambientali, come strutture operative sul territorio.
Il Direttore Generale Sorvino ha sinteticamente rendicontato il concorso continuativo delle strutture di Arpac ai principali filoni di attività, in particolare nei comuni interessati delle province di Caserta e Napoli, evidenziando l’intensificazione delle collaborazioni già in atto sia con gli organi commissariali e straordinari operanti che con le Autorità giudiziarie per il supporto tecnico alle attività repressive, anche alla luce della rinnovata normativa su Terra dei Fuochi. Ed ha contestualmente rappresentato la concreta possibilità di moltiplicare le prestazioni, ove sia prevista una corrispondente copertura finanziaria per il reclutamento straordinario del personale tecnico occorrente, oggi fortemente sottodotato, per rafforzare l’operatività delle strutture impegnate.
Risultano già significativi i numeri salienti relativi alle attività finora proficuamente svolte da Arpac in questo ambito. Innanzitutto, l’Agenzia regionale è capofila, in uno ai Carabinieri Forestali del gruppo di lavoro nazionale coordinato dal Comandante del CUFA, preposto alle attività di censimento e classificazione dei suoli agricoli potenzialmente contaminati nelle “aree vaste” di Terra dei Fuochi, ai sensi della legge speciale n. 6/2014, per la verifica dell’eventuale transito nel ciclo alimentare degli inquinanti dei rifiuti – a suo tempo seppelliti e tombati dalla camorra casalese – ai fini della conseguente interdizione, totale o parziale, dalla produzione agricola e zootecnica dei suoli risultati effettivamente contaminati ad esito delle indagini ambientali.
Dal 2014 ad oggi, avvalendosi di un modello tecnico-scientifico elaborato “ad hoc”, sono stati effettuati nelle aree vaste di Terra dei Fuochi circa 1.800 sopralluoghi, con oltre 1.000 campionamenti di suolo ed acque nei terreni agricoli investigati in 400 siti con indagini radiometriche ed all’attualità la campagna è stata di recente ulteriormente intensificata, su richiesta del Gen. Vadalà, portando da due a tre le attività settimanali e potrà esserlo ulteriormente mediante il reclutamento di cinque unità tecniche dedicate a tempo determinato, come d’intesa con lo stesso Commissario.
È in atto una proficua collaborazione con il Prefetto Ciciliano, Commissario e Capo dipartimento della Protezione Civile, per la messa a punto di un efficace modello operativo di rimozione dei rifiuti – sulla base delle linee guida a suo tempo elaborate da Arpac – e, da tempo, con il funzionario delegato del Ministero dell’Interno, viceprefetto Silvestro, attraverso la attiva partecipazione di personale Arpac ai gruppi interforze di controllo operanti nelle Action day, con 196 interventi effettuati nel corso del triennio 2021-23.
Nell’ambito della collaborazione attivata con il Commissario di governo Vadalà (peraltro già collaudata nel suo precedente incarico), è stato intensificato il supporto di Arpac per la bonifica dei siti prescelti per i primi interventi (4 in provincia di Caserta ed uno di Napoli), sia per le indagini di campo – mediante contro-campioni validati – che con l’accelerazione delle istruttorie tecniche per l’approvazione di piani di bonifica, caratterizzazione e messa in sicurezza.
Molto frequenti e significative su questo territorio, soprattutto in periodo estivo, sono le attività di monitoraggio ambientale effettuate da Arpac, a seguito dei frequenti e più gravi incendi – a valle dell’intervento dei Vigili del Fuoco – ben 124 dal 2018 ad oggi, con 421 campioni di diossine prelevati, di cui circa 80 risultati non conformi, pari cioè alla rilevazione di ben 80 giornate segnate da sforamenti del valore limite delle diossine. Particolarmente grave è risultato nella scorsa estate l’incendio verificatosi nell’Alto Casertano a Teano – sia pure fuori dal perimetro di Terra dei Fuochi – in un grosso impianto di rifiuti ammassati fuori norma con la registrazione di oltre venti giorni di sforamento del livello delle diossine, determinato dalla difficoltà di spegnere completamente braci e fumarole.
Sono assai consistenti ed in ulteriore incremento, anche alla luce della normativa sugli eco-reati recentemente novellata dal decreto legge “Terra dei Fuochi”, i supporti e le collaborazioni richieste e rese da Arpac all’Autorità giudiziaria ed alle forze di polizia delegate (in particolare, per questo ambito territoriale, le Procure della Repubblica di Napoli, Napoli Nord, S. Maria Capua Vetere, Nola e Torre Annunziata), laddove circa il 62% del totale regionale è effettuato nelle province di Napoli (per il 37%) e Caserta (25%). Nel corso di tali consulenze alle investigazioni ambientali – particolarmente sistematiche ed incisive per il bacino del fiume Sarno – circa il 44% dei sopralluoghi è stato associato a campionamenti di matrici ambientali e misurazioni, con un numero complessivo di circa 1.434 campioni e con le corrispondenti attività analitiche -laboratoristiche. Le attività ausiliarie prestate da Arpac, ancorché numericamente insufficienti rispetto alla mole di fabbisogni, sono ritenute dai Procuratori più efficaci, attendibili e, soprattutto, non onerose rispetto alle prestazioni dei consulenti tecnici privati, oltre a garantire più solide performance nella successiva fase dibattimentale giudicante.
Si tratta, in definitiva, di un articolato pacchetto di controlli ed attività tecnico-specialistiche, poste a disposizione di organi commissariali e straordinari, particolarmente significativo se si considera l’oggettivo sottodimensionamento di organico tecnico dell’Agenzia ambientale e che tale impegno straordinario è da ritenersi aggiuntivo e complementare rispetto ai già massicci e gravosi compiti di istituto.
Infine, il direttore Sorvino ha evidenziato che l’Agenzia, anche in virtù dei significativi finanziamenti statali e regionali recentemente acquisiti, dispone oggi di adeguate e moderne attrezzature e dotazioni strumentali ma necessita piuttosto di reclutare personale tecnico – sia per le campagne territoriali che per la produzione dei laboratori – al fine di integrare le gravi e quasi insostenibili carenze di organico.
In definitiva l’insieme delle iniziative di varia natura necessarie per dare organica esecuzione alla sentenza CEDU su Terra dei Fuochi, di carattere propulsivo più che sanzionatorio, è stato attivato e programmato dal governo, d’intesa con la Regione – attraverso misure normative ed organizzative e, soprattutto, con l’operatività di efficienti strutture commissariali “ad hoc” – ma occorre verificare l’effettiva disponibilità delle risorse necessarie a sostenere l’imponente operazione di bonifica e risanamento per poi misurarne i concreti stati di avanzamento.
