“Nel suo nuovo saggio, Aurelio Musi rilegge la rivolta napoletana come un fenomeno complesso, europeo e profondamente politico. Non una guerra di classe, ma un intreccio di spinte economiche, tensioni sociali e aspirazioni di riforma che accomunavano molti territori dell’Europa moderna. Masaniello, figura simbolica, fu protagonista decisivo solo nei primi dieci giorni, quando riuscì a catalizzare il malcontento antifiscale e antinobiliare dei ceti popolari più strutturati e del popolo minuto, attorno alla richiesta – sorprendentemente moderna – di parità nella rappresentanza politica della capitale. La rivolta durò quasi un anno, dilagò nelle province del Regno, dialogò con idee circolanti in tutta Europa e lasciò ripercussioni profonde sugli assetti dell’Impero spagnolo e sulle relazioni internazionali. Dopo il 1647, Napoli e la Spagna non furono più le stesse”.
