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79^ Mostra del cinema di Venezia

by Piera De Prosperis
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Dal 31 agosto al 10 settembre al Lido di Venezia, organizzata dalla Biennale e diretta da Alberto Barbera si svolgerà la 79^ Mostra internazionale di Arte cinematografica, che tutti noi correntemente chiamiamo Festival del cinema o Mostra del cinema.

Forse non tutti sanno che la Mostra nacque nel 1932 e fu il primo dei festival d’arte cinematografica, precedente anche agli Oscar. Lo scopo dell’iniziativa, nata nell’ambito della XVIII Biennale d’arte, era di presentare opere attestanti l’importanza e la funzione della cinematografia quale mezzo di espressione artistica, culturale, educativa. Fu questa l’intuizione del suo primo presidente Volpi di Misurata. Nel corso degli anni e delle diverse gestioni artistiche la mostra è stata specchio delle politiche culturali dei regimi e dei governi, ma anche voce sommessa a volte, altisonante altre volte, di cambiamento o di protesta. Dal 1935 assunse cadenza annuale e dopo una sospensione tra il 1942 e il 1945, nel 1947 venne istituito un gran premio internazionale per il miglior film, dal 1949 il Leone d’oro di San Marco.

Il primo film italiano presentato nel 1932 fu Gli uomini, che mascalzoni… di Mario Camerini che Lizzani ha definito “il grande confessore della piccola borghesia italiana dolcemente addormentata sotto il ventennio”. Mario Camerini attraverso questo film apporta delle importanti novità nel panorama cinematografico italiano dell’epoca. L’innovazione più eclatante è quella di effettuare riprese in esterni, in un’autentica Milano degli anni ’30 in piena trasformazione, non a caso nel film si vedono le pubblicità di marchi e prodotti quali Phillips, Alemagna, Motta, Coca Cola, Cinzano, la Rinascente. La canzone che contribuì al successo del film fu Parlami d’amore Mariù, cantata da un giovanissimo Vittorio De Sica. Gli uomini, che mascalzoni è un film innovativo per l’epoca in cui è stato girato poiché è tra i primi esempi di pellicola che si allontana dalla rappresentazione dell’ideale fascista imposta dal regime e da quel genere detto dei “telefoni bianchi”, tanto in voga in quegli anni, per aprire la strada a quella che poi sarà la grande stagione della commedia all’italiana. L’arte cinematografica diede quindi respiro ad un bisogno di novità culturale e di rigenerazione che già serpeggiava nell’Italia fascista di quegli anni.

E oggi? L’immensità‘ di Emanuele Crialese, Bones & All di Luca Guadagnino, Il Signore delle Formiche di Gianni Amelio, Chiara di Susanna Nicchiarelli e Monica di Andrea Pallaoro, sono i cinque film italiani in concorso. Crisi di una coppia nella Roma anni ’70 che esplode a seguito della dichiarata volontà di una figlia di essere considerata maschio. La ricerca di se stessi in un viaggio on the road di due giovani. Il processo a Braibanti, spunto per narrare la diversità e come la società sia sempre pronta a mettere sotto accusa chi si differenzia dalla norma. La figura rivoluzionaria, al pari di quella di Francesco, di Santa Chiara. Una donna che esplora temi universali quali l’abbandono e l’accettazione, il riscatto ed il perdono.

Anche qui, dunque, l’arte filmica si fa testimone ed interprete di un presente che, oggi più che mai, in questo nostro spaesamento culturale e politico, ricerca la propria identità. Spesso andando a ritroso, nella speranza di reperire l’origine della perdita della propria innocenza.

La 79^ Mostra internazionale di Arte cinematografica non smentisce il suo statuto epistemologico, ci renderemo poi conto de visu (è il caso di dirlo) dei risultati ottenuti, ma i principi sono salvi.