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Il “Patto per il mare” che vuole Federagenti, le crociere

gestire il dialogo con territori e comunità locali

by Redazione
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Roma, 25 giugno, assemblea pubblica di Federagenti: “Patto per il mare”. Lo propone il presidente Paolo Pessina come “operazione verità sull’impatto delle navi bianche e dei crocieristi” e come “formula di coordinamento del turismo che arriva dal mare”. Insomma, Federagenti è contraria alla “cultura del No” e in particolare “all’espulsione delle navi da crociera dalla Laguna di Venezia”.

Tema davvero delicato quello dell’overtourism in Italia. Gli interessi in gioco sono formidabili, i possibili danni all’ambiente altrettanto. E ha ragione Federagenti quando dice che “la propaganda tende a diventare cultura diffusa”, ma questo vale per qualunque tipo di propaganda, pro o contro che sia.

Diamo quindi un’occhiata ai risultati che si vogliono centrare con il “Patto per il mare che coinvolga territori, comunità, compagnie crocieristiche, operatori turistici”, così come specificati dagli Agenti Marittimi:

  • Calendarizzazione intelligente degli accosti
  • Varo di misure per evitare sovraccarichi nei picchi stagionali e migliorare l’accettazione sociale, anche attraverso una calendarizzazione nazionale condivisa tra tutti i porti e le principali compagnie crocieristiche
  • Tavoli di lavoro permanenti tra porti, agenti e compagnie per tracciare e rispettare un calendario di arrivi e partenze che impedisca la concentrazione degli stessi in singole date e singoli orari
  • Messa a punto e differenziazione di itinerari sostenibili co-progettati
  • Coinvolgimento delle pubbliche amministrazioni e degli gli stakeholder locali
  • Valorizzazione anche dei porti minori o secondari con piani di sviluppo sostenibile
  • Valorizzazione di destinazioni alternative per le escursioni a terra
  • Progettazione e valorizzazione delle risorse prodotte dalle comunità locali attraverso intese condivise sullo shopping a terra
  • Armonizzazione del sistema di regole portuali
  • Armonizzazione delle norme relative alla gestione dell’accosto: i rifiuti, la sicurezza, i permessi le dichiarazioni amministrative
  • L’applicazione omogenea e sistematica in tutti gli scali italiani di procedure ESG Environmental, Social, and Governance che comportino il massimo livello di sostenibilità per i territori, i loro cittadini, i lavoratori e le imprese economiche coinvolte
  • Trasformazione di questo sistema di regole, spesso caratterizzate da grande rigidità, da fattore di costo a valore aggiunto per il territorio e gli armatori

E perché gli Agenti Marittimi? Perché “sono gli unici in grado di gestire le connessioni”, in quanto:

  1. Facilitatore di governance locale
  2. Coprogettista con le compagnie di azioni sociali congiunte nei territori (educazione, impatto ambientale, welfare portuale)
  3. Regista di azioni sociali congiunte nei territori (educazione, impatto ambientale, welfare portuale)
  4. Ponte tra industria e territori
  5. Formazione continua
  6. Digitalizzazione e tracciabilità

Il dialogo con i territori e le comunità locali che viene auspicato è necessario e benedetto, ma senza guerre preventive da parte di nessuno.

 

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