E’ stato pubblicato oggi sul sito ufficiale dell’Arpac il resoconto, a cura di Emma Lionetti, della stagione balneare 2025 in Campania. Sono infatti terminati a settembre i controlli sulla qualità delle acque di balneazione, iniziati con i prelievi prestagionali di aprile.
Come ogni anno, andiamo a vedere com’è andata.
L’avvio viene definito “alquanto rassicurante”. Questo perché solo il 2% della costa monitorata è dichiarato di qualità scarsa e quindi non balneabile. Attenzione però: le acque sottoposte al monitoraggio Arpac (41 in provincia di Caserta, 148 in provincia di Napoli e 139 in quella di Salerno) non comprendono quelle dei “litorali non utilizzabili ai fini della balneazione, all’incirca 60 chilometri, per la presenza di porti e approdi, strutture militari, foci di fiumi e canali non risanabili, zone di aree marine protette”. Prosegue dunque il trend positivo. 2011: quota di litorale balneabile 80%. 2018: 97%. 2025: 98% ad apertura di stagione.
328 i “punti rappresentativi dei tratti di mare” analizzati dai tecnici di Arpa Campania, più 45 “punti aggiuntivi di studio in zone a presumibile rischio di contaminazione”, per un totale di 2.308 campionamenti ed oltre 4.600 determinazioni analitiche nel corso della stagione balneare. Si cercano Escherichia coli ed Enterococchi fecali (indicatori di contaminazione fecale), tensioattivi e idrocarburi (contaminazioni chimiche), fitoplancton (microalghe tossiche). In caso di contaminazione Arpac comunica tempestivamente i casi ai Sindaci per l’emissione dei provvedimenti di divieto alla balneazione e li informa subito quando i valori rientrano nella norma in modo che possano revocare il divieto.
C’è stato “solo il 2% di esiti difformi dai valori soglia normativi”, in tutto 52: 30 in provincia di Napoli, 20 in quella di Salerno e 2 nel casertano. La maggior parte dovuta “a carenze dei sistemi fognari”. In altri casi, sporadici, si è trattato di “malfunzionamenti degli impianti che collettano gli scarichi a mare e a occasionali sversamenti a mare non ben individuati”.
Una notazione particolare per il caso di Licola, a Pozzuoli. “Nella zona sono stati ipotizzati episodi di inquinamento marino probabilmente collegati a scarichi provenienti da diversi canali o depuratori, ma che verifiche approfondite da parte dell’amministrazione locale hanno smentito”. Lo scorso 11 agosto l’acqua appariva limpida, leggermente colorata di verde, ma le analisi “hanno escluso rischi di carattere igienico-sanitario non essendo stati riscontrati valori batteriologici eccedenti i limiti normativi”. Però ricordiamoci che “Lido di Licola”, “Effluente Nord Depuratore di Cuma”, “Stabilimento Balneare” e “Foce Depuratore Cuma” sono in ogni caso acque “vietate alla balneazione per l’intera stagione balneare”.
Quanto alle alterazioni dell’aspetto del mare (colorazione, schiume), segnalate anche da cittadini e media locali, le indagini “hanno escluso il rischio di contaminazione fecale” tranne in un caso (acqua “Cimitero” a Torre del Greco) subito rientrato. Fenomeni evidentemente di origine naturale, probabilmente accentuati dalle alte temperature superficiali del mare.
La stagione balneare ora è finita, ma Arpac continua a lavorare in ambito marino. Come tutti gli anni e in tutti i mesi dell’anno.
Tutti i dati del monitoraggio sono consultabili sul portale dedicato alla balneazione di Arpac e sull’app di Arpa Campania.