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RIPENSARE LE CITTA’ 1- Le “Villes Nouvelles” francesi

La FeniceUrbana - Città di fondazione

by Alessandro Bianchi
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Sul tema “Ripensare le città” il nostro quotidiano ha avviato una collaborazione con la rivista “La FeniceUrbana” che prevede lo scambio di scritti su argomenti condivisi. Iniziamo qui una serie di interventi sulle “Città di fondazione” parlando delle “Villes nouvelles” francesi.

 

Nel 1965 con lo “Schéma directeur d’aménagement et d’urbanisme de la Region de Paris” venivano istituite in Francia le Villes nouvelles.

Si è trattato di una operazione molto complessa avviata dallo Stato francese con due obiettivi prioritari: arrestare lo sviluppo a macchia d’olio di Parigi realizzando nuovi insediamenti a distanza di 20-30 Km dalla città, collegate tra loro e con la capitale; realizzare insediamenti del tutto diversi da quelli nati nella banlieu parigina, assicurando la compresenza di abitazioni, servizi e luoghi di lavoro.

La localizzazione delle Villes nouvelles è stata estesa all’intero territorio francese con nove aree urbane: nell’Ile de France: Cergy Pontoise, Saint-Quentin-en-Yvelines, Évry, Melun-Senart, Marne-la-Vallée; a Lille: Lille Est; a Rouen: Le Vaudreil; tra Lyon e Grenoble: l’Isle d’Abeau; a Marseille: Rive de l’Étang de Berre.

Con l’intento di evitare operazioni speculative, lo Stato ha acquistato a prezzo agricolo i terreni interessati dai nuovi insediamenti, li ha urbanizzati con le infrastrutture e i servizi necessari e poi li ha rivenduti a prezzo di mercato il che, pensando a cosa avviene normalmente negli interventi pubblici nel nostro Paese, rappresenta un esempio straordinario.

Malgrado ciò inizialmente le villes nouvelles furono fortemente contrastate dalle amministrazioni e dalle popolazioni locali, che le avvertivano come una imposizione da parte dello Stato. Successivamente, grazie all’iniziativa dei Comuni interessati, si formarono delle associazioni di cittadini che acquisirono una maggiore capacità contrattuale che portarono alla emanazione di norme per andare incontro alle loro richieste.

Resta il fatto che la politica delle villes nouvelles si è potuta realizzare solamente a seguito dell’impronta fortemente centralista dello Stato francese.

 

 

Nel corso del tempo la popolazione residente nelle Villes nouvelles è cresciuta notevolmente passando dai circa 250.000 abitanti iniziali a oltre un milione, in gran parte grazie ad alcune scelte strategiche che l’hanno sostenuta: dei buoni collegamenti ferroviari con le rispettive città di riferimento e con Parigi; una notevole dotazione di servizi pubblici; la realizzazione di grandi parchi urbani; l’attenzione alla qualità architettonica degli edifici e all’arredo urbano; l’incentivazione degli insediamenti produttivi tramite i Parc d’activité.

Dunque, a distanza di oltre sessanta anni dall’avvio – con l’eccezione di Le Vaudreil a Rouen sciolta nel 1985 a causa del mancato raggiungimento degli obiettivi – l’intero programma delle Villes nouvelles può essere valutato positivamente, anche considerando l’avvio nel tempo di interventi di riqualificazione sia dell’edilizia residenziale che degli edifici pubblici costruiti nel periodo iniziale.

Due esempi particolari

 

 

Marne-la-Vallée viene fondata nel 1972 a circa 20 km. ad Est di Parigi lungo la riva sinistra del fiume Marne.

Lo schema di progetto è di tipo lineare suddiviso in quattro centri urbani ubicati attorno alle stazioni ferroviarie, mentre a ridosso delle autostrade sono ubicati gli insediamenti produttivi. Nel settore Noisy-le Grande è stato realizzato un polo terziario di livello regionale caratterizzato da edifici imponenti, come il Palais d’Abraxas di Bofil e le Arenes de Picasso di Nunez.

Il settore Val Maubuée ha avuto una destinazione prevalentemente residenziale caratterizzata dal crescent progettato da de Portzamparc al cui interno è ubicata la Cité Descartes, un centro di ricerca nel settore delle tecnologie innovative impostato secondo la logica dei Technopole, vale a dire con la compresenza di dipartimenti universitari e insediamenti produttivi.

Nel terzo settore, Val Bussy, vi è una compresenza di quartieri residenziali a bassa densità con aree destinate all’insediamento di attività produttive, mentre il quarto settore – Val d’Europeinizialmente pensato per una espansione di seconda fase, è stata ceduta per la creazione del parco giochi Disneyland-Paris, una operazione di stampo made in USA fortemente contrastata dalle comunità locali che, tuttavia, ha avuto nel tempo un indiscutibile successo commerciale attirando un imponente numero di visitatori (circa 16 milioni nel 2024).

 

 

Cergy-Pontoise è ubicata a Nord-Ovest di Parigi e la sua fondazione risale al 1969 con la costituzione di un “Établissement d’aménagement”.

E’ stata progettata come insediamento a bassa densità, tanto che il suo territorio viene destinato alla edificazione soltanto per la metà, mentre vengono lasciate ampie superfici a verde e a bosco, nel rispetto della conformazione naturalistica e paesaggistica dei luoghi attraversati dal fiume Oise.

I quartieri residenziali – Cergy-Préfecture, Cergy-St. Christophe, Cergy-le Haut e Port Cergy – vengono realizzati all’interno di una ansa del fiume Oise e collegati da un percorso pedonale e ciclabile separato dal percorso stradale. Completano l’insediamento l’edificio della Prefettura della Val d’Oise, un parco urbano e aree verdi disseminate in tutta l’area. In una seconda fase viene realizzato il quartiere di Cergy-St.Christophe, con un progetto urbanistico orientato a creare un maggiore effetto città, ossia una maggiore riconoscibilità dei luoghi urbani da parte degli abitanti: la Chiesa di St. Marie des Peuples, la Stazione St. Christophe, la Piazza del mercato, l’Axe Majeur.

 

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