Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Il calo dei votanti segnala una crescente disaffezione alla partecipazione al voto, un fenomeno progressivo che si manifesta ad ogni tornata elettorale. Questo segnala la disaffezione verso gli strumenti della democrazia costituzionale ed è preoccupante perché si può aprire un varco per avventure autocratiche. È probabile che le persone non credano più, non tanto nei nuovi strumenti di democrazia diretta quanto alla politica intesa nella sua accezione più generica e generale, ed è probabile che non si abbia fiducia nelle stesse persone che si mettono a disposizione per fare politica e per accedere alle istituzioni e governare il paese o la singola regione.
Anche in passato si è tentata una riflessione su questo fenomeno disaffettivo degli elettori, ma poi non si sono registrate iniziative tese a recuperare credibilità e fiducia. Le donne e gli uomini, ma soprattutto i giovani stanno manifestando più che malessere indifferenza e trascuratezza, indici di scarso senso civico e di mancata consapevolezza
Anche qui c’è una grave responsabilità delle stesse donne e uomini della politica che hanno in un passato recente brigato, anche con sotterfugi poco chiari e trasparenti per accedere nei luoghi e nei posti di comando suscitando dubbi e perplessità sul loro impegno politico disinteressato. La sensazione della ricerca del loro tornaconto e del servizio da offrire non a tutti gli elettori, ma alla ristretta cerchia degli “amici” e dei galoppini, si è insinuata forte nell’elettore libero e affezionato agli istituti della democrazia. L’esercizio e l’uso degli strumenti democratici è cosa delicata e molto seria, ma diversi soggetti che si affacciano nel mondo della politica usano tali strumenti con eccessiva disinvoltura, piegandoli al loro interesse e tornaconto. Il recupero di credibilità è necessario, come sono importanti iniziative per superare l’indifferenza di tanti giovani e lo scetticismo di tanti adulti. Una politica pulita, onesta, esercitata nell’interesse di tutti, è assolutamente necessaria.
La crisi dei partiti ha portato anche a questa anomalia. Non penso però che possano riprendere il ruolo costituzionale loro affidato. Occorre inventarsi nuovi strumenti per alimentare una democrazia che appare stanca e non intrigante. E tutto ciò può tradursi in una svolta autoritaria, che la destra sembra voler perseguire. Ha infatti interesse a superare la Carta, per certi aspetti indigesta, non essendo nelle sue corde una democrazia compiuta e funzionante. I sinceri democratici e gli intellettuali del campo democratico devono assumere iniziative nazionali di rilievo e il PD deve fare di più per recuperare giovani donne e uomini all’amore per la democrazia e per gli istituti democratici.
La generazione che ha contribuito alla radicalizzazione degli strumenti democratici si sta ormai esaurendo, se non c’è un rapido impegno verso i giovani educati alla democrazia e all’uso dei suoi strumenti nel paese, si può generare una tale indifferenza che può rendere possibile ogni soluzione antidemocratica.
Per questo è urgente che il partito democratico gli altri partiti di questo fronte mostrino una maggiore vivacità e organizzazione. Anche con iniziative di piazza per la salvaguardia del nostro sistema democratico e dei suoi istituti.
