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Alfabeto delle citazioni: Gaber. Libertà

Libertà di, libertà da, libertà in

by Piera De Prosperis
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Siamo alla lettera L, ad un sostantivo tra i più importanti del vocabolario universale: libertà, che viene declinato in molteplici modi: di pensare, di dire, di fare. Libertà di, ma esiste anche la libertà da costrizioni interne ed esterne come paure, ansie ed anche povertà, oppressioni. Concetti strettamente legati perché se non c’è libertà da non possiamo esercitare il diritto alla libertà di. Educare i giovani al concetto di libertà non è facile perché il più delle volte il termine viene confuso con anarchia. Essere liberi vuol dire essere responsabili delle proprie azioni, mentre nell’accezione comune che prescinde da qualunque conoscenza filosofica e politica, in un contesto anarchico l’uomo è l’unico giudice delle proprie azioni, senza alcun riferimento alle leggi.

Più che mai oggi, in un mondo di anarchia digitale, le regole vengono considerate censure e ogni rilievo su comportamenti ed interventi viene considerato un freno alla libertà di espressione. Senza inoltrarci in una discussione di grande ampiezza e profondità quale quella del rapporto tra libertà e social network, possiamo però dire che il rischio più grande è che si creino delle cosiddette bolle democratiche: gli algoritmi, in base alle interazioni degli utenti, creano bolle, cioè, luoghi informatici protetti in cui le persone sono esposte a contenuti che confermano solo le loro idee senza possibilità e soprattutto volontà di contraddittorio. Il mio cellulare mi fa vedere ciò che voglio, interagire con chi la pensa come me, mi fa accedere solo alle pubblicità in linea con i contenuti che mi interessano. Insomma, la libertà di e da diventa libertà in uno spazio concluso e protetto.

Il pluralismo ed il confronto perdono di significato come il discorso politico sempre più distante dagli interessi di cittadini o per meglio dire utenti, rinchiusi nel loro mondo ed ostili a tutto ciò che avrebbe bisogno di una vera e propria argomentazione. Si urla, non si ascolta l’altro, non si seguono le regole di un dibattito corretto e proficuo, insomma si dà voce proprio a chi non rispetta gli altri.

Rileggiamo allora il testo della canzone di Gaber: La libertà

Voglio essere libero, libero come un uomo
Vorrei essere libero come un uomo

Come un uomo appena nato
Che ha di fronte solamente la natura
Che cammina dentro un bosco
Con la gioia di inseguire un’avventura

Sempre libero e vitale
Fa l’amore come fosse un animale
Incosciente come un uomo
Compiaciuto della propria libertà

La libertà non è star sopra un albero
Non è neanche il volo di un moscone
La libertà non è uno spazio libero
Libertà è partecipazione

Vorrei essere libero come un uomo
Come un uomo che ha bisogno di spaziare con la propria fantasia
E che trova questo spazio
Solamente nella sua democrazia

Che ha il diritto di votare
E che passa la sua vita a delegare
E nel farsi comandare
Ha trovato la sua nuova libertà

La libertà non è star sopra un albero
Non è neanche avere un’opinione
La libertà non è uno spazio libero
Libertà è partecipazione

Vorrei essere libero come un uomo

Come l’uomo più evoluto
Che si innalza con la propria intelligenza
E che sfida la natura
Con la forza incontrastata della scienza
Con addosso l’entusiasmo
Di spaziare senza limiti nel cosmo
E convinto che la forza del pensiero
Sia la sola libertà

La libertà non è star sopra un albero
Non è neanche un gesto o un’invenzione
La libertà non è uno spazio libero
Libertà è partecipazione

La libertà non è star sopra un albero
Non è neanche il volo di un moscone
La libertà non è uno spazio libero
Libertà è partecipazione

La libertà non è star sopra un albero
Non è neanche il volo di un moscone
La libertà non è uno spazio libero
Libertà è partecipazione

Questo testo del 1973, ancora adesso attualissimo perché perfettamente applicabile al nostro sciagurato tempo, sostiene che la libertà non deve essere fine a se stessa, ma deve essere condivisa; “non è neanche il volo di un moscone” perché non ci si può sentire liberi stando soli.

La libertà non può che essere collettiva, partecipata e quindi democratica.

 

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