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All’Occidente per l’Armenia non resta che piangere/1

by Luigi Gravagnuolo
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Robert Kaplan, prima inviato di guerra, poi geografo, infine geopolitologo e consulente del Pentagono, nel 2012 scrisse un pamphlet diventato poi celebre, ‘La vendetta della geografia’. La sua esperienza sui vari fronti di guerra, lo aveva portato alla conclusione che la gran parte dei conflitti armati nel mondo nascono a causa di confini tra gli Stati tracciati senza tener conto della geografia fisica e umana dei luoghi. Per ragioni economiche o di potere gli Stati ‘si tracciano’ dei confini che hanno in sé il germe dei conflitti. Si pensi all’etnia curda, distribuita tra cinque Stati, in ognuno dei quali è minoranza; oppure, per restare in Medio Oriente, ai sunniti la cui storica area di insediamento, tra il Tigri e l’Eufrate, è divisa parte in Siria, parte in Iraq, entrambi a maggioranza sciita.

Spesso questi insulti alla storia ed alla geografia sono il risultato di secoli di conflitti, altre volte della tracotanza delle nazioni imperialiste. Si dia un’occhiata a volo ai confini tracciati in Medio Oriente ed in Africa. Quante linee rette vedete? Sono confini tracciati col righello dai conquistatori che si spartivano i territori.

L’ultimo dei conflitti originati da sistemazioni incongrue dei confini è quello del Nagorno Karabakh. Si veda la mappa qui sotto

 

 

Il Nagorno Karabakh – chiamato Artsakh dagli Armeni – è quell’enclave interna al territorio azero circoscritta in verde, con capitale Stepanakert. Ci vivevano, fino alla settimana scorsa, autogovernandosi, 140mila Armeni, lì insediatisi da millenni. Gli Armeni sono cristiani, gli Azeri musulmani.  A Sushi, sud del Nagorno Karabakh, c’è la cattedrale di Cristo San Salvatore, detta anche Ghazanchetsots, luogo simbolo della religiosità armeno-ortodossa. Non si sa per quanto tempo ancora resterà in piedi. Lì è in corso una pulizia etnica e religiosa radicale; non dovrà restarvi traccia della storica presenza armena.

Lo scorso 19 settembre, dopo otto mesi di assedio con cui hanno stremato i residenti dell’enclave, impedendo che potessero arrivarvi viveri e medicinali, gli Azeri hanno portato l’assalto finale a Stepanakert ed hanno ottenuto la resa degli Armeni. Nella settimana scorsa circa centomila Armeni sono fuggiti in Armenia, l’Artsakh già non c’è più di fatto e, dal primo gennaio, non ci sarà più de jure ai sensi del trattato di resa. Com’è stato possibile estirpare dal suolo dell’Artsakh la secolare presenza armena ed ora procedere alla eradicazione di ogni sua residua vestigia nel silenzio del mondo?

È dal XIX secolo, quando iniziò il declino dell’Impero Ottomano, che sarebbe poi scomparso a seguito della Prima Guerra Mondiale, che la convivenza tra cristiani ortodossi e musulmani turchi, durata per secoli, è saltata. Ad inizio ‘800 gli Ottomani governavano su un immenso territorio, comprendente anche i Balcani, la Terra Santa e il Caucaso. Per secoli avevano tollerato la compresenza nel proprio impero di diverse etnie e religioni, limitandosi a privilegiare la componente turco-islamica solo sotto il profilo fiscale. Poi il declino dell’Impero.

Per approfittare della crisi ottomana la Russia dello zar Nicola I, di fede ortodossa, fomentò la ribellione dei cristiani moldavi, bulgari, rumeni e serbi contro la Sublime Porta, che reagì con la repressione. Quindi gli appelli dei cristiani dei Balcani alla Russia, sorella di fede, affinché intervenisse per liberarli dal giogo ottomano. E fu la guerra di Crimea (1854-56), nella quale le potenze occidentali, intimorite dall’espansionismo russo, si schierarono contro lo zar e a fianco dell’Impero ottomano. Gli Armeni allora vivevano tra l’Anatolia ed il Caucaso, non furono perciò coinvolti nel conflitto.

La Russia perse la guerra, lo zar se ne ammalò e morì prima di dover firmare la resa, un’umiliazione inaccettabile per uno autostimatosi simile a Dio e come tale ritenuto dal suo popolo. Ma la Russia è davvero la ‘Terza Roma’, come insegnano ancora oggi nelle scuole della Federazione, e, come la prima e la seconda, vive di espansionismo. I suoi governi si reggono sul mito della supremazia ed invincibilità del proprio esercito. La Russia non può perdere una guerra, ogni volta che è successo è crollato il suo assetto di potere.

Il successore di Nicola I, Alessandro II, gran riformatore all’interno – abolì la servitù della gleba – non avrebbe potuto reggersi senza poter vantare un successo militare. Murato ad Occidente, guardò al Caucaso e conquistò la Georgia, la Cecenia e parte dell’attuale Armenia, strappandole agli Ottomani. I Russi furono accolti da liberatori, perciò gli Armeni del Caucaso restati interni all’Impero furono considerati dalla Sublime Porta la quinta colonna dello zar in terra ottomana. E cominciarono le persecuzioni. Poi la Guerra Franco-Prussiana e la concomitante Guerra Russo-Turca, conclusesi col Congresso di Berlino (1878), in cui la Turchia perse definitivamente i Balcani.

I profughi turchi musulmani dei Balcani furono sistemati dal governo di Costantinopoli nei territori dell’Anatolia dove ancora vivevano gli Armeni; le persecuzioni anti-armene si intensificarono in quantità e in crudeltà. Infine, Prima Guerra Mondiale, il governo dei Giovani Turchi vara la ‘soluzione finale’, il genocidio degli Armeni, il primo del Novecento, un milione e mezzo di Armeni trucidati, altri fuggirono. L’Anatolia fu ripulita dalla presenza armena. Fu il modello ispiratore dell’Olocausto hitleriano.

1 – continua

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Elio 4 Ottobre 2023 - 18:12

Speriamo che nella seconda parte di questa bella analisi storica si renda conto di come gli americani, come hanno fatto con i curdi, abbiano tradito gli armeni. Gli armeni stessi vittime del maidan mondiale si sono asserviti agli Usa e il loro governo ha praticamente ceduto il Nagorno Karabakh all arzebaijan abbandonando 120.000 persone al loro destino. Solo la presenza del contingente russo dal 2020 presente come cuscinetto ha impedito una strage. Ma ovvio Europa zitta e Italia idem, Italia che vende preziosi aerei Leonardo all arzebaijan e compra metano a prezzo un terzo maggiore rispetto alla Russia. Va tutto bene.. saranno contenti i turchi da sempre oppressori degli armeni.. che poi sono stati traditi dal loro stesso prezzolato governo.. altro che zar e altre stupidaggini..

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Roberto 4 Ottobre 2023 - 22:50

Gli interessi sul gas Azero da parte Europa occidentale hanno creato questo misfatto con gli interessi russi soddisfatti per la posizione occidentale dell’ Armenia odierna. Ennesima ingiustizia sull altare della geopolitica!!!

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