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All’ombra di un libro 2: Zia Mame

by Piera De Prosperis
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Gli Stati Uniti, che per la generazione degli anni ‘60 e ‘70 hanno rappresentato lo specchio più chiaro delle libertà democratiche e della difesa dei diritti individuali, corrono a grandi falcate verso il loro periodo più buio e oscurantista. E’ una tendenza che già da tempo si espande sul territorio, penetrando con sempre maggiore velocità ed accreditandosi presso spazi sempre maggiori di opinione pubblica. Il 24 giugno la Corte Suprema, chiamata ad esprimersi sulla Roe versus Wade che nel 1973 aveva legalizzato l’aborto, ha ribaltato dopo 50 anni la storica sentenza e così l’America è sempre più conservatrice e trumpiana. Ovviamente questa sentenza non fermerà davvero gli aborti, solo quelli legali e sicuri per la salute delle donne.

Alla luce di questi avvenimenti ho riflettuto sulle tante figure femminili nell’orizzonte culturale e letterario d’America. Una in particolare, stravagante, capace di cogliere il senso profondo delle cose con leggerezza ed ironia ben rappresenta l’immagine di quell’America che non vorremmo mai vedere offuscata da tanta arcigna arretratezza.

Sto parlando di Zia Mame di Patrick Dennis del 1955. Un libro che ci può fare metaforicamente ombra, proteggendoci dalla calura estiva ma anche dalle vampate del conservatorismo più bieco, riportandoci ad una diversa immagine dell’America.

Di che parla? Nel 1928 Patrick, un orfano di 11 anni, viene affidato alla sorella della madre, zia Mame, eccentrica e trasgressiva. Zia Mame, che non intende adeguarsi alla bigotta morale comune, lo trascina nelle sue avventure, nei suoi viaggi, nelle occasioni mondane, lanciandosi nell’avventura di formare suo nipote lontano da stereotipi. Sempre pronta a donarsi agli altri, a rimboccarsi le maniche ed a rialzarsi dopo ogni crisi sia economica che finanziaria, affronta le situazioni senza ambiguità. Una vera combattente come dovremmo essere noi tutte quando i diritti di genere e non solo vengono calpestati.

Perché leggerlo? Per l’alternarsi di momenti seri e di momenti comici davvero irresistibili. Per la forza caratteriale della protagonista che sembra più giovane del nipote che la guarda agire a volte costernato dalle sue scelte esuberanti. Per la descrizione di un’America diversa da quella attuale, quella che esce dalla grave crisi del ‘29 e si rimette in piedi. Per lo stile ironico con cui l’autore, parlando in prima persona, descrive la sua crescita. Del resto, anche Patrick Dennis aveva avuto una vita sopra le righe. Dopo aver dilapidato un patrimonio accumulato con la vendita dei suoi libri, finì i suoi giorni in incognito al servizio, come maggiordomo, per Ray Kroc, il fondatore di McDonald’s.

Ai librai arriva assieme agli stock di volumi un manifesto che ironicamente assicura ai clienti insoddisfatti un rimborso di due libri contro quello restituito. E soprattutto ai librai arriva, in concomitanza con i primi ordini, anche una lettera su carta intestata rosa bianca e nera, con gli stessi colori dunque e anche gli stessi caratteri del libro, che recita: Caro libraio, quel cialtroncello di mio nipote Patrick ha scritto un libro su di me che trovo estremamente scurrile. E soprattutto per nulla veritiero. Pensa, racconta che una volta mi sarei fatta beccare nuda in un dormitorio di Princeton. Smentisco nel modo più categorico: non era Princeton, era Yale. Dunque, sappi che farò causa a Patrick. Farò causa all’editore. E, nel caso tu venda una sola copia del libro, farò causa anche a te. Baci baci baci, Mame (Andrea Franchi).