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ARPAC e la Relazione di apertura dell’anno giudiziario

by Claudio Marro
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L’Autore è Direttore Tecnico di Arpac.

 

La Relazione annuale di apertura dell’anno giudiziario 2023, predisposta nel mese di gennaio dalla Corte di appello e relativa al territorio della regione Campania, conferma la preziosa collaborazione di ARPAC in indagini ambientali complesse ed articolate svolte soprattutto in collaborazione con in NOE, i Carabinieri Forestali, le Capitanerie di Porto ed altri organi di polizia giudiziaria.

ARPAC, infatti, contribuisce al contrasto agli illeciti ambientali fornendo il proprio supporto alle Autorità Giudiziarie e/o della Polizia Giudiziaria, in numerosi procedimenti inerenti, in particolare, l’inquinamento di suolo e delle acque e la gestione illegale dei rifiuti.

Tale supporto, ordinariamente viene garantito riscontrando le istanze formulate dalle AA.GG.: negli ultimi anni, il Direttore Generale di ARPAC, in stretta collaborazione con il Direttore Tecnico, hanno attivato numerosi tavoli tecnici con le Procure della Repubblica che, nell’ottica di una razionalizzazione degli interventi agenziali, conducesse anche ad una concertazione delle azioni da intraprendere.

Accanto alle collaborazioni occasionali e a quelle attribuite ad ARPAC in qualità di soggetto “ausiliario”, i tecnici delle Aree Territoriali dell’Agenzia Regionale di Protezione Ambientale svolgono sopralluoghi, ispezioni, campionamenti, misurazioni, reportistica in procedimenti di indagini organizzati, fin dall’inizio con gli organi preposti, anche sulla base delle indicazioni tecniche precedentemente programmate sinergicamente. Non più, quindi, un semplice ruolo di supporto, ma di Agenzia protagonista.

Ricordiamo a tal proposito che nel solo anno 2022 le attività di ARPAC per procedimenti penali hanno riguardato numerosissimi fascicoli e tra i principali si citano i controlli effettuati per l’incendio della SAPA ad Airola (BN), il controllo di impianti responsabili di esalazioni maleodoranti (soprattutto in provincia di Napoli e Benevento), il controllo di rifiuti oggetto di spedizioni transfrontalieri (il caso Tunisia) e quelli effettuati nel settore dei cantieri navali.

Chiaramente tali attività a supporto o collaborazione con le Forze di Polizia Giudiziarie si aggiungono a quelle oramai diventate ordinarie ovvero di asseverazione tecnica delle prescrizioni ambientali rilasciate per violazioni di reati contravvenzionali estinguibili in materia di scarichi idrici, gestione di rifiuti, emissioni in atmosfera.

Un discorso a parte riguarda, poi, le attività di supporto che ARPAC assicura nell’ambito di una vasta indagine riguardante il bacino del Fiume Sarno che vede coinvolte le tre Procure di Torre Annunziata, Nocera ed Avellino. Per tale aspetto, l’Agenzia sta collaborando da oltre 3 anni per accertamenti riguardanti principalmente i sistemi di raccolta, trattamento e scarico dei reflui di natura industriale, meteorica, civile o assimilabile di industrie, specialmente del settore conserviero agroalimentare. In questo ambito i tecnici dei Dipartimenti di Napoli e Salerno stanno eseguendo numerosi sopralluoghi e campionamenti per verificare il rispetto delle autorizzazioni ambientali.

All’elenco delle attività sopra descritte si aggiungono poi la partecipazione dell’ARPAC a specifici Protocolli d’intesa e/o Convenzioni attivate negli ultimi anni, per esempio con la Procura di Nola per l’attività di controllo dell’inceneritore con recupero energetico di Acerra, con la Procura di S. Maria Capua Vetere per la legalità ambientale e con la Procura di Benevento per analisi di reperti di sostanze stupefacenti.

Come si può notare, quindi, un impegno di ARPAC che si va sempre più consolidando come soggetto di supporto tecnico scientifico alle Autorità Giudiziarie, in un contesto che vede l’Agenzia ambientale non dotato di ufficiali di polizia giudiziaria, non essendo ancora operativo il regolamento nazionale (in itinere) che lo prevede ai sensi della legge-quadro 132/2016 sul sistema nazionale di protezione dell’ambiente.