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Come opera l’Arpac. 1 – Introduzione

by Lucia Severino
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In Italia esiste un Sistema nazionale di protezione ambientale (SNPA) istituito nel 2016 e ancora in fase di attuazione. Ne fanno parte tutte le Agenzie regionali per l’ambiente. Quella della Campania è l’Arpac. Quasi tutti ne conoscono l’esistenza ma forse solo gli addetti ai lavori sanno davvero quali compiti svolge e con quali risultati. Eppure, si tratta di uno strumento fondamentale per il controllo delle matrici ambientali e per definire i necessari interventi. Dalla balneabilità del mare alla Terra dei Fuochi. Dai roghi alle bonifiche. Dall’inquinamento atmosferico al radon. E via dicendo.

Spesso ci si aspetta che l’Arpac assuma provvedimenti che in realtà non ha il potere di adottare. Nello stesso tempo non si conosce la quantità di azioni che mette in campo a tutela della salute dell’ambiente. Questo perché non sempre viene offerta all’utenza un’informazione chiara e facilmente accessibile. Recentemente però il Commissario dell’Arpac, Stefano Sorvino, ne è stato nominato Direttore Generale ed ha scritto una relazione sull’attività svolta (dal marzo 2017 al luglio 2020) che offre un quadro d’insieme interessante.

Il Sistema nazionale ha prima di tutto l’obiettivo di assicurare, in maniera uniforme, i livelli essenziali delle prestazioni di tutela ambientale (LEPTA).  Lo fa attraverso i vari sistemi locali autonomi, ossia le Agenzie regionali. In questo contesto l’Arpac è tra le agenzie più oberate di compiti. La Campania è infatti una delle regioni più popolose, di notevole estensione e complessità morfologica. Prima per densità abitativa e attanagliata dalle tante emergenze ambientali che ben conosciamo.

In estrema sintesi i compiti dell’Arpac consistono nel controllo e monitoraggio delle varie matrici ambientali. Nel supporto tecnico-consultivo alla Regione e ad altri Enti. Partecipa a procedimenti autorizzatori e di controllo su molte materie. Svolge attività ispettive e di analisi sul territorio (rifiuti, roghi, prevenzione ambientale, gas radon, verifiche di ottemperanza, ecc.). Collabora con le varie Procure della Repubblica, con la polizia giudiziaria e le Forze dell’Ordine nel contrasto agli ecoreati. E ancora: con il Ministero dell’Interno per il fenomeno dei roghi; con il Commissario Straordinario per le discariche abusive; con le Prefetture ed i Vigili del Fuoco.

Una bella mole di lavoro. Ma l’Arpac è attrezzata per farlo? Dispone, cioè, delle necessarie risorse umane e finanziarie? Non proprio. Sorvino nella sua relazione parla di “cronica scarsezza di risorse disponibili”, di difficoltà organizzative e di “accese conflittualità interne”. Per poi descrivere le iniziative assunte per ovviare a questi problemi e i risultati già ottenuti. Risanamento economico, gestione del personale e riorganizzazione interna, informatizzazione, Arpac Multiservizi, attività tecniche svolte ed emergenza Covid.

Questa una sintetica elencazione che tocca punti di interesse generale e che riteniamo utile approfondire. Lo faremo in una serie di articoli specifici. Perché sapere come si opera sul territorio è un modo per difendere l’ambiente.